Se accendi la tv, sai che è arrivata l’estate quando cominciano Reazione a catena e Techetechetè, ormai da diversi anni programmi cult dei palinsesti estivi di Rai1. Ma se quest’anno il game show condotto da Liorni proseguirà fino all’ultimo dell’anno, con l’estate che volge al termine Techetechetè chiude i battenti. È tempo, dunque, di bilanci al termine di una stagione in cui la vincente operazione amarcord dell’access prime time ha perso un po’ di smalto.
Sia chiaro, l’effetto nostalgia piace, funziona talmente tanto che ormai da tempo numerosi show sono pregni di rifacimenti di vecchie trasmissioni più o meno riusciti. È la comfort zone, l’usato sicuro, quello che fa sentire a casa, tornando indietro nel tempo, ripensando a un vecchio amore e proprio a quella canzone lì che quell’amore lo ha accompagnato. E poi l’effetto nostalgia è anche quello che consente a chi è più giovane di scoprire personaggi e programmi cult del passato, capaci chissà di stupire e ispirare le nuove generazioni spesso smarrite, spente, confuse. Eppure, quest’estate il contenitore di sketch e momenti televisivi del passato sembra aver perso la rotta.
Gli ascolti restano positivi, sebbene in calo rispetto al passato, tuttavia il nocciolo della questione è relativo al contenuto delle puntate: frequenti carrellate di canzoni accostate senza troppo criterio, percorsi tematici poco convincenti, le stesse immagini riproposte più e più volte e anche a distanza di pochi giorni. Nell’odierna tv un po’ a corto di idee, anche la nostalgia estiva targata Rai sembra arrancare. Insomma, cominciano a scarseggiare le idee persino nel riordinare quel bacino immenso che sono le Teche Rai.
L’obiettivo di Techetechetè? Certamente intrattenere, ma anche ricordare e riflettere su come nel tempo la società è cambiata e come, contestualmente, è cambiato il modo in cui l’amplificatore catodico di ciò che siamo l’ha raccontata. Mettere in dialogo passato e presente in maniera intelligente potrebbe perfino essere d’aiuto per ragionare della tv del futuro, per sviluppare nuove idee e creare nuovi programmi. Tuttavia, l’usato sicuro necessita di un pizzico di brio, perché, posto che non si può vivere di soli ricordi, ricordare è fondamentale purchè sia proficuo.
Se è vero che la nostalgia è il “dolore del ritorno” e che ricordare significa richiamare al cuore, come ci insegnano le etimologie delle parole degli antichi, pensiamo debba valere la pena di assaporare quelle sensazioni. Che la nostalgia sia in grado di restituirci un sorriso, anche quando è malinconico, e di stupirci, non annoiarci.
Chiusa questa stagione, l’appuntamento dovrebbe essere per la prossima estate. Nella speranza che Techetechetè torni a coinvolgere.
1. Ale ha scritto:
8 settembre 2023 alle 14:14