
21
settembre
Paramount+: un mostro a due teste

Carlo Verdone (Us Paramount+)
A che punto siamo. Paramount+ ha compiuto un anno in Italia. Se il lasso di tempo è quello adatto per un bilancio, risulta comunque difficile stilarne uno. Da un lato l’assenza di dati su visualizzazioni e abbonamenti, dall’altro l’evidenza empirica non aiutano. La piattaforma streaming ha mosso i suoi primi passi in maniera quasi impercettibile e solo nelle ultime settimane, con l’uscita di Vita da Carlo 2, sembra si stia muovendo qualcosa. Eppure il gruppo Paramount, ex Viacom, in Italia aveva dalla sua proprio la forza di creare discussione intorno ai suoi programmi, seppur seguiti da un pubblico di nicchia (un esempio è Riccanza).
Sin da subito, Paramount+ si è presentata come una specie di mostro a due teste. Da un lato l’allure cinematografico e una certa tipologia di serie dal taglio maturo e filmico, dall’altra il lato più spregiudicato e giovane à la MTV. In mezzo le chicche di Showtime.
Sul fronte original, in attesa dei debutti sulle reti Rai, Circeo e Corpo Libero non hanno lasciato il segno così come lo speciale di Roberto Benigni sul Cantico dei Cantici. Complice un massiccio battage, un po’ di rumore l’ha fatto Vita da Carlo che dovrebbe inserirsi in quel filone più âgée/tradizionale di cui scrivevamo sopra. Difficile però possa rappresentare un volano per gli abbonamenti, soprattutto nel lungo periodo.
I prodotti di intrattenimento proposti sinora hanno avuto il marchio MTV: se Ex on the beach, incrociando dati e rumors, dovrebbe aver fatto il suo (sul set la nuova stagione), la novità Are You The One sembra, invece, ascrivibile tra i flop. E, per la nuova stagione, è in lavorazione la prima edizione di Italia Shore. Altro titolo noto è Drag Race che arriva da Warner Bros. Discovery e promette di superare la soglia minima di chiacchiericcio.
Alla luce di ciò la prima considerazione è che Paramount+ non sfugge alla regola del ‘già visto già sentito‘ per cui è più facile pescare altrove che creare da zero. Tuttavia la natura non troppo altisonante dei prodotti di “seconda mano” evidenzia la partenza sottozero della piattaforma.
Il problema, senza girarci intorno, è che Paramount+ ha avuto poca anima, un poco di tutto che equivale a niente. Il richiamo hollywoodiano è freddo (e non perchè abbia una montagna come logo!) proprio come l’interfaccia e determinati contenuti. Sarebbe (stato) auspicabile uno sforzo creativo maggiore: non ci riferiamo per forza ad una fiction dal grande budget (come quella su Oriana Fallaci che arriverà prossimamente) ma a produzioni più piccole che diano carattere. Bisogna acquisire mordente e la migliore delle soluzioni sarebbe quella di costruire un ponte tra i due mondi all’estremo che Paramount+ racchiude.


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