L’avversione al rischio è un’atavica caratteristica dei dirigenti della nostra televisione che si riflette in tutte le scelte di palinsesto, rilevanti o meno che siano. Capita che individuato un filone lo si cavalchi sino allo sfinimento (vedi reality), e che ad una conduttrice che ha avuto successo con un programma si scelga di affidargliene, nell’immediato, un altro simile senza considerare alternativa alcuna e finendo inevitabilmente per fare un buco nell’acqua.
E’ il caso di Paola Perego che, dopo gli inaspettati fasti di La Talpa, programma “estremo” ma reso appettibile ad un pubblico più generalista dalla sua conduzione familiare, è stata designata alla conduzione della Fattoria numero 4, offrendoci una prova incolore, non riuscendo ad affrancarsi, dagli schemi talpeschi. Di sicuro lo stesso studio, le stesse luci e inquadrature, e i soliti sexy moment non l’hanno aiutata.
E le ragioni non risiedono certo in una cattiva padronanza del mezzo televisivo poichè la Perego, seppur Lady Presta, ha alle spalle una lunghissima gavetta: non c’è fascia oraria, o genere televisivo (persino quiz) in cui non si sia cimentata con buoni risultati. I motivi potrebbero essere, invece, addotti a una sua maggiore attitudine al talk e al trash, suo innegabile marchio di fabbrica. Sì, la Perego è, televisivamente parlando, la regina incontrastata del trash perchè mentre la De Filippi crea, di soppiatto, tutte le condizioni affinchè scocchi la scintilla per poi lavarsene le mani, la D’Urso se ne dissocia ipocritamente, la Ventura usa l’arma dell’ironia, lei, invece, infierisce consapevolemente mettendo il dito nella piaga e sguazzandoci dentro allegramente.
Il trash, come si sa, non è necessariamente un male, soprattutto quando si parla di reality ma la Fattoria necessiterebbe di un approccio più allegro e scanzonato (dopo tutto si regge su un paradosso: un gruppo di vip che va a zappare la terra), allo scopo di raggiungere un’identità che la distingua dagli altri reality. Ad onor del vero, tale identità non si è mai completamente delineata neanche nelle passate edizioni in cui, troppo spesso, l’impressione era di trovarsi dinnanzi a un ibrido tra Isola dei Famosi e Grande Fratello. Ma se l’isola è sadismo, il GF è soap sociologica, la talpa è game, la Fattoria dovrebbe essere allegria e la Perego, il cui umorismo non va oltre l’istigazione del doppio senso, proprio non sembrerebbe adatta.
Dopo tutto, alzi la mano chi assistendo alla Fattoria non abbia pensato a come sarebbe stato diverso il programma con l’inviata ironica, solare e nazionalpopolare Mara Venier alla conduzione, o chi vedendo Sonia Bruganelli nelle vesti di opinionista, non abbia pensato a come Paolo Bonolis, uomo di straordinario talento e umorismo, si sarebbe cimentato con delle braccia tornate (dopo l’ingiusta sottrazione) all’agricoltura. Ma, purtroppo, una cinquantenne da anni esiliata dalla televisione e mai consacrata a Mediaset e un uomo, e che uomo, alla guida di un reality, rispetto ad una conduttrice già rodata, sono scelte rischiose da prendere…
1. matteoc4 ha scritto:
20 marzo 2009 alle 17:43