16
ottobre

MIXOLOGIST SU DMAX: UN TALENT SENZA PATHOS

Mixologist su DMAX - Flavio Angiolillo

Mixologist su DMAX - Flavio Angiolillo

Si sa, l’arte del riciclo in televisione è una dote che hanno in tanti, anche se in pochi riescono ad imporsi. E così, proprio in questi mesi, è successo che da una costola di Top DJ (o almeno così pare) sia nato un nuovo talent show. A tenere le fila è di nuovo Yam112003 di Endemol che, complice il rapporto con gli sponsor del talent show di SkyUno, ha pensato bene di sfruttare quanto di buono sviluppato collateralmente alla produzione per dar vita ad un nuovo prodotto.

Mixologist fa sfidare i bartender

Che Mixologist – La sfida dei cocktail sia nato dai cocktail offerti durante Top DJ non nutriamo particolari dubbi. D’altronde Yam nasce come agenzia di comunicazione digitale, con lo scopo di declinare i contenuti televisivi prodotti, realizzati in co-branding il più delle volte, su tutti i mezzi disponibili, per una “comunicazione integrata”. E quindi Campari (produttore proprio della vodka di Sky) non poteva mica farsi sfuggire la nuova opportunità: stavolta, per risparmiare sui costi, si è resa disponibile Discovery, che ha dato vita al primo talent show branded content sui bartender, in onda ogni giovedì alle 22.50 su DMAX.

A portarci nel fantastico mondo dei cocktail ci pensano i top bartender Leonardo Leuci e Flavio Angiolillo. Peccato che, come Top DJ, anche questo Mixologist soffra, oltre al montaggio fin troppo frenetico e una regia che non lascia spazio allo spettatore di curiosare, l’essere troppo talent e poco tutorial, errore che per produzioni così poco generaliste nei contenuti e tutt’altro che attraenti per la gara, risulta assolutamente intollerabile. Motivo per cui non c’è da meravigliarsi se per il pubblico possa risultare difficile essere coinvolto – se non solo superficialmente – nelle dinamiche della gara.

Mixologist: il meccanismo

Gara che, va detto, è veramente “poca cosa”, perché l’unico scopo sembra solo quello di fornire la più ampia vetrina allo sponsor: pensate che nelle sette puntate, ben sei sono di casting. In ogni puntata, dopo aver scelto una rosa di potenziali concorrenti, alla prova con un loro cocktail, Flavio e Leonardo hanno il compito di puntare su “un cavallo” ciascuno. I due aspiranti barman, conclusa la veloce fase di training con i top bartender, sono quindi chiamati a sfidarsi a suon di miscelazioni, con un’unica regola: rispettare il tema della puntata. I cocktail prodotti vengono poi assaggiati da un giudice a rotazione che decreta il vincitore di tappa, che può accedere alla finalissima e, quindi, aspirare alla Campari Academy, messa in palio come premio finale.

Se quindi l’idea può risultare anche interessante, e il confezionamento in linea generale gradevole, lascia – parecchio - l’amaro in bocca la scelta opinabile di puntare troppo su una gara senza pathos, con l’obiettivo (comprensibile ma che non dovrebbe essere l’unico) di far risaltare lo sponsor di turno. Sarà per la prossima edizione, se mai ci sarà.



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