
15
dicembre
Cristina D’Avena alla festa di Fratelli d’Italia, è polemica. La replica: «Canto in tutti i posti, non devo militare sotto una bandiera. La mia è libertà»

Cristina D'Avena (da Facebook)
Cristina D’Avena festeggia 40 anni di carriera, ma è una festa in parte rovinata. Nelle ultime ore la cantante è finita nell’occhio del ciclone, in particolare di alcuni esponenti della comunità LGBT+, per la sua partecipazione ad un’altra festa, quella dei 10 anni di Fratelli d’Italia, in programma questa sera a Piazza del Popolo a Roma.
L’attacco – che sui social si tramuta purtroppo spesso in insulti – alla cantante dei Puffi, Mila e Shiro e tante altre celebri sue “colonne sonore” è diretto e duro: cantare tra e per i sostenitori di Giorgia Meloni è considerato un tradimento nei confronti di un mondo che per anni l’ha eletta icona e simbolo. Questo è il polverone che si è alzato contro la D’Avena nella comunità LGBT+.
“Cari amici, ho letto nel pomeriggio di ieri, sul web, commenti e considerazioni feroci sulla mia partecipazione alla festa di questa sera, in Piazza del Popolo a Roma. Non credo serva spiegare come mi sia sentita; preferisco ricordare a chi mi ha giudicato, forse con un po’ troppa fretta, chi sono. Da quarant’anni canto in tutti i posti dove sono ben voluta e accolta. Nelle piazze dei paesi, nei palazzetti delle città, nei teatri, in televisione, nelle feste LGBTQ+ e anche alle Feste dell’Unità. Nei Pride e al Vaticano”
è la replica via social della cantante, che ci tiene a ribadire di cantare liberamente ovunque e per chiunque “perché le mie canzoni non desiderano altro che portare allegria e spensieratezza a chi è cresciuto con loro e a chi le canta assieme a me. Tutti, nessuno escluso. E questo non è qualunquismo, ma libertà“. Il suo, aggiungiamo noi, è anche lavoro.
“Stasera, come tutte le altre, non porto ideologie, ma musica. Non mi schiero e non cambio pelle all’improvviso. Ho accolto un invito per cantare, non per militare sotto una bandiera. E se posso trasformare una polemica in qualcosa di più utile, vorrei fosse – questa – un’ottima occasione per dimostrare (se mai ce ne fosse ancora bisogno) che la musica unisce, include, conforta. Ho sostenuto, e sempre sosterrò, i diritti civili e l’amore universale che dovrebbe essere alla base della crescita di ogni essere umano. Canto Pollon, i Puffi, Memole, Occhi di Gatto, Mila e Shiro… Sono inni di leggerezza e di fantasia… e di nessuna altra natura o pretesa”
conclude Cristina D’Avena.
Giorgia Meloni è dolcissima come Memole
Due settimane fa, interpellata a proposito di Giorgia Meloni a Un Giorno da Pecora, la D’Avena ha dichiarato:
“Sono contenta che ci sia un premier donna, viva le donne, noi abbiamo una marcia in più” – poi rispondendo alla domanda ‘Quale delle sue celebri sigle di cartoons le fa venire in mente la premier?’ – “Mi fa pensare al cartone ‘Memole’, personaggio dolcissimo e carinissimo come lei”.


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6 Commenti dei lettori »

I soliti comunisti che attaccano chiunque non si comporti come loro vorrebbero.
Cristina ha ragione in tutto e per tutto.


2. Alessandro Manzato ha scritto:
Ma vi stupite di questa qui?! Mah… io veramente mi stupisco di più degli organizzatori dei vari Pride e compagnia bella che ospitano ’sta gente , della quale se ne può fare tranquillamente a meno! Che vi serva da lezione! -madrine +gin tonic. Dai su, per favore.


3. sergio ha scritto:
Ormai se partecipi a una qualsiasi cosa organizzata dalla destra sei automaticamente un cattivone.


4. Paolo ha scritto:
Occhi di gatto, un altro fegato sinistroide è stato spappolat(t)o.


5. Elly Scelly ha scritto:
Twitter è una cloaca infognata di sinistronz! bestemmiatori, tutto qui.


6. Stefano ha scritto:
Il solo errore di Cristina D’avena è stato quello di aver dato spiegazioni. Eccoli qui i vostri arcobaleni, fatti di finto buonismo e solidarietà solo con chi vi sta a genio. Sinistroidi e omosessuali repressi sono delle brutte bestie! Una massa di arrabbiati e arroganti che fanno leva sulla loro sofferenza per dettar legge in casa d’altri.
Fate un po’ schifo, soprattutto dopo aver letto insulti indecenti verso una donna. Ripeto, verso una donna.

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1. Francesco ha scritto:
15 dicembre 2022 alle 17:11