30
giugno

ZORO A DM: GAZEBO TUTTI I GIORNI NOVITÀ FORTE, IL RISCHIO È DI ANNACQUARE LA QUALITÀ DEI CONTENUTI. I SOCIAL IN TV NON SONO PIÙ NOVITÀ (VIDEO)

Diego Bianchi, Zoro

Diego Bianchi, in arte Zoro, si appresta a tornare su Rai3 con un’importante novità. Nella prossima stagione, infatti, il videomaker romano e la sua ciurma approderanno nella fascia preserale con Gazebo social news, un appuntamento quotidiano di 30 minuti (dal martedì al venerdì) in cui verranno commentate la politica e l’attualità. Il venerdì, poi, l’artista tornerà anche in seconda serata. La nuova collocazione porterà con sé un cambiamento nella preparazione della diretta, come ci ha spiegato lo stesso Zoro alla presentazione dei palinsesti autunnali del servizio pubblico.

Diego, come cambierà la preparazione del programma per Gazebo social news?

Non lo so, nel senso che la novità è talmente forte sia per il pubblico sia per noi che l’organizzazione del lavoro, che già abbiamo svolto in maniera pesante e quotidiana l’anno scorso, dovrà essere notevole. Avevamo due seconde serate, la domenica e il giovedì, collocate in una maniera tale che era impossibile fermarsi, avendo noi l’ambizione di girare, viaggiare e fare reportage in giro per l’Italia e non solo. Fare la stessa cosa, provare a ripeterci e tenere la nostra identità riconoscibile anche in questa nuova fascia oraria è la nostra sfida. E’ la cosa più difficile, per tanti motivi.

Non temi che l’appuntamento quotidiano riduca un po’ l’attesa che c’era per le puntate di Gazebo?

Sì, ma al tempo stesso se vai in onda solo una volta ti dicono: ‘perché non vai in onda tutti i giorni?’. E se vai in onda in terza serata ti dicono: ‘perché non vai in prima?’. Adesso sicuramente c’è chi dirà che era meglio Gazebo in terza serata ma questo è fisiologico. Il rischio è quello di annacquare un po’ la qualità del contenuto, però noi abbiamo sempre cercato di non buttare via nessuna delle puntate fatte fino ad oggi. Abbiamo sempre cercato di tenere presente la responsabilità di andare in tv a raccontare delle cose e di fare informazione. Il ruolo dell’informazione dentro Rai3, unito alla satira, è un mix delle componenti che fanno Gazebo. Quindi staremo attenti a non buttare nessuna delle puntate che avremo nella striscia. L’attualità di solito ti viene sempre in soccorso, spesso anche con fatti spiacevoli, ma i contenuti non mancheranno: su questo siamo abbastanza certi.

Andrete in onda in una fascia delicata dominata dai tg. Affronterete solo l’attualità o andrete a toccare anche altre corde?

La scelta è tra seguire l’agenda e dettarne una. Noi siamo rimasti sempre nel mezzo, ma non per incapacità di scelta. Anzi, vogliamo non sottrarci ai temi più caldi e infatti l’ultima cosa che abbiamo fatto è stato uno speciale in prima serata sul primo turno del voto. Ma al tempo stesso vogliamo dettare noi l’agenda: siamo stati tra i primissimi in Italia ad andare sulle isole greche nel maggio 2015, a Kios, che era un’isola greca di cui in quel momento non parlava nessuno. Lì abbiamo un po’ dettato l’agenda, visto che nessuno ci chiedeva di andare a trattare l’immigrazione là, quando già andare a Lampedusa era una cosa non scontata. Continueremo a cercare di fare entrambe le cose: è chiaro che, andando in onda tutti i giorni, l’attualità la devi tenere presente.

I tweet in tv sono ancora una novità o l’effetto social è già passato?

I tweet, Facebook e i social network in generale non sono più una novità in tv. Quello che ancora è importante è avere qualcuno che te li racconti, una fonte di informazione. I social network sono uno strumento da dove attingere notizie, opinioni, pareri, discussioni, scemenze… Quello che noi siamo stati abbastanza credibili e bravi a fare in passato è il lavoro di selezione, filtro e ricerca che ci ha reso diversi da tanti altri che usano i social network. Noi lo facciamo così e non necessariamente leggiamo sempre il tweet più popolare del giorno, magari andiamo a trovare tweet sconosciuti e abbiamo usato questo sia per ridere – come spesso accade nelle nostre classifiche – sia per commentare fatti molto pesanti. Ci si siamo affidati totalmente ai social quando non eravamo sul posto, come nel racconto del Bataclan o nella strage di Bruxelles, che è stato il primo racconto simile a quello che faremo quest’anno. In quel caso andammo in onda proprio alle 20.20 leggendo solo tweet – ma non potevamo fare altrimenti – ma anche con disegni e musica, che fanno parte del nostro racconto.

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