Adagia un gruppo di ballerini, bizzarramente abbigliati, su comode sedie, lascia che vistosamente ammicchino alla telecamera, in pose degne di Augusta, alias Annarella Longhi nelle “Vacanze intelligenti”, e chiamala coreografia. Questo c’ha regalato, martedi sera, nel corso della serata finale di Amici, un sempre più ispirato Daniel Ezralow.
Una criptica rappresentazione dalle insospettabili nefaste conseguenze. Ebbene sì, perchè anche chi ha l’agilità di un bue muschiato e una conformazione fisica ideale per discipline sportive quali il lancio dei coriandoli o la scalata del Mont Blanc (il dolce, evidentemente, s’intende), è balzato d’un colpo in piedi (e già questo è un prodigio…) e gridato al miracolo. “Grazie Daniel, sei il mio salvatore”! Anche chi non porta a spasso un marmoreo lato b, stile Josè per intenderci, finalmente, può prendersi la sua rivincita e sperare di poter sfoggiare tutta la sua innata, invisibile ai più, attitudine alla danza. Alla faccia del solito ”insensibile del piano di sotto” il quale, ogni volta che, goffamente, si improvvisa un balletto casalingo, si attacca al telefono e grida ai pompieri di aver avvertito chiari segnali di un catastrofico sisma.
In realtà, degne di nota sono state tutte le coreografie che l’estroso artista c’ha offerto nella serata di martedi. Meravigliosa, onirica, straordinariamente evocativa, quella con i ballerini arrampicati su vertiginosi trampoli, pruriginosa quella che, sulle note della magnifica “Overjoy”, ha fatto temere che le ballerine fossero state chiamate a dimostrare quanto avvenuto, nel famoso studio ovale, tra Clinton e la Lewinsky.
Ad un certo punto, poi, non crediamo di essere stati i soli a pensare, ingenuamente, all’ennesima incursione del solito cavallo pazzo della situazione. Invece no! Trattavasi, più semplicemente, di un’altra magnifica trovata del nostro Daniel che, sulle note della splendida “Home”, rappresentava il devastante bisogno dell’autore del brano di tornare a casa, facendo correre, forsennatamente, da un angolo all’altro dello studio i suoi danzatori. Superlativo! Anche qui siamo rimasti folgorati da un’ improbabile allucinazione: davanti a noi si materializza un’eterea Carla Fracci che, stile zio Sam, reclama, perentoria, una nostra esibizione.
Tornati alla crudele e ingrata realtà, ma sempre con un assillante “cinque, sei, sette e otto” che ci martella le meningi, speriamo che la De Filippi la smetta di storpiare, ignobilmente, il nome del nostro novello guru e che, dal prossimo anno, quest’ultimo continui a regalarci fallaci illusioni, ma, parimenti, ci risparmi le sue comiche “prove improvvisazione”.
1. Kiara ha scritto:
26 marzo 2009 alle 19:08