6
ottobre

False fatture, indagati i patron di Made in Sud

Made in Sud

A Made in Sud, stavolta, non si ride. Da questa mattina il nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli sta eseguendo otto decreti di perquisizione disposti dalla procura di Napoli nei confronti di altrettante persone impegnate nel settore della produzione di spettacoli teatrali e televisivi. Tra di esse, figurano anche gli imprenditori Ferdinando Mormone e Mario Esposito, patron della trasmissione televisiva “Made in Sud”, trasmessa da Rai2.

Attraverso l’emissione e l’utilizzo di fatture false, i soggetti coinvolti dall’indagine si sarebbero procurati il denaro per rilevare le quote della società Teatro Cilea srl, che gestisce il noto teatro napoletano del Vomero. Complessivamente sono venti le persone iscritte nel registro degli indagati nell’ambito dell’inchiesta su un giro di fatture false emesse da società “cartiere” che vede coinvolto anche l’imprenditore Luigi Scavone, socio di minoranza dell’Alma srl (le sue quote sono attualmente sotto sequestro), coinvolto in una maxi evasione fiscale e già condannato in primo grado per reati tributari.

L’indagine mira ad accertare una serie di reati fiscali commessi, secondo gli investigatori, tra il 2015 e il 2019. L’acquisizione della società che gestisce il Teatro Cilea del Vomero da parte delle società Tunnel Produzioni srl e Red Carpet srl, riconducibili a Mormone ed Esposito, risale al 2018.

Manifesto stupore e sorpresa in relazione al fatto che viene diffusa una notizia nel corso dell’esecuzione di un atto di indagine. Che si tratti di una mera ipotesi investigativa è dimostrato dalla circostanza che proprio al fine di verificare la fondatezza di tale ipotesi è stata disposta una perquisizione per acquisire documentazione contabile, che possa eventualmente avvalorare la tesi investigativa

ha sottolineato all’Ansa l’avvocato Gino Fabio Fulgeri, difensore degli imprenditori Ferdinando Mormone e Mario Esposito.

L’indagine è frutto di altre attività investigative e di perquisizioni eseguite dalle fiamme gialle lo scorso 5 marzo, in pieno lockdown, finalizzate a fare luce sulle attività fittizie di alcune società cosiddette cartiere, attraverso le quali venivano emesse fatture (anche elettroniche) per operazioni (anche consulenze) inesistenti. Il denaro frutto delle attività illecite sarebbe poi stato reimpiegati in attività economiche e immobiliari.

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2 Commenti dei lettori »

1. Gianni ha scritto:

6 ottobre 2020 alle 16:06

Qualunque attività possa portare alla chiusura di quella trasmissione imbarazzante è benvenuta! Forza GdF siamo tutti con voi!



2. Sergio ha scritto:

8 ottobre 2020 alle 19:11

Queste persone sono indagate dalla Guardia di Finanza/STATO per accuse GRAVISSIME e per anni ed anni la RAI/STATO ha pagato tantissimi milioni di euro queste stesse persone per un programma veramente imbarazzante soprattutto per i Napoletani. Speriamo che in futuro la RAI prima di affidare ad una società esterna un programma faccia prima i dovuti accertamenti! Comunque, pare sia stato un puro caso se stiano indagando per l’acquisizione del Teatro Cilea sulla zona collinare di Napoli, visto che è anche coinvolto un certo Luigi Scavone condannato per una maxi evasione fiscale di 70milioni di Euro. Speriamo che queste persone coinvolte non lavoreranno mai più in RAI.



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