Rivoluzione o maledizione? Ogni edizione di Miss Italia non sarebbe tale se non fosse caratterizzata dalle tradizionali buone intenzioni: “quest’anno la kermesse cambia” e via discorrendo. Parole, parole, parole che hanno il sapore della ‘pace nel mondo’ delle miss e che, puntalmente, non si traducono in fatti. Il concorso di bellezza finisce puntualmente per rimanerne travolto e ingabbiato in un meccanismo che ripete sempre se stesso. Un “eterno ritorno” al quale, ahinoi, non si sono sottratti nè Simona Ventura nè soprattutto Magnolia.
Miss Italia 2014: quali erano le novità?
Nella serata che ha portato all’incoronazione Clarissa Marchese, non abbiamo scorto nessun elemento di innovazione o di originalità che rimarcasse la tanto strombazzata nuova veste di Miss Italia. Fatto grave. Perchè se lo scorso anno le tempistiche erano risicate e, più in generale, la situazione sfiorava quasi il dramma, quest’anno la celebre casa di produzione ha avuto tutto il tempo necessario per mettere in piedi una Miss Italia rinnovata. Opportunità (mancata) che non solo avrebbe portato lustro alla società guidata da Leonardo Pasquinelli, ma avrebbe anche appagato il palato del pubblico che continua a nutrire interesse per la kermesse. A prescindere da tutto.
Se a ciò s’aggiungono i presumibili problemi organizzativi, visto che l’elemento talent è scomparso in corso d’opera, cambiando il regolamento a poche ore dall’inizio, il quadro è decisamente poco entusiasmante. Così come poco entusiasmanti sono stati i filmati introduttivi delle Miss (li abbiamo già visti nelle recenti edizioni di Frizzi), le pseudo coreografie iniziali o la divisione in categorie. Forse un elemento degno di nota c’era: Sandro Mayer che, in piena sintonia con i proclami della vigilia, spingeva le Miss a mettere da parte l’imperante buonismo. Peccato, però, che venisse visto quasi come un marziano, con la Ventura, troppo presa dall’infinita scaletta, pronta a troncare ogni polemica, e le ragazze, incapaci di confutare lo stereotipo delle Miss.
A cambiare sono state le uniche cose che avremmo voluto non cambiassero: la carrellata iniziale di presentazione delle Miss (bisogna pur farle vedere per bene) e la scalata finale alla Corona. Non si era mai visto che da cinque Miss finaliste si passasse immediatamente alla vincitrice; qualsivoglia intoppo organizzativo non spiega una scelta ammazza pathos come questa, che impedisce al pubblico di conoscere (o meglio ricordare) l’identità della futura ‘reginetta di bellezza’.
Simona Ventura ha dato ritmo anche se…
C’è tuttavia un cuscinetto che attutisce il colpo: era difficile, infatti, far peggio dell’edizione peggiore di sempre, quella del 2013. E il risultato è uno show comunque migliorato rispetto all’anno scorso e ad alcune edizioni passate. Meriti e demeriti anche per Simona Ventura che, se da un lato ha dato ritmo rappresentando un valore aggiunto per l’intera manifestazione, dall’altro ha commesso degli “errori da principiante“.
Sarà l’emozione per il ritorno alla generalista, sarà la consapevolezza di giocarsi una chance importante (certo, potrebbe anche essere un peccato di superbia), ma Simona – visibilmente agitata – si è più volte incartata con parole e regolamento, troppo legata ad un gobbo che ad una conduttrice come lei non può che star stretto.
Patrizia Mirigliani e La7 hanno dal canto loro già rinnovato la fiducia a Simona per il prossimo anno. Miss Italia, infatti, rimarrà su La7 anche nel 2015. E se la casa mediatica non è di sicuro d’aiuto al concorso, si ricominci a lavorare al progetto da subito. Le alternative sono due: cambiare casa di produzione o chiedere a Magnolia di confezionare uno show che, da subito, abbia una nuova linea chiara e definita.
1. straniera ha scritto:
15 settembre 2014 alle 17:50