Questa è la storia di una discutibile gestione delle risorse. Non è la prima volta che la Rai compie delle dubbie mosse con lo sport ma la giornata di ieri è emblematica in quanto non si è trattato di decisioni da prendere last minute ma di scelte consapevoli. In primis la decisione di mandare la finale dei Mondiali di Calcio femminile su Rai Sport.

E’ vero che il calcio femminile non aizza il popolo italico chissà quanto (l’interesse è tutto sommato debole) ma una finale, tra Spagna e Inghilterra, avrebbe destato maggiore attenzione in una collocazione più “prestigiosa”. Senza contare il valore potenzialmente simbolico della manifestazione, l’investimento fatto dalla tv pubblica e la debolezza delle alternative generaliste. La partita su Rai Sport ha ottenuto 499.000 spettatori e il 4.6% di share. Numeri positivi per un piccolo canale ma lontani dai record d’ascolto registrati all’estero. Se, nella Spagna vincitrice, il big match sul primo canale della tv pubblica ha registrato il 65.7% con quasi 5,6 milioni di spettatori, in Francia, paese non coinvolto, ha ottenuto il 26.9% con oltre 3 milioni. Il paradosso è che il primo tempo della partita ha battuto Rai2, il secondo tempo ha battuto Rai3.

Probabilmente la messa in onda su Rai Sport è dovuta anche all’orario 12-14 che avrebbe intaccato i Tg. Ma davvero ad agosto, per una volta, non avremmo potuto assistere ad un Tg2 in formato ridotto (anticipato alle 12.45)? Peraltro, grazie al pessimo traino (il telefilm al 3.3%), ieri l’appuntamento informativo diurno si è dovuto accontentare dell’11.5% (domenica scorsa era al 12.6%).

Altro paradosso sportivo, si è registrato ieri mattina con l’Atletica. Rai2 ha ospitato i Mondiali dalle 7 alle 8.48 segnando 194.000 spettatori e il 5.8%. Poi le gare sono passate su Rai Sport che ha registrato 312.000 spettatori e il 5.9%. Nella fascia 9-12 Rai Sport è terza rete, dopo le ammiraglie, con il 6.1% (Rai2 3.7%, Rai3 2.5%).

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