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FESTIVAL DI SANREMO 2010, ATTO III: POCA ETICHETTA E TANTA SERENITA’. RIPESCATI SCANU E, TRA I FISCHI, PUPO E EMANUELE FILIBERTO

di Pasquale Orlando

19/02/2010 - 13:59

FESTIVAL DI SANREMO 2010, ATTO III: POCA ETICHETTA E TANTA SERENITA’. RIPESCATI SCANU E, TRA I FISCHI, PUPO E EMANUELE FILIBERTO

Cambiare idea è spesso difficile e questo Sanremo è proprio l’eccezione che conferma la regola. E’ inutile confrontarlo con i Festival dei grandi exploit e dei grandi showman: questo Festival è diverso. Come già detto ieri questa sessantesima edizione è timida, asciutta, tutto fuorchè esplosiva eppure… piace, con la benedizione dell’auditel e con la concorrenza assente ingiustificata. Una festa della musica che strizza l’occhio alle grandi manifestazioni americane ma che alla fine, più che ai Grammy, vuole assomigliare ad una festa di paese e non se ne vergogna. Non c’è da stupirsi se ad un certo punto ci si ritrova virtualmente abbracciati a canticchiare “Non ho l’età” con Miguel Bosè: Sanremo è una fede, o ci si crede oppure no, e quest’anno a quanto pare la fede e la fiducia del pubblico abbondano. Basta vallette mute, basta grandi sermoni: quest’anno è di moda il “low profile” e alla fine questa dimensione rassicurante, va bene un po’ a tutti.

Non c’è una canzone che brilla per innovatività, non c’è la super star del momento, non c’è un punto di forza  unico: funziona il meccanismo nel suo complesso e tanto basta, nonostante le molte scelte avventate. In tutto questo non si può non menzionare la conduttrice, salvatrice (a sorpresa) della patria. Un simpatico mix tra una casalinga di Voghera che prova a vestirsi come Raffaella Carrà e una rassicurante anchorwoman, ospitale e cordiale nella propria professionalità. Cammina sui tacchi con la stessa nonchalance di un cammello su un iceberg, ha i seni che a momenti prendono il volo e in più saluta il padre in platea chiedendo “Come sto andando?”: insomma poca etichetta e tanta serenità e alla fine è innegabile che diventa proprio la Clerici la vera vincitrice della kermesse.

Anche la terza serata è trascorsa nel segno della musica e della caciarona italianità. Elisa, Carmen Consoli, Fiorella Mannoia, Bosè, Bennato, Coccciante, Renga e poi standing ovation per Massimo Ranieri e Nilla Pizzi “regina del Festival”,  tutti insieme per celebrare la leggenda di Sanremo ed eseguire  molti (forse troppi) dei brani più significativi della tradizione canora italiana. Ciascuno rigorosamente in promozione di qualche cd/concerto/spettacolo, i grandi nomi della musica (che si guardano bene dall’andare a Sanremo in gara) hanno regalato nel complesso bei momenti di musica e televisione, pur costringendo la povera Antonella al primo “sforo” di quest’edizione (ritardo di 55 minuti).

Abbondantemente reclusa ai margini della serata, non è mancata la gara  che in ora tarda ha consegnato ulteriori verdetti. I big “ripescabili” (Scanu, Cutugno, Sonohra, D’Angelo e Pupo/Emanuele Filiberto) si sono cimentati in duetti illustri, ma a salvarsi alla fine sono stati solo Valerio Scanu (con Alessandra Amoroso) e, tra i fischi del pubblico, il duo Pupo/Emanuele Filiberto. Della “Nuova Generazione” sbarcano invece alla finalissima di stasera la quindicenne Jessica Brando e Tony Maiello. Nota di colore, infine, in chiusura di puntata quando sul jingle conclusivo, il direttore d’orchestra inizia a buttare gli spartiti per aria e a strapparsi la giacca dorata: sarà stato il pensiero di dover vedere di nuovo Emanuele Filiberto cantare? 

LA GARA

Ammmmore mmio stringimmi forte le mmmmani”: la gara dei ripescati comincia a spron battuto con Toto Cutugno, ma soprattutto con l’accento incerto e il vestito scollato di Belen Rodriguez. Gli spettatori probabilmente resettavano la canzone già durante l’ascolto, ma perché rinunciare al piacere di vedere sul palco la showgirl del momento? Bravo Toto: brano dimenticabile e anche qualche bella “stecca”, ma ottima operazione di marketing. Si prosegue con i patriottici Pupo e Emanuele Filiberto (in duetto con le “Divas”) e sulla canzone meglio non dilungarsi.

Velocemente si arriva al terzo duetto interamente targato “Amici”: canzone di Pierdavide Carone, Valerio Scanu al microfono e Alessandra Amoroso come spalla. Tralasciando la pettinatura “a spina di pesce”, la presenza dell’Amoroso riempie la banale “Per tutte le volte che” e il brano sicuramente ne giova, rendendo praticamente scontato (sin dalla prima nota) il ripescaggio del giovane cantante sardo. A seguire i Sonohra insieme a Dodi Battaglia (dei Pooh) ritornano sul luogo del delitto e ri-propinano la loro “Baby”. Concludono il quintetto Nino D’angelo e Maria Nazionale (con Ambrogio Sparagna e le “Voci del sud”) e la verace “Jammo jà”: un tripudio di napoletanità arabeggiante, che ha sicuramente il merito di presentarsi come vero progetto alternativo alla classica musica sanremese. Veloci, variegate, incisive: livello musicale contestabile, ma sicuramente interessanti e godibili le performance degli esclusi delle prime due sere.

Il pubblico televotante (per tutta la serata), in combutta con l’orchestra del Festival, alla fine salva secondo copione Valerio Scanu e, spiazzando tutti i pronostici, ripesca i patriottici “Raccomandati”. 

I cinque della “Nuova Generazione” sbarcano invece sull’Ariston solo alle ore 00.17 e proprio l’ora tarda vieta alla quindicenne Jessica Brando di andare in onda dal vivo. Tra i fischi del pubblico viene mostrato il video delle prove di “Dove non ci sono ore” e a questa segue Nicolas Bonazzi con “Dirsi che è normale”, tipico lento da riviera ligure. Non c’è molto tempo per i convenevoli e anche il televoto per questi giovani artisti è di fatto ridotto all’osso, a tutto svantaggio dell’obiettività  e dell’intenzione di dare importanza alle nuove leve. Si susseguono in velocità: La fame di Camilla (“Buio e Luce” è davvero un brano originale), Tony Maiello (pupillo di Mara Maionchi, convincente con la sua “Il linguaggio della resa”) e Romeus.

A passare il turno proprio l’ologramma di Jessica Brando e il reduce di X Factor Tony Maiello.

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14 commenti su "FESTIVAL DI SANREMO 2010, ATTO III: POCA ETICHETTA E TANTA SERENITA’. RIPESCATI SCANU E, TRA I FISCHI, PUPO E EMANUELE FILIBERTO"

  1. @Elena Cara Elena ti sbagli. Tony maiello è entrato in xfactor. 1 edizione è stato seguito da Mara maionchi. L'edizione in cui vinsero gli aram quartet. Ha fatto il singolo mi manca il respiro. È arrivato alla finale di x factor della prima edizione al 4 posto. Quella ful'unia edizione della finale a 4. La seconda e la terza edizione la finale passa a tre.

  2. Non paragoniamo Tony a Scanu. Scanu ha pubblicato un disco che ha vendtuto abbastanza bene nonostante sia arrivato secondo e da non adolescente i due singoli che ho sentito (precedenti a Sanremo) sono orecchiabili. Questo Tony ha fatto i provini per X factor e se non ricordo male non è nemmeno entrato.

  3. @Mari 611 non mi hai capito bene. Non critico la scelta Rai che fa esibire i giovani tardi ( anche se la Rai come azienda pubblica non dovrebbe guardare al guadagno troppo) dico che o si vieta ai minorenni la partecipazione o la Rai chieda al governo di poter far esibire i giovani dopo mezzanotte. Mettiamo che vince la 15 enne il Sanremo giovani e sicuramente finirà dopo mezzanotte. Non potrò ascoltarla per una legge stupida che esiste. Che magari è stata voluta dal moige. Li stesso moige che a me non piace e scusano per l'infelice frase che dirò caro Davide maggio e tutti , lo stesso moige che io o..o Spero avete capito La 15 enne è la goccia che ha fatto traboccare il vaso e so che chi ha voluto che i minorenni non si esibiscano dopo le 24 è stato il moige. Non neghiamolo. Chiedo scusa per il toni, ma sinceramente mi girano le scatole vedere negata ad una 15 enne la possibilità di esibirsi dopo averla inserita tra i giovani. La Rai sapeva e non doveva inserirala o farsi sentire per tempo con chi di dovere. Che male faceva a cantare poi mi chiedo. Mi fermo altrimenti potrei dire cose ben peggiori.