“Due grandi casate, entrambe ricche e potenti, nella bella Verona, dove la nostra storia ha luogo, attizzano il fuoco di vecchi rancori, macchiando mani fraterne di fraterno sangue”. E’ lodevole che Gérard Presgurvic abbia deciso di conservare inalterato l’incipit della tragedia shakesperiana per poi discostarsene completamente, mettendo in scena una versione psichedelica e vivace di Romeo e Giulietta. I protagonisti sono giovani e con la luce negli occhi, i ballerini snodati e a tempo, la scenografia asettica e virtuale, eppure sembra che manchi qualcosa.
Modernizzare un classico di questo calibro è sempre un’operazione rischiosa. Lo sa bene Buz Lurhmann che, prima ancora che Di Caprio salisse sul Titanic, diede vita a una tragedia ambientata a Verona Beach, con pistole al posto delle spade e sfreccianti decappottabili al posto dei cavalli; lo sa bene anche Riccardo Cocciante che, sette anni fa, portò il suo Giuletta e Romeo, crepuscolare e in 3D, nella stessa Arena del Romeo e Giulietta diretto da Giuliano Peparini. In questa nuova versione, Davide Merlini, l’ex pupillo di Simona Ventura a X Factor, si mostra sicuro e genuino, anche se, per le prossime esibizioni, gli sconsigliamo vivamente di piastrarsi il ciuffo alla Tabatha. Giulia Luzi, la migliore amica di Alice nei Cesaroni e di Annuccia in Un medico in famiglia, è brava, ma non entusiasma, forse per quell’aria ingenua di chi ha ancora molto da imparare.
A parte le slinguazzate consumate sul palco, l’alchimia fra i due protagonisti è debole e concentrata, soprattutto sul riuscire a fare una bella figura e a non dimenticare la prossima battuta. Eppure questa versione dell’opera di William Shakespeare ha qualcosa che il musical firmato da Cocciante non aveva: la presenza degli ex concorrenti dei talent. Da Davide di X Factor a Nicolò Noto di Amici, diversi erano gli artisti allevati dal piccolo schermo e proiettati all’Arena di Verona per mettere in pratica i frutti dei propri sforzi. Peccato che gli uccellini non riescano ancora a staccarsi dal nido, confezionando delle performance che sembrano dover essere sottoposte al continuo vaglio di una giuria esaminatrice. Stavolta le sedie non si gireranno, i “si” non verranno pronunziati e le carte non verranno scoperte. Perché, allora, non sciogliersi e concentrarsi esclusivamente sulla scena?Sarà per quella scenografia virtuale, talmente perfetta e immateriale da risultare finta e fuori luogo, per le luci a intermittenza e il “tunz tunz” occasionale sviscerato nelle scene del ballo in maschera e nella battaglia, ma dell’opera di Shakespeare ci sembra essere rimasto poco o niente. Certo è un musical e in Italia sappiamo bene che il genere, in tv, ha subito negli anni un’accoglienza altalenante in termini di share: dai 5.153.000 spettatori (24,67 % di share) di Notre Dame de Paris nel 2003, ai 2.075.903 spettatori (11,20% di share) dei Promessi Sposi targati Michele Guardì nel 2010. Che gli ex talenti della Mamma Tv siano più fortunati?
1. Antonio ha scritto:
4 ottobre 2013 alle 00:49