Dopo la pioggia di premi e nomination (39 vinti su un totale di 145 svariate candidature), e un posto meritato tra le sitcom più intelligenti e complesse dell’ultimo decennio, 30 Rock potrebbe senza dubbio concorrere per il titolo di serie più bistrattata dai palinsesti nostrani. Tralasciando l’approdo tardivo sui teleschermi italiani dopo l’esordio statunitense nel 2006, questa storica comedy NBC ha infatti vissuto l’esperienza nel Belpaese in uno stato di trasloco perenne, costringendo il pubblico a inseguirla letteralmente. Il passaggio per le frequenze di Lei, SkyUno e infine Rai 4 non ha tuttavia mai raggiunto la settima e ultima stagione, che a più di quattro anni dalla messa in onda oltreoceano arriva ora su Premium Joi (DTT pay, canale 315), a partire dalle 21.15 di questa sera.
30 Rock, settima stagione: un capitolo più breve dalla conclusione speciale
Si torna dunque al numero 30 della Rockefeller Plaza di Midtown Manhattan, nella sede newyorkese degli studi NBC, dietro le quinte dell’immaginario programma comico dal vivo The Girlie Show, dove la capo-sceneggiatrice Liz Lemon (Tina Fey) si destreggia tra star eccentriche, bizzarrie di ogni tipo e tanta confusione, affiancata dal suadente dirigente del network Jack Donaghy (Alec Baldwin). Questo capitolo conclusivo sarà tuttavia composto da soli 13 episodi, che condurranno a un finale speciale: una doppia puntata da un’ora, ricca di guest star (tra cui Julianne Moore e Salma Hayek) e premiata con un Emmy Award per la miglior sceneggiatura.
Il minimo cui si possa pensare, insomma, per chiudere degnamente il ciclo di una serie tanto singolare nel suo genere, da riuscire a sopravvivere più del previsto ad ascolti non proprio invidiabili, grazie alle brillanti interpretazioni e alla mente geniale della creatrice e protagonista Tina Fey. La comica americana si è infatti ispirata alla sua esperienza come autrice del Saturday Night Live, per costruire un racconto meta-televisivo in cui il piccolo schermo si svela senza paura di prendere in giro se stesso, mostrando una coraggiosa autoironia, in Italia finora sfiorata soltanto dall’incompresa Boris.