25
settembre

Raggiunto l’accordo per la fine dello sciopero degli sceneggiatori americani

Dall'account Twitter di WGA

Era lo scorso 2 maggio quando gli sceneggiatori americani entravano in sciopero contro i grandi produttori di Hollywood, rivendicando garanzie sui termini di rinnovo dei loro contratti scaduti, su tutele sanitarie e pensioni, sulle percentuali dei diritti legati alle repliche in streaming e, soprattutto, protestando contro l’ipotesi dell’impiego dell’intelligenza artificiale destinata a rimpiazzare il prezioso lavoro degli autori stessi. Dopo quasi cinque mesi, l’intricata vicenda pare avviarsi verso una conclusione positiva: è stato infatti raggiunto quello che per il momento è un accordo provvisorio, che sarà a breve ratificato, tra la Wga, il sindacato di sceneggiatori e autori di cinema e tv, e l’Amptp, l’associazione che rappresenta i grandi produttori. I termini dell’accordo non sono ancora stati rivelati ma un comunicato congiunto ha garantito sull’avvenuta intesa tra le due parti.

La notizia è stata accolta positivamente da Sag-Aftra, il sindacato degli attori e dei performer americani, entrati in sciopero il 14 luglio sposando e rivendicando le medesime richieste dei colleghi di settore. L’auspicio è che anche il comparto degli attori possa presto raggiungere un accordo che possa definitivamente sbloccare la questione. Intanto, torna il sereno nell’industria cinematografica e televisiva statunitense alla vigilia dell’inizio della nuova stagione che si prospettava potenzialmente disastrosa in assenza di programmi e serie tv, con vuoti da colmare e repliche da spalmare.

Le prime produzioni a ripartire saranno i late night show e i programmi del daytime, mentre a breve gli sceneggiatori riprenderanno a scrivere rimettendo in moto la macchina di produzione delle serie tv e del cinema. A chiudere il cerchio, poi, dovrebbe essere la cerimonia degli Emmy Awards che, inizialmente prevista per settembre, è stata rinviata al 16 gennaio 2024. Le proteste hanno insomma sortito l’effetto sperato: auspichiamo che l’accordo sia dunque rapido, solido, duraturo e reale, perché in questo caso non c’è bisogno di nulla che sia artificiale, men che meno dell’intelligenza.

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