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ottobre

Intervista ai giudici di Drag Race. Priscilla: «Vorrei Giorgia Meloni come ospite». Paola Iezzi: «Mi dicevano di non espormi per la comunità ma oggi sono qui anche grazie a loro»

cast drag race

Cast Drag Race

Scatta l’ora della terza stagione di Drag Race Italia. Salutato il mondo Warner Bros. Discovery, il format approda in streaming su Paramount+ da venerdì 13 ottobre. Conduce Priscilla, con lei in giuria Chiara Francini e – come DM anticipato – le new entry Paolo Camilli e Paola Iezzi. Al loro cospetto approderanno ospiti come Rosa Chemical, Tiziano Ferro, Chiara Iezzi, Ciro Immobile, M¥SS KETA, Alessandra Mastronardi, Jessica Melena, Andreas Muller, Veronica Peparini, Sabrina Salerno, Melissa Satta, Jo Squillo e Filippo Timi. Tante personalità diverse ma nessun politico come ci spiega Mariano Gallo (alias Priscilla) che avrebbe volentieri accolto, tra lustrini e paillettes, Giorgia Meloni. “Sarebbe stato pazzesco” ha chiosato il conduttore. DavideMaggio.it ha intervistato il cast di Drag Race Italia. 

Intervista al cast di Drag Race Italia 3

Iniziamo dai veterani Chiara e Priscilla. Cosa cambia con la nuova casa mediatica?

Chiara: Niente cambia, tutto cambia perché è la nostra casa, soprattutto per me e Priscilla è un po’ il nostro nido. Troviamo tutte quelle cose che ci danno sicurezza però, essendo una casa nuova, c’è questo friccicorio, questa voglia di stare sul grosso divano nuovo.

Mariano: Cambia perché il programma ha un respiro più internazionale. Quest’anno rispettiamo il format originale americano, c’è Priscilla che conduce con i giudici. Ci sono più puntate, più concorrenti e quindi ci sono dei cambiamenti.

Paola e Paolo, come vi siete trovati ad entrare in questo mondo così colorato?

Paola: Diciamo che il colore non ci spaventa! Lo frequentiamo da un po’ di tempo. La famiglia non è stata una sorpresa perché ero stata ospite nell’edizione precedente e avevo già respirato l’atmosfera di Drag Race Italia che è un programma speciale. Quest’anno è stato ancora più speciale, non avevo mai fatto il giudice e mi piace l’idea di averlo fatto per la prima volta proprio a Drag Race. Sono una grande fan del programma, di Priscilla, di Chiara e di Paolo. Siamo stati benissimo, un’edizione in piena ironia in cui abbiamo riso tanto e siamo stati, credo, molto professionali nel fare il nostro mestiere. E’ stato fatto tutto con una grande armonia perchè lo spettacolo è condivisione e gioia. Se manca l’aspetto della gioia, quando si è sul palcoscenico, si toglie grande parte del divertimento e della bellezza di fare spettacolo.

Paolo: Anche per me è stato così. Non mi sono mai sentito poco voluto. Una grande casa in cui mi sono sentito subito a mio agio, per aprire la credenza, prendere i biscotti, fare la pasta. C’era quella convivialità.

Avete avuto tanti ospiti ma non c’è nessun politico. Lo avreste voluto?

Mariano: Ma sicuramente. Soprattutto qualche politico che ci rema contro, che rema contro la comunità.

Chi avresti voluto?

Mariano: Io punto in alto quindi avrei voluto la Presidente, se devo avere un politico non mi limito ad un ministro. Voglio la Presidente, sarebbe stato pazzesco.

Paola, a proposito, tu avevi avuto un diverbio con Arisa che scaturiva proprio da alcune affermazioni su Giorgia Meloni. Avete chiarito?

Paola: Io non ho parlato della Presidente Meloni però non credo che riguardi molto Drag Race Italia. Se n’è molto parlato, a me non interessa parlarne più, nel senso che è un capitolo che si è esaurito lì. Io non ho interagito nella polemica, ho semplicemente espresso un’opinione e ho cercato di far capire alle persone che mi stavano ascoltando che spesso si può essere in difficoltà e invece che partire tutti all’attacco è meglio cercare di astenersi. Un po’ di silenzio, di calma e di riflessività non fanno mai male in questo mondo sempre alla ricerca dello scoop o delle cose dette, anche così, per stupire.

Mariano: Diciamo che la presenza di Paola a Drag Race è una conferma di quanto sia importante che personaggi del mondo dello spettacolo, non appartenenti alla comunità LGBTQIA+, si espongano a sostegno. Paola non si è mai colorata di bandiera rainbow solo nel mese del Pride, o l’ha fatto per interesse. Paola e Chiara si sono esposte a sostegno della comunità all’inizio della loro carriera quando esporsi poteva essere controproducente.

Paola: Devo dire che ci è stato detto più volte: forse è meglio che non vi esponiate così’. Ma noi abbiamo proseguito sulla nostra strada.

Chi ve lo diceva? Colleghi, management…?

Paola: In generale. So che vuoi sapere di più, sono passati anche molti anni. Noi abbiamo fatto il primo Gay Pride a Milano, era il 2001, eravamo in quattro gatti. Il Pride non si chiamava Pride ma si chiamava Gay Pride, da allora tantissime cose sono cambiate, si sono trasformate in meglio secondo me. Oggi il Pride è una manifestazione inclusiva, lo è per tutti quelli che vogliono partecipare. Io sono estremamente ammirata dalla comunità che spesso mi guida e mi dà la forza per fare questo lavoro strambo che è lo spettacolo. Spesso la comunità viene attaccata ed è difficile stare su una strada etica e piena d’amore quando ricevi attacchi continuamente senza motivazioni precise. Se Paola e Chiara sono qui oggi glielo dobbiamo. Parlo della mia esperienza di operatrice dello spettacolo, che ha fatto questo tutta la vita, ho scelto di non avere figli, ho scelto la musica. Ho passato dei momenti difficili e bui e, se non fosse stato per la comunità, mi sarei sentita abbandonata. E’ una famiglia per me e chiunque attacchi la mia famiglia mi fa arrabbiare.

Mariano: Chi lavora nel mondo dello spettacolo ed ha la possibilità di avere un pubblico e un microfono, ha anche la responsabilità di esporsi per il riconoscimento dei diritti di tutti e di tutte, che siano membri della comunità o non lo siano, è questione di coscienza civile. Paola e Chiara lo hanno sempre fatto in quanto artiste ma soprattutto come persone.

Paola: Credo sia una sorta di sentimento che ci unisce, di coscienza come dice Mariano. E’ qualcosa che lega tutti noi, penso sia abbastanza cieco non vederlo in un futuro. Bisogna sforzarsi.

Mariano: Soprattutto in questo momento storico.

Paolo e Chiara, dovete diventare delle Drag Queen: come vi chiamereste?

Chiara: Dilda, perchè chi fa da sé fa per tre.

Paolo: Camilly T’Abbraccio.



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