Chiariamolo subito: vedere Valerio, il vincitore della sesta edizione, al cospetto dei concorrenti della settima edizione di MasterChef è stato un momento impietoso. Bello, sì, ritrovarlo nella MasterClass che un anno fa ha svelato il suo talento, esaltante vedere un diciannovenne dare consigli e dritte di cucina a persone ben più mature di lui, ma il confronto con il suo grande ed immediato talento ha fatto risaltare ancora di più il piattume generale di questa nuova annata del talent Sky.
MasterChef 7: nella quinta puntata eliminati Stefano e Michele
Dopo cinque puntate ancora non si vede la luce in fondo al tunnel e i concorrenti più interessanti sembrerebbero essere l’ucraina Kateryna, al momento però troppo timida per imporsi, e la “svanita” Manuela, che sembra quasi un fumetto capace di sfornare buoni piatti. Altri nomi da segnalare sono quelli del macellaio Antonino e del giovane Alberto, che però nella quinta puntata ha rischiato l’eliminazione all’Invention Test, reagendo maluccio. Le loro performance comunque non esaltano, sono solo le più riuscite.
In compenso è stata molto divertente l’idea di portare in studio dei cani come assaggiatori speciali della Mystery Box, perchè Bruno Barbieri alle prese con il suo mastodontico e cocciuto alano è stato uno spettacolo esilarante; non male il fatto di aver trasferito i concorrenti in Norvegia per la prova in esterna, dividendoli in ben tre brigate e mettendoli a confronto con i problemi della pesca neanche si trovassero con Cannavacciuolo ne O’ Mare Mio. Originale, poi, organizzare in loco il Pressure Test, costringendo i peggiori a cucinare stoccafisso fino a mezzanotte inoltrata, ma baciati dal sole, con la cinquantenne Giovanna che ha chiesto inutilmente di ritirarsi poiché troppo stanca.
Gli eliminati di questo nuovo appuntamento sono stati il ventenne cagliaritano Stefano, praticamente mai pervenuto, e Michele, appena ripescato. Ma tra gli aspiranti chef il clima si è fatto già rovente e le liti si sprecano, così come i commenti acidi e a volte inopportuni e i tentativi di mettere in difficoltà gli altri. Aldilà del talento vero, dunque, quello che scarseggia è anche lo spirito di squadra, cosa che rende insufficiente il seppur riuscito contorno messo su dalla produzione.