Cambio della guardia a Junior Masterchef. Il baby talent culinario di Skyuno saluta Lidia Bastianich e dà il benvenuto a Gennaro Esposito, chef dei ristoranti Torre del Saracino a Marina di Aequa (Vico Equense), Mammà (Capri) e di It (Ibiza).
Esposito farà compagnia a Bruno Barbieri e Alessandro Borghese nella terza edizione del programma, le cui riprese inizieranno a fine mese a Milano.
Junior Masterchef 3: il commento di Gennaro Esposito
«Ho accettato – commenta Esposito al Corriere del Mezzogiorno – di prendere parte a questa trasmissione soprattutto perché i protagonisti principali sono i bambini. L’idea di poter lavorare con loro mi entusiasma e mi incuriosisce molto. Vorrei capire i loro punti di vista, da quali alimenti sono più attratti e il perché. Mi piacerebbe approfittare di questa grande opportunità per cercare di divulgare il più possibile «la cultura del buon cibo»ai più giovani. Sono padre di Emanuele, che oggi ha quasi 2 anni, e già sembra attratto dai fornelli. Con mia moglie Ivana cerchiamo di prestare molta attenzione a quello che mangia e vorrei condividere la mia esperienza di chef e di padre. In quest’ottica sarebbe un mio grande desiderio riuscire a realizzare un progetto legato all’educazione alimentare, che possa servire da strumento a tutti quelli che si occupano dell’alimentazione dei più piccoli. Stiamo pensando di costituire un Comitato Scientifico che con me, nei prossimi mesi, possa occuparsi di sviluppare il lavoro».
Chi è lo chef Gennaro Esposito
[Dal sito internet del suo ristorante Torre del Saracino] Quarant’anni e se mi volto indietro vedo un ragazzo di 15 che si divide tra svogliate lezioni alla scuola alberghiera e fine settimana ed estati passate a tritare prezzemolo e pulire verdure nelle cucine di trattorie del mio paese. A quell’età sapevo che avrei fatto il cuoco, non sapevo come e dove. Così quando mi parlano di “fuoco sacro”, so che passa attraverso la ripetizione per migliaia di ore degli stessi gesti quotidiani. E so anche che una carriera necessita di coincidenze favorevoli e combinazioni fortunate.
La prima di queste è stata incontrare Vittoria che, dopo qualche esperienza interessante in giro per l’Italia, mi convinse e mi incoraggiò ad aprire un nostro ristorante in un locale di famiglia alla Marina di Seiano. Era il novembre del 1991 e l’unica certezza che avevo era che non avrei fatto le stesse cose che facevano decine di ristoranti della Costiera. I quattro anni successivi sono fatti di lavoro, lavoro e lavoro, in attesa che accadesse qualcosa che potesse essere definito ”la svolta”. Non potevo accontentare me stesso e la mia clientela con qualche abbinamento stravagante, di salse non in linea con la tradizione e delle materie prime di qualità, specialmente pesce, ortaggi e formaggi, legate alla ricchezza del territorio, e che trovate ancora oggi nella mia carta.
E’ a questo punto che arrivano quattro durissimi mesi di stage da Vissani, fondamentale per capire che la cucina che avevo immaginato non fosse soltanto una chimerica ossessione, ma era invece lì, a portata di mano, di pensiero di capacità creativa, di indirizzo teorico e pratico, di felice realizzazione. Nascono allora o subito dopo alcuni piatti che hanno fatto la mia fortuna e che mi hanno dato visibilità nel panorama nazionale, come, ad esempio, la parmigiana di pesce bandiera o la zuppetta di ricotta di fuscella con le triglie. Il mio stile di cucina è rimasto questo: pescare dal territorio e costruire piatti che soddisfino i sensi e la mente dei miei clienti.
Il 2001 è una pietra miliare della mia storia: la prima stella Michelin e l’esperienze al Luigi XVI a Montecarlo ed al Plaza Athénée a Parigi di Alain Ducasse, capitato nel mio ristorante per merito di un grande amico, Vito Cinque, proprietario del S. Pietro a Positano, albergo culto del turismo internazionale di eccellenza.
In Francia ho imparato che nel mio mestiere gestire il binomio “genio e sregolatezza” non funziona, che i risultati sono figli di un ordine mentale, che preveda la creatività, ma che si traduca in rigore e disciplina, tutto ben dosato come gli ingredienti di un grande piatto. A qualcuno che recentemente mi ha chiesto quale gratificazione professionale mi avesse dato l’emozione maggiore, ho risposto, e lo confermo, che è stata l’ammissione nel 1999 all’Associazione dei Giovani Ristoratori d’Europa, perché il conforto e la condivisione di esperienza con coetanei fanno nascere la sensazione forte di appartenenza ad un movimento, che esclude petizioni e rivalità.
Nel 2003 è arrivato il riconoscimento delle Tre Forchette del Gambero Rosso, ma è nel 2003 che riesco a realizzare una manifestazione nel mio paese diverse da tutte le altre, un happening continuo di tre giorni, una Festa insomma, la Festa a Vico che richiama a Vico Equense chef affermati e giovani promesse, per cucinare tutti insieme piatti per centinaia di ospiti che affollano la splendida cornice delle Axidie a Marina di Seiano. Partimmo in 11 ed oggi siamo in 150.
La seconda stella Michelin del 2008 è storia recente. Se mi volto indietro vedo nel 1991 Gennaro, Vittoria, Ciro, Luciano e Salvatore al lavoro a Via torretta, all’ombra di una torre saracina del VII° secolo, e li vedo ancora oggi.
1. Lyn ha scritto:
18 agosto 2015 alle 19:10