Che la Rai di Campo Dall’Orto fosse avanti, ce n’eravamo accorti o meglio ce l’hanno ripetuto a più riprese. Questa volta però sono andati troppo avanti. Non sappiamo se si tratti di un errore bizzarro o di “un eccesso” di politicamente corretto ma quello che la nuova app Rai Play chiede all’utente che si registra ci ha letteralmente spiazzati. Sul form, necessario per l’iscrizione, alla voce sesso troviamo tre opzioni: maschio, femmina, altro.
Sì, “altro”. Qual è il terzo sesso per Campo Dall’Orto e co.? Si riferiranno ai transgender? Peraltro dubitiamo anche del fatto che i trans siano contenti di essere considerati come il terzo sesso. Se si trattasse invece di un banale errore, le colpe di Viale Mazzini non sarebbero di certo meno importanti. Possibile, infatti, che nessuno della nuova e sbandierata direzione Rai Digital si sia preoccupato di verificare e testare l’App accorgendosi dello sbaglio?!
L’app Rai Play è nata da pochi giorni sulle ceneri di Rai Tv e, oltre alla visione in diretta dei canali della tv pubblica sui principali device, consente la visione dei programmi on demand anche in modalità offline ovvero senza connessione, previo download. Una funzione ottima – in tempi di “caccia ai giga” - che in Italia finora era stata offerta soltanto da Premium e Infinity e che se ben valorizzata a livello comunicativo (cosa mai fatta dalle parti di Cologno) potrebbe rappresentare un valore aggiunto.
Ricordiamo che, a dispetto della percezione popolare e di alcune dichiarazioni degli stessi top manager attuali, la Rai, dal punto di vista delle possibilità di fruizione offerte ai propri abbonati, non ha mai avuto nulla da invidiare alla concorrenza. L’azienda pubblica è stato il primo broadcaster italiano a portare lo streaming in diretta dei propri canali su pc, smartphone e tablet.
1. Enrico ha scritto:
6 settembre 2016 alle 15:12