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PAR CONDICIO IN RAI, IL PDL PROPONE I CONDUTTORI A ‘TARGHE ALTERNE’. E SANTORO: SIAMO AL MINCULPOP.
di Marco Leardi
02/03/2011 - 11:42

Conduttori a “targhe alterne” per garantire la par condicio in tv. Qualcuno la bollerà all’istante come una provocazione bizzarra, da carnevale, ma la proposta avanzata ieri dal Pdl in Commissione di Vigilanza Rai ha tutta l’aria di essere seria. Anzi serissima. Secondo Alessio Butti, relatore di maggioranza della bozza, l’occupazione delle serate televisive di martedì e il giovedì sarebbe infatti diventata una anomala “rendita a vantaggio di alcuni conduttori“, perciò una situazione non proprio all’insegna del pluralismo. Bisogna quindi cambiare registro… Michele Santoro e Giovanni Floris stiano in campana: il riferimento allo sbilanciamento a sinistra riguarda soprattutto loro.
Così, per evitare che una voce prenda il sopravvento o abbia più risonanza delle altre, il Pdl ha pensato ad un avvicendamento di giornalisti con diversa formazione culturale per i talk show che occupano le fasce migliori del palinsesto. In questo modo Annozero e Ballarò non sarebbero più le reginette incontrastate del prime time giornalistico. Secondo la relazione di Butti, potrebbero infatti essere sostituite a turno da “altri spazi informativi e/o di approfondimento affidati ad altri conduttori, da posizionare negli stessi giorni (martedì e giovedì), alla stessa ora (prima serata), sulle stesse reti e con le stesse risorse esistenti secondo una equilibrata alternanza settimanale“. Una proposta originale, senza dubbio.
Tra i giornalisti ‘filo-govenativi’ che potremmo quindi trovare in prima serata, magari proprio al posto di Santoro, ci sono Giuliano Ferrara (che il 16 marzo esordirà con Radio Londra dopo di Tg1 delle 20, ndDM), il presentatore de L’Ultima Parola Gianluigi Paragone, ma anche Bruno Vespa. Nella norma proposta da Butti ci sono anche regole che attribiscono responsabilità civili e penali ai conduttori. In particolare, si stabilisce che “qualora non si giunga a formalizzare un accordo con il conduttore, la Rai provveda a stipulare contratti in cui sia individuata con chiarezza la responsabilità del conduttore e le relative sanzioni in ordine all’attendibilità e alla qualità delle notizie diffuse“. Secondo alcuni, un riferimento alle vicende di Milena Gabanelli e ai bisticci del suo Report con l’azienda.
Il testo presentato dal Pdl interviene anche sulla rappresentanza proporzionale dei partiti in tv, sulla presenza del pubblico in studio e sul televoto. Una bozza abbastanza articolata, dunque, che ieri ha trovato anche il plauso di Sergio Zavoli. Il Presidente della Vigilanza, sottolineando il suo ruolo di “cercare un punto di convergenza“, ha affermato di aver trovato “passi avanti nel testo presentato dal senatore Butti“.
Da parte sua, Michele Santoro ha invece usato parole dure riguardo alla documento del Pdl: “siamo al Minculpop, ma con gerarchi che assomigliano alle caricature dei fascisti” ha dichiarato il conduttore di Annozero in una nota. “Ma di che cosa meravigliarsi? Viviamo in un paese in cui una commissione parlamentare di vigilanza nomina il consiglio d’amministrazione della Rai” ha proseguito, accusando la maggioranza di Governo di voler influenzare direttamente anche i palinsesti.
In attesa che la bozza sul pluralismo venga sottoposta ad ulteriore vaglio della Commissione, c’è da chiedersi se la “forzatura” dei conduttori ‘a targhe alterne’ possa garantire la par condicio tv o piuttosto favorisca l’inasprirsi del contrasto ideologico che spesso contamina l’informazione in maniera più o meno esplicita. Perchè certi effetti collaterali non vanno mai sottovalutati, soprattutto in Rai.
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Lorenzo dice:
Ormai la politica italiana è sprofondata nel ridicolo. In Italia un giovane su tre è disoccupato, l'inflazione sale, il debito pubblico cresce, la disoccupazione aumenta, il Nord-Africa sta esplodendo, abbiamo un'emergenza umanitaria alle porte e la politica di che si occupa.....di tv, conduttori e relativi contenuti dei programmi. Ormai non ci sono più le parole neppure per commentare.
Marco Leardi dice:
@ claudia. Che la proposta, così come è stata presentata ieri, sarà una bolla di sapone lo credo anch'io. E ti do ragione pure sul fatto che fare giornalismo significhi informare... ed è svilente dividere i giornalisti in "destra" e "sinistra". Però alcune domande me le faccio, ad esempio quando vedo certi i servizi di Annozero, certe tesi precostituite o ascolto i monologhi 'fascisteggianti' di Travaglio... Quello è giornalismo o politica?!? (detto questo, è un bene che anche Annozero vada in onda per i motivi epressi nel mio precedente commento)
TaylorHayes dice:
Se volessero troverebbero una prima serata dove piazzare qualcuno di centro destra, il problema è che non vogliono perchè preferiscono eliminare parzialmente chi da loro più fastidio. @william: non credo che la rai si ponga il problema degli ascolti, lo sanno anche loro che vespa farebbe ascolti bassi rispetto a santoro o foris; è solo una questione politica.
claudia dice:
@ Marco Leardi: la tua è una risposta facile, nel senso che così è la tua opinione contro la mia (o quella di William che è la stessa)... Proprio per non finire nel solito dibattito sulla faziosità di Floris e Santoro, io ho evitato di entrare nel merito della questione e mi sono posta un'altra domanda: come si può certificare l’appartenenza politica di un giornalista? Per me è impossibile, perchè innanzitutto fare giornalismo significa informare e non fare politica: pretendere che i giornalisti si schierino va contro questo concetto fondamentale. E poi il voto è segreto e non credo che una legge possa obbligare una categoria (i giornalisti) a dichiarare per chi votano… Per questi motivi penso che la proposta sarà una bolla di sapone!