L’impresa era ostica: prendere un milionario, abituato a spendere ventimila e passa euro per un orologio della sua collezione, e calarlo in un contesto di assoluto degrado, in cui i ragazzi non possono neanche permettersi di offrire una pizza alle fidanzate. Il rischio di cadere nella forzatura era alto, così come quello di far risultate antipatico il riccone di turno che andava tra i “poveri” a fare la sua buona azione quotidiana. Invece Secret Millionaire, di cui è andata in onda ieri sera su Italia 1 la prima puntata, è riuscito nell’impresa di offrire un bel racconto, sincero nei limiti in cui può esserlo un racconto televisivo, ma ricco di emozioni e spunti di riflessione.
Secret Millionaire: un racconto equilibrato e ben costruito
Il programma è stato studiato nel dettaglio e ben costruito, a partire dalla scelta del protagonista, Armando Saggese (qui info su di lui), uno di quegli uomini ricchi e realizzati che sembrerebbero non avere nulla da desiderare; lui ha conservato invece la capacità di stupirsi e di empatizzare con gli altri, rivelandosi capace di spogliarsi davvero della propria identità per conoscere un mondo nuovo.
La prima puntata di Secret Millionaire sembrava voler abbattere i pregiudizi dell’uomo (e del pubblico) su Corviale, una difficile realtà romana sconosciuta ai più, ma in primis ha finito per abbattere i pregiudizi al contrario, quelli sulla ricchezza: guardando Armando si è avuta la sensazione che nascere in una famiglia benestante e gestire un’azienda dal fatturato di venti milioni di euro è una fortuna, sì, ma non una colpa. E che un milionario, dopotutto, è davvero un uomo con le paure e le qualità di tutti gli altri, che in questo percorso ha trovato una madre putativa in Antonietta, una volontaria che non ha mai superato la prematura morte del figlio e che ha saputo capire le sue fragilità.
Alla fine del suo viaggio, onesto nelle sensazioni politicamente scorrette – Armando, per esempio, ha ammesso più volte di avere paura a camminare tra i barboni della stazione – il protagonista ha deciso di aiutare economicamente molte persone: ha fatto una donazione alla comunità religiosa e ad un’associazione culturale, ha offerto una fornitura completa di sacchi a pelo per i clochard e ha garantito a tre giovani rapper il lancio sul mercato di un singolo, con tanto di ufficio stampa, foto e videoclip.
Questo lieto fine, però, è stato forse la parte peggiore dello show, perchè lo stesso Armando era in difficoltà a congedarsi da quei nuovi amici mettendo mano al portafogli gonfio e la “ricompensa” ha in qualche modo svilito quel viaggio interiore, le cui tappe erano probabilmente state guidate dalla stessa produzione per mostrare quanti più spaccati di realtà possibili.