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gennaio

La vera storia di Chiara Lubich

Chiara Lubich

Chiara Lubich

Una donna di grande dolcezza e determinazione. E con una visione, anche politica, di unione e fratellanza, che forse servirebbe anche oggi”. Con queste parole Cristiana Capotondi descrive la “sua” Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari che, nel centenario della nascita, rivive questa sera su Rai1 nel film tv Chiara Lubich – L’amore vince tutto di Giacomo Campiotti, prima fiction del 2021 per la tv di Stato. Ma chi era la vera Chiara Lubich? Di seguito una breve biografia di una donna dal grande carisma; libera, appassionata e coraggiosa. 

La vera storia di Chiara Lubich

Chiara Lubich, all’anagrafe Silvia, nasce a Trento il 20 gennaio 1920, seconda di quattro figli. Suo padre Luigi è antifascista e socialista, mentre la madre Luigia è animata da una forte fede cattolica, il fratello Gino è militante nella Resistenza e in seguito giornalista a L’Unità. Ottenuto il diploma di maestra elementare, non potendo proseguire gli studi universitari a causa delle difficoltà economiche della famiglia, comincia ad insegnare. Un momento decisivo per la sua scelta di vita avviene nel 1939 durante un ritiro al Santuario della Santa Casa di Loreto. In quell’occasione, l’ultimo giorno del ritiro, vedendo la chiesa piena di giovani, le passa un pensiero che l’accompagna per il resto della sua esistenza: “sarai seguita da una schiera di vergini”. Sino al 1943 continua ad impegnarsi a servizio della Chiesa locale di Trento e come terziaria francescana assume il nome di Chiara. In quell’anno avverte la chiamata di Dio a donarsi totalmente a Lui. Il 7 dicembre alle 6 del mattino, in una cerimonia alla quale presenziano solo lei e il sacerdote, fa voto di totale consacrazione a Dio.

Negli anni successivi, fortemente segnati dalla Seconda Guerra Mondiale, diverse giovani ragazze vogliono seguire la sua strada. La guerra non lascia tregua e mentre molte famiglie sfollano nelle valli di montagna, le ragazze decidono di rimanere a Trento per seguire le persone che cominciano ad aggregarsi a loro. Trovano un appartamentino di due stanze a Piazza Cappuccini. Lo chiamano “la casetta”: è il “primo focolare”. La guerra semina distruzione, fame e miseria. Chiara e le sue prime compagne si dedicano ai più poveri di Trento. Condividono con loro quel poco che hanno. Grazie al coinvolgimento di un numero crescente di persone, arrivano viveri, vestiario e medicinali. L’azione di Chiara diviene sistematica: traccia un programma articolato che mira a risolvere il problema sociale di Trento. Il dramma della guerra non è la sola difficoltà da superare. A Trento nei confronti di questa “nuova comunità” iniziano a nascere critiche e accuse. Vivere il Vangelo e mettere in comune i pochi beni e fare dell’unità il loro ideale, suscitava sospetti di protestantesimo o di una nuova forma di comunismo, l’altra grande minaccia per i tempi di allora. Dall’incontro, nel 1948, con Igino Giordani, deputato, scrittore, ecumenista, padre di 4 figli, il Movimento nascente ha una sua nuova apertura sul sociale, sulla famiglia e poi sul mondo ecumenico, tanto che Giordani viene considerato cofondatore.

Da quel piccolo gruppo nasce e si diffonde un movimento di rinnovamento spirituale e sociale chiamato Movimento dei Focolari. Pur essendo una realtà unica, per la varietà delle persone che lo compongono (famiglie, giovani, sacerdoti, religiosi e religiose di vari istituti, e vescovi), si snoda in 18 diramazioni, di cui 6 movimenti ad ampio raggio: Famiglie Nuove, Umanità Nuova, Movimento Parrocchiale, Movimento Diocesano, Giovani per un mondo unito, Ragazzi per l’unità, e molteplici realizzazioni tra cui il progetto per una Economia di comunione in cui sono impegnate oltre 750 aziende. 26 le cittadelle di testimonianza, case editrici, periodici in varie lingue, più di 1000 opere e attività sociali. Chiara Lubich ha consumato la sua vita a servizio della Chiesa, proponendo temi e aperture riprese più tardi dal Vaticano II, ed ha tracciato una via di santità religiosa e civile praticabile da chiunque, non riservata a pochi eletti. Insignita di 15 dottorati honoris causa e di numerose onorificenze nazionali e internazionali, cittadinanze onorarie nelle maggior città italiane e a Buenos Aires, è stata promotrice instancabile di una cultura dell’unità e della fraternità tra i popoli. Muore il 14 marzo 2008 a Rocca di Papa. Il 27 gennaio 2015 si è aperta la causa di beatificazione.



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