Scoppia il caso Auditel. Anzi, il caos Auditel. Una magagna sta per abbattersi sul sistema di rilevazione degli ascolti televisivi, il motore che muove e condiziona da sempre ogni tassello che conta del piccolo schermo. Alcune tra le 5.600 famiglie del campione da cui dipende ogni giorno lo share sono venute a conoscenza dell’identità di parte dei loro “colleghi di panel”. Identità che, ovviamente, deve (o meglio, doveva) restare anonima. Auditel, poco fa, ha tentato di fare “chiarezza” sulla vicenda, parlando di errore nell’invio della posta elettronica.
A rivelare il “baco dello share” è stato il Corriere della Sera, secondo cui all’interno della società Auditel ci sarebbe stata una forte spaccatura tra chi voleva interrompere da subito la rilevazione e pubblicazione degli ascolti tv a data da destinarsi e chi preferiva – come poi è stato fatto, almeno per il momento – andare avanti in attesa di sviluppi. Ma cosa è realmente successo?
Partiamo da un dato: il campione di 5.600 famiglie ha un peso non indifferente su tutto il sistema televisivo; soltanto 50 di esse, per intenderci, rappresentano quasi l’1% del Paese. Rivelarne l’identità potrebbe portare a scenari “pericolosi”, con la conseguenza di dover interrompere la rilevazione degli ascolti e mandare in tilt un meccanismo che “funziona” proprio grazie allo share: programmazione dei palinsesti, messa in onda e spostamento delle trasmissioni, concorrenza, investimenti pubblicitari e molto altro.
Chi fa parte del panel, quindi del campione rappresentativo del Paese, non può conoscere quali sono gli altri soggetti rilevati per evidenti rischi di inquinamento dei dati. Gli stessi nomi delle famiglie, infatti, sono difesi dal vincolo della segretezza. O meglio, erano difesi, perché – stando a quanto riportato dal Corriere della Sera – “la Nielsen, la società alla quale sono affidate operativamente le rilevazioni per Auditel, avrebbe incrociato male i cavi, come si diceva una volta, e chi non doveva sentire aveva un microfono acceso nelle altre stanze“. Il problema, inoltre, è anche quello di individuare ora quale quota del panel sia stata contaminata.
Auditel, intanto, tramite una nota ufficiale, precisa che il sistema di rilevazione degli ascolti non presenta alcun difetto, ma che si è trattato di un errore nell’invio della posta elettronica:
“Nessun baco nel sistema, ma un errore nell’invio della posta elettronica ad alcune famiglie del campione di cui sono stati resi noti gli indirizzi e-mail. Siamo stati informati dal nostro fornitore Nielsen che, per un errore, sono state trasmesse comunicazioni di posta elettronica a famiglie del campione rendendo visibili gli indirizzi e-mail. Il nostro Comitato Tecnico si è posto immediatamente al lavoro per individuare valutazioni e proposte che saranno esaminate dal consiglio di amministrazione della Società già convocato per mercoledì 14 ottobre. Auditel intende confermare la propria linea, trentennale, di serietà e trasparenza”.
1. Lorenzo ha scritto:
9 ottobre 2015 alle 20:57