Dopo gli spari in piazza, le sparate in radio. “Se qualcuno tra qualche mese prende i fucili non lamentiamoci, abbiamo messo un altro banchiere all’economia“: a svuotare il caricatore delle dichiarazioni esplosive è stato Paolo Becchi, docente universitario di Genova e simpatizzante del Movimento Cinque Stelle. Intervenuto a La Zanzara di Radio24, il professore ha pronunciato l’indelicata espressione riferendosi alla spirale di violenza che, a suo giudizio, potrebbe scaturire dal malcontento sociale. La frase, dalla quale lo stesso Grillo si è dissociato, è subito finita nei titoloni dei giornali e ha tenuto banco nei dibattiti tv.
Stamane anche Mattino Cinque ha dedicato una parte del suo talk show all’argomento, ospitando pure un intervento telefonico di Becchi. Sono volate scintille. Buttando all’aria i preamboli di Claudio Brachino (fresco di ritorno alla conduzione) e le analisi di Paolo del Debbio, il simpatizzante pentastellato ha esordito su Canale5 confermando parola per parola la sua uscita.
“Io non ho ritrattato proprio assolutamente niente. La mia posizione è quella che è. Io ho descritto una realtà sociale esplosiva dicendo: state attenti perché non si sa come potrà andare a finire (…) Semmai, più che ritrattare, non solo riconfermo ma lo dico ancora più esplicitamente” ha dichiarato Becchi.
Il professore ha poi spiegato che “il popolo ha diritto a resistere“, arrivando a scomodare e rivisitare il filosofo John Locke. Dopo una parentesi caciarona con Alessandra Mussolini, il luminare ha ribadito le proprie posizioni. Quando si dice smorzare i toni…
Da sottolineare, il monito rivolto da Maurizio Costanzo durante il dibattito:
“…vorrei invitare tutti, professori o anche supplenti, a stare attenti quando parlano attraverso organi di informazione, che siano la radio, la televisione o i giornali” ha detto il giornalista, intervenuto in collegamento.
Una chiosa particolarmente azzeccata. Di fronte alle sparate – con o senza fucile, sempre più frequenti – è bene interrogarsi sulle responsabilità di ciascuno rispetto alla divulgazione di certi messaggi. D’altra parte è anche opportuno che i media facciano il loro dovere, evitando di trasformarsi in cassa di risonanza.
1. marcko ha scritto:
3 maggio 2013 alle 19:58