27
novembre

PIAZZAPULITA: FORMIGLI RACCONTA GLI ESTERI E TORNA SUL CAMPO. BENE I REPORTAGE

Piazzapulita, Corrado Formigli

Soffiano venti di guerra, dentro e fuori l’Europa. Il Medio Oriente, intanto, è una polveriera pronta ad esplodere. Per raccontare una situazione internazionale sempre più tesa e in continua evoluzione, i programmi d’approfondimento nostrani sono stati costretti a fare ciò che avevano sempre evitato: occuparsi degli esteri. Abituati ad una visione ombelicale del mondo, i talk show italici hanno improvvisato dibattiti sui temi del terrorismo e della geopolitica ma con scarsi risultati. Tuttavia, c’è stata qualche eccezione.

Il programma che più ci ha colpiti per la capacità di documentare la complessità del momento è PiazzaPulita. Ieri sera, sulla scia di quanto accaduto la settimana scorsa, il settimanale di Corrado Formigli ha dedicato l’intera puntata all’avanzata dell’Isis e agli interventi militari che potrebbero scattare nelle prossime ore. A caratterizzare la trasmissione di La7 sono stati soprattutto alcuni reportage di pregevole fattura giornalistica realizzati dagli inviati e dal conduttore stesso.

Formigli, infatti, è stato a Sinjar (Iraq) sulle tracce dell’Isis e ha raccolto la testimonianza shock di un uomo scampato alle esecuzioni di massa commesse dagli islamisti. Il superstite yazida ha raccontato dettagli raccapriccianti, ha parlato dei bambini indottrinati e resi schiavi dai terroristi, delle fosse comuni. Poi ha giurato di aver riconosciuto alcuni emiri dell’Isis in Germania e infine ha domandato: “come potete pensare che tra i profughi siriani che state facendo entrare non ci siano dei pericolosi jihadisti?“. A Formigli va riconosciuto il merito di essere tornato sul campo, di aver portato a casa immagini esclusive e in presa diretta, come non se ne vedono altrove.

Ieri sera Piazzapulita ha anche trasmesso notizie dalla voce di un Comandante delle Forze di Liberazione di Raqqa e, con un reportage di Francesca Nava, ha raggiunto in Germania la moglie e i figli del superstite yazida. Valentina Petrini si è recata sulla frontiera di Gorizia, dove centinaia di profughi attendono la loro sorte, mentre Alessandra Buccini ha intervistato il padre di una ragazza partita per la Siria. Per l’Isis. Antonino Monteleone, invece, ha interpellato Nicolò Pollari, ex direttore del Sismi. Il tutto è avvenuto in una sola puntata, protrattasi però ben oltre la mezzanotte (decisamente troppo).

Tra un servizio e l’altro, in studio si è poi svolto il dibattito, ma non è questo ad averci colpito. La peculiarità della trasmissione, piuttosto, è stata quella di aver offerto al pubblico materiale inedito utile a fornire uno sguardo ravvicinato sull’attualità. Senza le beghe politiche nostrane e senza le faziosità (da cui talvolta nemmeno lui è immune), Formigli ha confezionato una puntata ricca di contenuti, più vicina al magazine d’inchiesta che al tradizionale talk show. Una ricetta impegnativa nella preparazione (per questo non sempre replicabile), ma di risultato certo.

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1 Commento dei lettori »

1. ciak ha scritto:

27 novembre 2015 alle 14:19

…tutto sommato parliamo di un cavallo di razza uscito da una buona scuderia.



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