Opere d’arte di estremo valore sparite dai locali della Rai. O addirittura finite all’asta, come nel caso di una scrivania disegnata per l’azienda dall’archistar Gio Ponti. Venduta a Londra al miglior offerente per circa 70mila euro. Lo scandalo, sollevato recentemente da Striscia la Notizia, ha trovato conferma nelle parole di Nicola Sinisi, Direttore canone e beni artistici della Rai, interpellato proprio dal tg satirico.
“C’è un’inchiesta della magistratura e in Italia bisogna imparare a rispettare i ruoli“
aveva detto il dirigente all’inviato di Striscia, Pinuccio, che lo aveva raggiunto e interrogato sulla vicenda. L’indagine, molto complessa, era scattata a marzo scorso. Secondo quanto portato alla luce dal programma di Antonio Ricci, tra le opere sottratte dalla Rai ci sono pezzi molto pregiati come il quadro “Vita nei campi” di Giorgio de Chirico, che pare sia stato rubato e sostituito con una copia (poi scomparsa anche quella), e “La domenica della buona gente” di Renato Guttuso. In tutto, si stima che siano più di dieci le opere trafugate da Viale Mazzini.
Al riguardo, il tg satirico ha anche portato all’attenzione il caso della già citata scrivania disegnata per la Rai da Gio Ponti e battuta all’asta a Londra da Christie’s l 16 ottobre 2019. Nella descrizione dell’oggetto, presente sul sito della casa d’aste, si legge a scanso di equivoci: “Una rara e importante scrivania, progettata per gli uffici Rai“. Come l’opera fosse finita a Londra, non è dato saperlo.
Molte di queste sparizioni, peraltro, non sono cosa recente. Emblematico il trafugamento, da parte di un ex impiegato della Rai, di un dipinto dell’artista fiorentino novecentesco Ottone Rosai, e la sua sostituzione con una copia perfetta. Un furto avvenuto circa cinquant’anni fa, negli anni Settanta, ma scoperto però solo pochi mesi fa. Il che rende il tutto ancor più paradossale.
La scoperta è avvenuta accidentalmente, dopo che il quadro in questione – intitolato “Architettura” – era caduto a terra. Chi si era occupato di risistemarlo si era reso conto di aver a che fare con un falso e non con la preziosa opera di Rosai. E’ dunque scattata la denuncia ai Carabinieri.