“Quando pensi di avere tutte le risposte, la vita ti cambia tutte le domande”: così si pronuncia il protagonista Carlo, turbato dal venir meno di tutte le sue certezze, ma tra tante possibili domande, ironia della sorte, durante la pubblicità va in onda il promo del film Ghost e viene da chiedersi se sia un caso. La risposta sembra essere una sola: che un racconto come quello proposto è ormai superato, non al passo con i tempi, e, se le premesse erano potenzialmente ottime e prodotti analoghi del passato hanno raggiunto il successo, oggi ci si aspetta decisamente qualcosa di più.

La serie scorre, ma è piatta, prevedibile, banale. La recitazione non convince e la sceneggiatura racchiude elementi che potevano essere articolati in maniera decisamente più credibile. Tanti gli effetti speciali che più che inquietare lasciano perplessi. La nota comica funziona, alleggerisce i toni, ma non può certo sdrammatizzare un racconto che più che drammatico risulta noioso.

Puntare sul paranormale e su interrogativi che almeno una volta ci siamo posti tutti nella vita può essere vincente, purchè l’idea di partenza, in effetti ormai non troppo originale, venga sviluppata in maniera coerente e interessante. Apprezzabile il tentativo di innestare su elementi comuni qualcosa di diverso ma manca un guizzo, la capacità di stupire e di non lasciare lo spettatore a chiedersi il perché di certe ovvietà.

Insomma, il pubblico chiede molto di più di una originalissima seduta spiritica che scoperchia un vaso di Pandora prevedibile e arretrato. Più che l’anima gemella, ci vorrebbe un’anima autentica e originale per questa serie, un tratto distintivo che per il momento manca del tutto.

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