6
maggio

LA VITA SEGRETA DI UNA TEENAGER AMERICANA: STORIA DI UN INSPIEGABILE SUCCESSO

La Vita Segreta di una Teenager Americana @ Davide Maggio .it

Stasera sono in onda su Mtv, come di consueto ormai il mercoledì, due episodi del telefilm “La Vita Segreta di una Teenager Americana“, serial americano ideato da Brenda Hampton, già creatrice dello stucchevole ma simpatico “Settimo Cielo“. Per fare il punto della situazione, e dichiararsi increduli del successo ottenuto dalla serie, c’è ancora tempo, ma avendo avuto la (s)fortuna di aver visto la serie prima che arrivasse su Mtv, il fenomeno risulta ancora più inspiegabile.

A dispetto di un pilot che lasciava ben sperare, l’evoluzione della prima stagione non è stata delle migliori. La delusione di fronte a “Vita Segreta” è tanta, visti i temi trattati, che ancor prima della messa in onda avevano creato abbastanza curiosità da suscitare un caso, sia in America, dove a far parlare di gravidanze giovanili ci aveva già pensato la pellicola Juno, sia qui in Italia, dove il web aveva contribuito a pubblicizzare la serie in modo abbastanza vivace. Per gli argomenti trattati qualcuno ha tentato di avvicinare questa serie all’indimenticata Dawson’s Creek. Ma la gravidanza, l’aborto, la religione, sono dispiegati uno dopo l’altro in modo convenzionale, sminuiti da dialoghi che non si avvicinano nemmeno minimamente ai discorsi fatti dalla ribelle Jen ai suoi compagni di avventura.

Se quei personaggi erano necessariamente stereotipati, quelli di “Vita Segreta” sono a dir poco assurdi; sono stereotipi viventi, vittime di una caratterizzazione impossibile che impedisce di dare credibilità a quelle dinamiche, poche a dir la verità, degne di attenzione. La stessa protagonista, Amy, è del tutto priva di spessore, ingabbiata a quindici anni in una gravidanza a cui non viene mai attribuito il giusto peso nella narrazione; così, prima la si vede fingere che non sia successo niente, e poi la si ritrova alle prese con un amore folle, un innamoramento lampo che sfocia in una proposta di matrimonio da parte di un ragazzino, Ben, il cui personaggio è curato poco e male.

E pensare che questa non è semplicemente una serie che si propone di essere “adolescenziale“, laddove, si tenga ben presente, è fin troppo superficiale anche per un adolescente, ma pretende di essere una riflessione sul mondo giovanile, con il suo sguardo pseudo-attento sulla gioventù americana. E’ “trash” l’unico aggettivo giusto per questo prodotto, ridicolo senza intenzione di esserlo, imbarazzante a tratti e involontariamente comico: una sorta di Scrub (la cui qualità è indiscutibile) che però non fa ridere per le sue battute, piuttosto per la totale incredulità che lascia nello spettatore, messo di fronte ad una serie di situazioni che hanno il sapore della presa in giro. Non si tratta di affermare che un telefilm del genere non possa fare presa sul pubblico: gli ascolti americani hanno già reso possibile il miracolo, garantendo ad Amy e compagni almeno quattro stagioni di messa in onda.

Il punto sta nella chiave di lettura che questo prodotto offre, che è pressoché inesistente. Non lo si può definire verosimile, nè si può affermare che sia divertente. Semplicemente “La Vita Segreta di una Teenager Americana” vive di quei walzer amorosi in cui i protagonisti sono usati come pedine i cui movimenti non hanno mai spinte così interessanti da rendere il contesto concreto e significativo. E’ la riprova che non tutti i serial americani siano da osannare? L’enorme successo riscontrato negli Stati Uniti, soprattutto nella fascia di pubblico femminile fra i 13 e i 24 anni, risponde incredibilmente di no, regalando al serial una sicura longevità che ci lascia alquanto basiti.

Non volendo essere buonisti, come invece lo sono gli sceneggiatori che hanno scritto le vicende di Amy, potremmo anche rimarcare il ben poco riuscito doppiaggio italiano, ma data la consapevolezza che uno più curato non avrebbe comunque reso le cose migliori, vale la pena sorvolare. Considerando che difficilmente un serial non peggiori andando avanti con le stagioni, non possiamo che appigliarci all’unico personaggio capace di un minimo di spessore, e trovare una finta consolazione nel fatto che la fatale Adrian, intelligente e sempre critica nei confronti dei suoi assurdi compagni di scuola, non guarderebbe mai, c’è da scommetterci, un serial del genere.



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3 Commenti dei lettori »

1. lukas88 ha scritto:

6 maggio 2009 alle 23:06

sn completamente d accordo l ho abbandonato dopo aver visto alcune puntate su FOX!!!Ci sn dialoghi assurdi!!!



2. sole ha scritto:

31 agosto 2009 alle 19:07

è il solito prodotto della Hampton, prevedibile e “palloso” (vedi settimo cielo)



3. Roberta ha scritto:

2 aprile 2011 alle 19:53

A me piace un sacco invece. O.O
C’è tutto in questo telefilm, dalle cose superficiali a cose molto più dure da affrontare.



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