9
settembre

Sopravvissute: con Matilde D’Errico le storie di donne scampate ad «amori criminali»

Matilde D'Errico

Matilde D'Errico

Per anni con Amore Criminale abbiamo rivissuto storie di amori ambigui e pericolosi, rapporti di coppia malati, destinati puntualmente a concludersi nel peggiore dei modi, ovvero con la morte delle protagoniste. Dagli amori sbagliati e dalle relazioni con uomini manipolatori, narcisi e violenti ci si può però anche salvare. E’ proprio questo il tema centrale su cui ruota Sopravvissute, il nuovo programma ideato e condotto da Matilde D’Errico, in onda da questa sera per sette puntate alle 23.55 su Rai3.

La trasmissione, in onda subito dopo Amore Criminale (al via sempre quest’oggi alle 21.25 con la conduzione di Veronica Pivetti), proverà in un’ideale fil rouge a continuare a dire no alla violenza sulle donne, sostenendo che con forza e determinazione si può anche scappare da relazioni sentimentali sbagliate e provare a riappropriarsi della vita.

Al centro delle puntate verranno raccontate le storie di Giorgia, Beatrice, Lucia, Grazia… alcune delle donne che ce l’hanno fatta, che sono sopravvissute a una relazione, costruita in alcuni casi sulla dipendenza affettiva. Donne diverse per età, per lavoro e storia personale, sopravvissute ad amori ambigui e pericolosi, tutte rinate e pronte a testimoniare che si può ricominciare, che è possibile liberarsi da legami sbagliati. Oggi queste donne sono persone nuove, sanno guardarsi dentro e riconoscere le dinamiche “vischiose” che le hanno portate – per un periodo della propria vita – a farsi manipolare da uomini sbagliati.

L’idea della trasmissione è far raccontare a ognuna di loro la propria vicenda; in un’ottica di servizio, la loro testimonianza sarà di aiuto e sostegno a tutte le altre che invece sono ancora “dentro” una relazione di questo tipo. Queste “sopravvissute” racconteranno la giornata in cui hanno preso consapevolezza e chiesto aiuto, la giornata che le ha fatte rinascere, rendendole persone nuove. Persone che hanno superato tutto e oggi “vivono sopra”, come nell’etimologia latina supravivere. “Vivere sopra” significa avere una “lente nuova” attraverso la quale osservare meglio se stesse e gli altri.

Sopravvissute – Nella prima puntata la storia di Giorgia

Al centro della prima puntata la storia di Giorgia, una tra le prime donne a entrare nell’esercito nel 2004, quando aveva poco più di 20 anni. Ha la passione per le forze dell’ordine sin da quando è bambina e nell’anno del suo diploma le donne vengono per la prima volta nella storia italiana ammesse a partecipare alla vita militare. Dopo tre tentativi, Giorgia raggiunge il suo obiettivo: alla fine del 2003 è una donna militare. E’ una ragazza particolare, il suo aspetto esteriore tradisce qualche difficoltà minima di movimento, un’irrequietezza, lei la chiama “l’argento vivo”, una serie di tic e di scatti che sin da quando era piccola hanno causato lo scherno da parte degli altri. Nell’esercito è contenta, orgogliosa e soddisfatta, è felice di vivere la vita che vive, quella che ha sempre desiderato di vivere.

L’atteggiamento di Giorgia viene interpretato dai suoi colleghi come una sorta di “disponibilità” di altro tipo. In diverse occasioni deve difendersi da comportamenti scorretti da parte dei suoi colleghi. In questo contesto maschilista, bigotto, chiuso e pieno di pregiudizi nei confronti del genere femminile c’è anche un superiore che cerca di molestarla ripetutamente. Il 16 marzo del 2006 il sottufficiale la molesta pesantemente. Lei scappa e decide di denunciare. I mesi successivi alla denuncia sono un incubo: Giorgia è vittima di bullismo, di nonnismo e maschilismo, viene offesa, presa in giro, riceve telefonate anonime di minacce, insultata pubblicamente sui registri della caserma. Riceve continue richieste da parte degli ordinamenti più alti per ritirare la denuncia e permettere al sottufficiale di andare in pensione senza ripercussioni sulla carriera.

Giorgia non indietreggia ma la sua salute e il suo stato psicologico risentono di questa situazione, il suo quadro clinico è quello di disturbo post-traumatico da stress, ansia e disturbi dell’umore. Non può più vivere in caserma. Viene ricoverata per periodi prolungati in case di cura e viene sottoposta a continui accertamenti, i tic e gli scatti fisici sono aumentati e sono peggiorati, per la prima volta ha una diagnosi: quello che pensava essere sin da piccola “l’argento vivo” è in realtà la Sindrome di Tourette. Giorgia rimane senza lavoro e non rientrerà mai più nell’esercito. Nel 2009, l’uomo viene condannato ad un anno e tre mesi che con la condizionale non sconta. Il procedimento civile si conclude nel 2012, l’uomo viene riconosciuto colpevole e condannato per abuso di potere e per molestie sessuali ripetute, deve pagare un risarcimento che non sarà mai riconosciuto realmente alla donna. Oggi Giorgia ha 38 anni, vive in un paesino vicino Padova con suo padre, è volontaria nella Croce Rossa e svolge servizio nell’ospedale militare di Padova. Ha seguito un corso per diventare speaker e ha un diploma di infermiera. Il suo sogno oggi è quello di lavorare come speaker o come doppiatrice.

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