>>> Dal Diario di ieri…
- Monica Guerritore torna sul piccolo schermo con “Trilussa. Storia d’amore e di poesia”.
Reduce dal grande successo di critica e pubblico ottenuto con il musical dedicato a Judy Garland, “End of the Rainbow”, l’attrice è al fianco di Michele Placido nel film tv in due puntante diretto da Ludovico Gasparini e in onda lunedì 11 e martedì 12 marzo su Rai Uno. Il suo ruolo è quello di Rosa Tomei, la donna che fu per più di 40 anni una presenza fissa e costante nella vita del poeta romano. “Interpretando questo personaggio – dice Monica Guerritore, assente alla presentazione ufficiale a viale Mazzini a causa di una brutta influenza – mi sono resa conto con emozione che stavo riportando in vita e ridando voce a una donna vera, che era rimasta nell’ombra e a cui nessuno, prima degli sceneggiatori Pondi, Logli ed Exacoustous, aveva dato una storia. Mi stupisco di questo mistero”. Cameriera? Badante? Compagna? Nessuno ha mai saputo molto di lei. “Il legame che la unisce a Trilussa è fortissimo – continua Monica Guerritore - E’ la donna, l’unica, che governa quel mondo e quell’intimità da cui tutti gli altri sono esclusi. Rosa vive per il poeta, lo protegge, lo guida, lo preserva da se stesso, dai debiti e ne condivide le idee”. Lo ama? “E’ di più – spiega l’attrice – Un amore che è più di un amante, è più di un figlio. Un amore che io non ho mai raccontato e che raramente ho visto sugli schermi. Forse la Loren e Mastroianni in Una giornata particolare. Brutta e analfabeta, spiritosa e ironica, è fortissima a tener testa a tutti, creditori in primis, per salvaguardare la pace di Trilussa. Gli dà da mangiare la cicoria che raccoglie a Monteverde e se ne priva lei. Lo tiene tra le braccia mentre muore”. Ma chi era veramente Rosa Tomei? E’ la domanda cui ha voluto dare una risposta Monica Guerritore. “Ho cercato di capire guardando in Internet. Di lei non ci sono immagini se non quelle in cui viene sfrattata alla morte del poeta. Non aveva titolo. Non era nessuno. La cacciarono da quella casa in cui aveva vissuto tutta la sua vita e di lei nessuno ha saputo più nulla. Fino ad oggi quando una signora, Enrica Schettini Piazza, mi ha contattato e mi raccontato di avere assistito in ospedale, lei giovanissima volontaria, una donna che diceva di chiamarsi Rosa Tomei. Era malata e aveva un’emiparesi. Le chiese: ‘Lei è sola?’. La Tomei rispose, guardando verso il corridoio: ‘No, aspetto lui’. E l’ha aspettato fino alla morte. Per lui aveva imparato a scrivere. Rosa Tomei ha lasciato 33 poesie, ad oggi inedite, pregando la giovane volontaria di trovare un editore per farle pubblicare. Io le ho lette sono bellissime – conclude Monica Guerritore -. E sicuramente alcune parlano d’amore. Per Trilussa. Quante coincidenze. C’è una voce che ci sta parlando, cerca di farsi sentire dopo non essere riuscita a farsi sentire in vita. Io spero con la mia interpretazione di avere dato il giusto calore e la giusta dolcezza e forza a Rosa. E cercherò anche di darle voce.
1. Tyrael87 ha scritto:
10 marzo 2013 alle 00:47