Il cammino come dispositivo di recupero, come una pena alternativa. Passo dopo passo, dal carcere alla via Francigena del Sud, da Roma a Santa Maria di Leuca, in Puglia. La docu serie Boez – Andiamo via, coprodotta da Rai Fiction e Stemal Entertainment, racconterà in dieci puntate il percorso fisico ma anche emotivo e di “espiazione” di sei ragazzi condannati per aver infranto la legge ed in regime di detenzione. In onda su Rai3 alle 20.20, la serie debutterà stasera e proseguirà fino al 13 settembre.
Alessandro, Francesco, Omar, Matteo, Maria e Kekko sono stati scelti per partecipare ad uno speciale programma di espiazione esterna della pena. Il loro viaggio, fatto da cinquanta tappe per oltre 900 km, documenterà un tipo di pena alternativa già praticata in altri Paesi europei, che abbatte le percentuali di recidiva. Si tratta del primo prodotto televisivo che affronta questo tipo di tematiche; l’esperimento si preannuncia dal forte impatto sociale ed infatti anche il Ministero della Giustizia ne ha riconosciuto la sua funzione pubblica, supportandone in maniera fattiva la sua realizzazione.
Tappa dopo tappa, assistiti dal lavoro di una educatrice con esperienza di dinamiche di gruppo e da una guida esperta nei percorsi di lunga distanza a piedi, i protagonisti lasceranno emergere anche sogni, aspirazioni e desideri soffocati o repressi da un destino avverso prima e dalle devianze poi.
Dal punto di vista produttivo e delle riprese si è trattato di un esperimento, con troupe che sono state organizzate per essere poco invasive. Poi, per rendere più autentico il racconto, è stato introdotto come elemento narrativo l’utilizzo delle riprese realizzate dai ragazzi con il telefonino: un’auto-rappresentazione senza filtri che integra quella delle telecamere “ufficiali”.
Rai3, Boez – i protagonisti
ALESSANDRO
Un’esistenza trascorsa in strutture per minori e carceri. Ha sempre inseguito il soldo facile, ma la vita di strada gli ha spento le emozioni. Intelligente e riservato, coltiva una grande passione, la scienza. Sogna di poter studiare per diventare astrofisico. Sottoposto ad esecuzione penale esterna, lavora presso il cimitero del suo paese. Nel cammino vede l’opportunità di ricostruire se stesso e di trovare nuovi stimoli per un radicale cambiamento di vita.
MARIA
Unica femmina in una famiglia in cui attenzioni e affetto sono solo per i fratelli maschi, Maria ha il destino segnato: a 14 anni la “sposano”, poi la costringono a rubare. Le imposizioni di suo padre e le tradizioni della comunità Rom nella quale è nata la soffocano; abbandona tutto e comincia a vivere di espedienti, finché viene accolta dalla Comunità “Il fiore del deserto”. Affronta il cammino con un tenace desiderio di riscatto e di libertà, alla ricerca di una vita serena e onesta.
OMAR
Nato e cresciuto in una città industriale della provincia lombarda; mamma di Napoli, papà tunisino. Da ragazzino trascorre le giornate per strada, insofferente alla scuola, alle regole. Entra ed esce dal carcere minorile. Dopo aver combattuto contro l’obesità che lo ha mortificato fin da bambino, ha intrapreso un percorso di reinserimento. Vede nel cammino la possibilità di affrontare un’altra sfida, che gli dia maggiore sicurezza e forza per restare sulla retta via.
FRANCESCO
Cresciuto all’ombra del padre, boss della malavita locale, corrisponde al cliché dell’enfant prodige, con un curriculum di reati che lo porta dritto dritto in carcere e per molto tempo. Poi entra nella Comunità “Emmanuel” e decide di dire no definitivamente al crimine e di aiutare i ragazzi più giovani di lui. Durante il cammino ce la mette tutta; arrivare fino alla fine per lui significa anche dimostrare di poter cambiare malgrado un destino già segnato dalla sorte.
KEKKO
Ironico e allegro, sta finendo di scontare la sua pena come tuttofare in una casa famiglia; il resto della giornata lo passa allenando il suo corpo pluritatuato e divorando ore di reality davanti alla TV. Nonostante la risata prorompente, i suoi occhi rivelano l’ombra di un’infanzia segnata da violenze e privazioni. Sogna di intraprendere il cammino per ritrovare il proprio sé che ha perso da tanto tempo. Per lui apparire in una serie TV significa anche poter dimostrare a tutti di essere finalmente sulla strada giusta.
MATTEO
Timido e di poche parole, la recente morte della mamma lo ha segnato nello sguardo e nell’animo. Durante la reclusione anche i contatti con il fratello, a cui era tanto legato, si sono diradati lasciandolo completamente solo. Dopo cinque anni di carcere, il cammino rappresenta per lui la possibilità di uscire definitivamente da una cella e tornare a vedere il cielo. Intraprende il lungo percorso nella speranza di fare esperienze di cui sua madre sarebbe stata orgogliosa.
1. Laura ha scritto:
15 settembre 2019 alle 22:11