28
agosto

Lorenzo Patanè a DM: «Robert tornerà ancora a Tempesta d’Amore»

Lorenzo Patanè

Lorenzo Patanè

Lorenzo Patanè è stato il protagonista maschile di Tempesta d’Amore per due stagioni, la seconda e la sesta, rispettivamente nel 2007 e nel 2011. In questi giorni il suo personaggio, Robert Saalfeld, è tornato in video per una breve incursione ma… non sarà l’ultima. A DavideMaggio.it è sembrata l’occasione giusta per fare una chiacchierata con colui che gli presta il volto e sapere quali sono i suoi nuovi impegni professionali. E tra una riflessione e l’altra è venuta fuori anche una sorpresa che i fans di Sturm der Liebe apprezzeranno senz’altro.

Lorenzo, il pubblico italiano ti sta nuovamente vedendo nei panni di Robert. Nel 2011 tornasti per restare e quel ritorno segnò la fine della storia d’amore tra Robert e Miriam nonché l’inizio di un suo nuovo percorso sentimentale con Eva. Adesso lui è riapparso senza di lei, il pubblico deve preoccuparsi?

No, non è la fine di un percorso. Lui ed Eva sono una coppia ben salda. Con Miriam avevamo raccontato una vera storia d’amore, lui l’aveva guarita, era cresciuto con lei, era amore vero, sembrava impossibile che lui si innamorasse di un’altra. Quindi doveva succedere una sorta di cataclisma e perciò hanno optato per la morte di Miriam, per liberarlo drammaturgicamente da ogni impegno morale e mantenere questa figura intatta. Lui è molto fedele, molto giusto nelle sue azioni. Questa volta non è venuto per subire bensì per agire.

Robert però sembra molto cambiato, almeno nel look che è molto più sofisticato rispetto al passato.

Per il look il responsabile sono io (ride, ndDM). Non so perchè ma hanno avuto sempre problemi a mettermi delle cose addosso che mi si addicessero. All’inizio non avevo tanta influenza ovviamente, ero giovane, quindi mi facevo mettere addosso un po’ di tutto, che andava anche bene, erano cose anche estemporanee, fiori, roba un po’ colorata. Adesso che sono stato ricontattato ho chiamato il reparto costumi della Bavaria (la casa di produzione Bavaria Film, ndDM) e ho detto: «Robert vive in Italia da un paio di anni e quindi anche il suo look si è adattato un po’ al paese, non ditemi che mette ancora quelle magliette ridicole». Dato che qui conosco la stilista Natalia Rinaldi, che è la costumista del pezzo che ho fatto a teatro, Solo Cento Volte, ho indossato un po’ di cose che lei ha fatto e mandato centinaia di foto via whatsapp in Germania mostrando il look che potevo immaginare per Robert.

E a quanto pare ti hanno dato ascolto.

Tante cose erano un po’ esagerate, non andavano bene, ma abbiamo capito con il reparto costumi quale potesse essere la nuova direzione del look di Robert. Ho acquistato anche due capi e li ho portati in Germania e su quella base di stile abbiamo iniziato a fare la spesa generale in Germania, orientandoci verso quei colori e quei tessuti, facendo shopping nei negozi italiani a Monaco. E così è nato questo nuovo look, che parte dal mio input, ma anche loro hanno capito che era giusto: Robert vive in Italia e lo stile italiano è inconfondibile, di sicuro una persona aperta ed estroversa come lui doveva fare sua questa moda. Sono molto contento, mi sento molto a mio agio. I vestiti sul set per me sono importantissimi, come la scenografia, per potermi immergere al 100%. Penso sia anche per una sorta di veracità, ti rendi più credibile.

Rispetto alla sua ultima apparizione, Robert ha anche cambiato doppiatore e il pubblico, attentissimo, lo ha notato. Hai avuto modo di vederti e “sentirti”?

L’ho scoperto poco tempo fa. Con il primo doppiatore, Roberto Novara, ci conosciamo bene, gli avevo anche mandato un messaggio sui social in cui gli dicevo “guarda che sta arrivando nuovo lavoro per te” ma non mi ha risposto e ho capito che era successo qualcosa. Credo che lui abbia fatto un lavoro stupendo, mi piaceva come aveva catturato l’umorismo di Robert. Alcuni fan mi hanno mandato su Facebook le scene con il nuovo doppiatore, chiedendomi cosa ne penso: a me piace. Personalmente non lo conosco, non conosco il nome (si tratta di Giorgio Perno, ndDM) ma vorrei incontrarlo per fare qualcosa di divertente insieme come a suo tempo facemmo con Renato. Mi sembra un buon lavoro, una nuova tonalità che si va leggermente a differenziare dalla precedente ma forse ogni tanto non è male cambiare e dare nuovi impulsi.

Robert questa volta è tornato per agire, dicevi, e precisamente per aiutare la madre Charlotte, reduce da un presunto tentativo di suicidio e vittima di un’amnesia.

Sì, Robert adesso è stato chiamato in causa dalla sua famiglia, viene per aiutare… proprio lui che prima subiva le situazioni di famiglia al Fürstenhof. Adesso lui stesso è una famiglia con Eva e Valentina (la figlia che Robert ebbe da Miriam, ndDM), ha un ristorante suo, ha delle fondamenta forti e ogni tanto è lui che deve spegnere qualche incendio familiare oppure assistere a qualcosa di bello come sta succedendo nelle puntate che sto girando adesso in Germania.

Ci stai dicendo che ci sarà un nuovo ritorno?

Sì, posso darti questa anticipazione: stanno per sposarsi Charlotte e Werner e Robert verrà per dare una mano. Sono di nuovo qua ed è una cosa molto carina, sono un paio di puntate in più dove ci sarà di nuovo anche Eva, sono molto contento perchè girare con Uta (Kargel, ndDM) è sempre un piacere, lei è molto brava e divertentissima.

Negli ultimi anni ti sei dedicato tra le altre cose alle web series, all’attività di coach, sei esperto di design. Eppure ogni tanto ritorni lì dove tutto è iniziato…

In verità la “Tempesta” è da quando me ne sono andato che mi chiamava per farmi tornare una settimana o due, ogni anno mi hanno fatto delle proposte e sono stato sempre io a rifiutare. All’inizio perchè quando sono arrivato in Italia il mio italiano faceva abbastanza schifo e dovevo imparare e concentrarmi, non volevo ricadere nelle usanze tedesche, anche come ritmo. Volevo restare in Italia e concentrarmi sul perfezionamento della lingua. Poi ad un certo punto avevo dei progetti interessanti qui e rifiutavo perchè mi sembrava una sfida fare queste cose… anche se guadagnavo molto meno (ride, ndDM).

E poi cos’è cambiato?

E’ una questione morale. Siamo in un momento particolarmente difficile, in cui non tutti hanno lavoro e tanti amici miei, colleghi, hanno difficoltà a sopravvivere solo facendo l’attore. In un momento in cui tanti ragazzi fanno cose bellissime a teatro che nessuno va a vedere o producono del materiale che non viene distribuito, c’è qualcuno che ti offre del lavoro per un ruolo che conosci, ti offrono dei soldi e tu dici no, no… Ad un certo punto si deve dire sì, perchè altrimenti è proprio un peccato. Anzi, ancora più grave di un peccato. E poi la casa di produzione, la Bavaria, è molto importante e non è tatticamente intelligente dirgli sempre no, ad un certo punto possono non chiamarti più.

Quindi ti sei convinto a tornare “sul luogo del delitto”, ma mettendoci del tuo.

I testi mi sono piaciuti, sono carini, e per fortuna a me viene concessa anche un po’ di libertà nell’interpretazione, perchè sanno che possono fidarsi di me, che quello che cambio lo faccio solo per migliorare Robert, per renderlo più fluido e divertente. C’è una certa libertà artistica che non ti viene data ovunque e ti spinge a tornare a casa, guadagnarti un po’ di soldi e poterti permettere di fare production design, registrare una canzone o andare in giro per il mondo a fare il coach. E’ un bene che mi prendo per poter sperimentare le altre arti.

Ecco, raccontaci meglio queste “arti”, in particolare il progetto che ti ha trasformato in un coach con il metodo in tre passaggi Do.Love.Act!

Quando sono venuto in Italia all’inizio c’è stata la necessità di inventarsi qualcosa di proprio ed è cresciuto questo secondo lavoro, quello di coach, utile soprattutto per le produzioni internazionali e per insegnare la recitazione in lingua inglese: ci sono già clienti negli Stati Uniti, in Germania ma anche qui in Italia. Alla faccia di chi dice che in Italia non si può inventare nulla di nuovo ed è un paese senza lavoro: io proprio qui ho avuto la fortuna di dare vita a questa nuova attività bellissima, gli italiani li vedo molto assetati di imparare cose nuove. La cosa sta funzionando molto sul web e ora voglio migliorare il sito ed ampliare il progetto, renderlo ancora più virale.

Come?

Sono stato a Los Angeles quest’anno e ci tornerò di nuovo perchè stiamo parlando con un coach famosissimo, sto cercando di organizzare un suo workshop di recitazione qui in Italia e viceversa portare degli studenti italiani a LA per creare un programma internazionale, un vero e proprio servizio per attori, per persone che vogliono migliorare la propria performance. Le frontiere non ci sono più come prima, ci sono tante produzioni internazionali che arrivano in Italia, per avere il suo sfondo meraviglioso, e si può creare una sorta di network con queste produzioni ed inserirci delle proprie persone, dei propri clienti e proporli alle varie agenzie.

Ultimamente ti sei dedicato anche al cinema e hai lavorato con Pif nella pellicola In Guerra per Amore. Com’è stato?

Ho fatto questa bellissima esperienza con Pif, recitando con Miriam Leone in inglese e un po’ in italiano, è stato un film molto riuscito, divertente, diverso, mi è piaciuto veramente farlo. Poi ho fatto anche Veloce come il Vento ma non ci sono dentro (ride, ndDM) sono stato tagliato perchè c’è stato tutto un pezzo di storia che non è stato visto al cinema, purtroppo per esigenze di lunghezza.

E la tv? Fatta eccezione per Tempesta d’Amore, sul piccolo schermo italiano ti abbiamo visto molto poco.

In realtà sono arrivato in Italia, dal punto di vista energetico e della lingua, improvvisando e recitando con la lingua senza nessun tipo di intoppo, solo da due anni. E solo ora ho trovato un agente che mi rappresenta per come sono io, quindi è da poco che sono in Italia al 100%. Qui ero famoso per un prodotto tedesco: ho dovuto rifare tutta la gavetta, conoscere casting, registi, fare amicizie nuove. Il pubblico queste cose non le conosce, ma abbiamo un lavoro occulto da fare come attori per entrare nelle “stanze magiche” dove poi fai il provino o incontri il produttore, per arrivare lì c’è un percorso lungo da fare.

Ma proposte dalla tv ne hai avute?

Sì, ci sono delle cose che ho rifiutato, non mi piaceva quello che dovevo fare. Preferisco fare delle cose belle invece di bruciarmi. Qui, posso o non posso permettermelo, lo faccio (ride ancora, ndDM), mi prendo il lusso di scegliere. In passato ho rinunciato anche a delle proposte interessanti dall’estero per fare delle cose che sembravano minori qui ma che per me erano artisticamente più valide.

Chiudiamo con i tuoi progetti per il futuro.

Stanno per iniziare le riprese di un cortometraggio di cui faccio parte non solo come attore ma come production designer, disegnerò il mondo basato su una fiaba, mi occuperò di costumi, non vedo l’ora di iniziare. E poi cercherò di mettere un piede più deciso nei prodotti italiani, ma deve essere tutto compatibile… La colpa è anche mia che viaggio tanto, sono spesso altrove, faccio altre cose, e a volte devi rinunciare a qualcosa. Poi magari non ho quell’appeal, la gente conoscendomi dalla Germania mi mette in quel ruolo lì e non conosce il mio potenziale… però devi andare avanti, fare bene ai provini, devi farti conoscere. Io sono comunicativo ma non sono il tipo che gira per i festival e dà la mano a tutti, non ho quel tipo di personalità, preferisco restare a casa invece di fare le cose “produttive”. Dovrò avvicinarmi ed essere più disponibile… e poi arriverà il ruolo giusto al momento giusto, ne sono sicuro.

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