Il processo a suo carico non è ancora iniziato, ma in tv Massimo Bossetti è già stato messo alla gogna. In carcere da otto mesi con l’accusa di aver ucciso Yara Gambirasio, il muratore di Mapello è al centro di dibattiti ed approfondimenti televisivi che lo vedono protagonista accanto a pochi altri volti noti alle cronache giudiziarie. Innocentisti e colpevolisti si dividono sulla sua sorte, ma lui non può parlare. Ora però, dalla cella dove è detenuto, il muratore ha deciso di rompere il silenzio con una lettera inviata alla redazione di Matrix.
Massimo Bossetti – La lettera a Matrix
“Io dal carcere vi vedo in televisione, ma non posso dire e fare nulla. Non posso difendermi facendo arrivare a voi la mia voce. La mia famiglia è stata colpita, sconvolta. I miei figli sono stati privati del loro padre, anche se il loro papà non è ancora rinviato a giudizio“
si legge nella missiva inviata da Bossetti al programma di Canale5 condotto da Luca Telese. Parla l’indiziato numero uno, l’orco (presunto) che le telecamere hanno dato in pasto al grande pubblico. Dopo ore di trasmissioni, approfondimenti e dibattiti condotti sulla sua persona e in sua assenza, il muratore bergamasco affida le sue parole proprio al piccolo schermo, alla trasmissione che già ospitò le confessioni di sua moglie, per rivendicare il suo “diritto ad avere un processo equo“.
Massimo Bossetti a Matrix: chiedo di stare ai domicilari
“Sono da otto mesi qui dentro senza nemmeno ancora poter conoscere tutti i documenti raccolti contro di me. Subisco la forza dell’accusa che mi vuole a tutti i costi colpevole. Siccome il mio processo lo sto vedendo in televisione e non in tribunale, vi chiedo di dare il risalto a questa mio richiesta di scarcerazione e difendere il mio diritto ad avere un processo equo e poter stare a casa ai domiciliari come qualsiasi altro cittadino di cui non è stata provata ancora la colpevolezza (…) Sostenete questo mio diritto perché l’incubo che sto vivendo potrebbe viverlo chiunque di voi, grazie” ha scritto Bossetti.
Massimo Bossetti, nuova richiesta di scarcerazione
Lo scorso 3 febbraio, a La Vita in Diretta su Rai1 erano stati resi noti i contenuti di un’altra lettera, quella scritta dal muratore al suo avvocato Claudio Salvagni. La voce della difesa torna a farsi sentire sui media in concomitanza con la formulazione di una nuova richiesta di scarcerazione che l’avvocato di Bossetti depositerà al gip di Bergamo.
Il legale depositerà anche la consulenza della propria genetista, Sarah Gino, in cui si sollevano dubbi sul Dna mitrocondiale trovato sul corpo della ragazza. Secondo elementi finora in mano alla difesa, esso non sarebbe riconducibile a Bossetti.