Anni Ottanta, Washinghton, due identità fittizie. La quinta stagione di The Americans sta per sbarcare in prima visione assoluta su FOX (Canale 112 di Sky). Questa sera – 19 giugno 2017 – alle 21.50 andrà in onda il primo dei tredici nuovi episodi, che vedranno ancora in azione i coniugi Jennings, spie russe in incognito negli Stati Uniti.
The Americans 5, anticipazioni
Nel nuovo ciclo, la vita da spie condotta da Philip Jennings (Matthew Rhys) e da sua moglie Elizabeth (Keri Russell) sarà ulteriormente analizzata alla luce del fardello di contraddizioni che la stessa porta con sé. Da questo punto di vista, un’attenzione particolare sarà rivolta alla figlia adolescente Paige (interpretata da Holly Taylor), venuta a conoscenza del mestiere dei genitori e forse avviata a seguirne le orme. Attraverso la ragazza un dubbio si insinua, dapprima lentamente, poi in modo sempre più corposo, nella atipica quotidianità della coppia. La giovane dovrà fare i conti con un emblematico interrogativo: può sentirsi una ragazza americana a tutti gli effetti o, viceversa, non deve mai dimenticare di essere in primis la figlia di una coppia di spie del KGB? A complicare il tutto, come se ciò non bastasse, il sentimento provato dalla giovane nei riguardi di Matthew (a cui presta il volto Danny Flaherty), figlio di un agente dell’FBI che dà la caccia ai suoi genitori.
Trasmessa dal canale via cavo FX e fra i gradini più alti delle classifiche delle migliori serie tv create in America nell’ultimo decennio, The Americans è stata da poco rinnovata in madrepatria per una sesta e probabilmente conclusiva stagione. In un’intervista a La Lettura, i due creatori dello show, Joel Weisberg e Joe Field, hanno sottolineato come la cifra distintiva della serie consista nel continuo sovrapporsi della dimensione domestica, privata, a quella politica. Queste le parole di Weisberg:
“Nella scrittura non pensiamo mai all’aspetto politico della vicenda, ma restiamo concentrati sulle relazioni: marito-moglie, genitori-figli. Anche così viene fuori la dimensione politica poiché tutti i personaggi hanno punti di vista e aspettative sul mondo“.
Una delle caratteristiche della serie, al di là della capacità di far empatizzare lo spettatore con i due protagonisti, risiede nella mancanza di una dicotomia fra i buoni (gli americani) / cattivi (i russi). Dicotomia che, viceversa, è presente in molte storie di spionaggio ambientate durante la Guerra Fredda. Nessun eroe, nessun maledetto: di ogni personaggio vengono fotografati tanto i punti deboli, le fragilità, quanto quelli forti, le virtù.