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febbraio

FESTIVAL DI SANREMO 2011: IL CAVALIERE RIPORTA LO SHOW ALL’ARISTON. MA SI TRATTA DEL POETA ROBERTO BENIGNI

SANREMO 2011: TERZA SERATA - 150 ANNI UNITA' D'ITALIA

Dal Rinascimento di Gianni Morandi per Gianni Bella al Risorgimento di Roberto Benigni per l’Italia, la terza serata è all’insegna del tricolore sin dalla suggestiva presentazione iniziale. Con un’atmosfera quasi da Ginestra leopardiana stasera il ‘restiamo uniti’ del conduttore trova il suo senso più puro, in difesa di una grandissima tradizione come quella italiana che il Festival di Sanremo rappresenta bene. La solennità che era mancata fino a questo punto ritorna roboante, a partire dalla scelta di comporre il firmamento della scenografia con i nomi degli italiani celebri, per concludere con il ‘presepe’ interraziale della nuova Italia del melting pot. Cinema, storia, musica, cultura: i tasselli del mosaico stavolta ci sono tutti per parlare di grande show.

Benigni o il Cavaliere- Cinquanta densissimi minuti, nessun Festival forse aveva osato affidare un intermezzo così lungo ad un ospite. Come nei migliori romanzi picareschi Roberto Benigni alterna il fioretto con cui punge con eleganza Berlusconi (notare come non ne pronunci mai il cognome, alla maniera veltroniana!) alla spada che sguaina a difesa della bellezza dell’inno e dell’Unità. Un’esegesi ricchissima per un Mameli letto con lo stesso entusiasmo del padre Alighieri. Nella foga di far entrare tutto nel fiume dirompente di parole qualche dato rimane confuso ma la capacità di drammatizzare per il popolo una parafrasi di natura elitaria merita il lunghissimo applauso finale e la commozione. Il fascino dei contadini, cantati da Guccini, che sapevano Dante a memoria sono sempre il sogno culturale benigniano.  Il solo bellissimo riferimento alla Beatrice della Commedia per spiegare la nascita del tricolore vale il prezzo di una lunga serata incollati agli schermi.

Memoria e speranza: i big che cantano l’Italia- L’instabilità che si respira nel paese sta entrando all’Ariston con forza. La parola poetica sembra tornare a ferire lo schermo, e l’idea di ritrovare nella cultura della musica gli attimi più significativi della storia italiana si presta magnificamente allo scopo. L’emigrazione , la Resistenza, il boom economico, la trasversale essenza dell’allegria italica: attraverso il riarrangiamento di tanti brani simbolo di epoche i big in gara riescono a far parlare quel palcoscenico. Per la serata evento tutti rimettono l’abito delle grandi occasioni mettendo da parte per un attimo l’ansia moderna e si uniscono alla festa.  Il brano alla memoria di Sacco e Vanzetti interpretato da Emma e i Modà diventa forse il più emblematico per illustrare il passaggio da paese di emigrati a nazione di immigrati, sottotesto che si coglieva tra le righe pacifiste della serata.

Senza peli sulla lingua- Non si nascondono dietro ad un dito Luca e Paolo. Il monito di Gramsci contro l’indifferenza che uccide i popoli, sempre tra le righe, contiene un altro messaggio forte. I due stanno affinando la loro satira ispirandosi a chi prima di loro ha aggirato la censura del presente dirottando apparentemente il bersaglio. Quasi manzoniani in questo. Al cospetto del ministro La Russa però ritrovano con una bella spavalderia il graffio da Iene. Piccata infatti la frecciatina per l’aggressione al giornalista di Annozero proprio mentre sul due batte la polemica con le immagini di questo episodio. L’intelligenza della parodia suona anche le corde dell’autoironia quando rivolti a Morandi dicono spassionatamente. ‘Gianni, ma quando inizi a presentare?’- strappandolo di bocca sia a chi sta amando quest’edizione sia a chi la sta odiando in tutto e per tutto.

Giovani- Inversione di tendenza con i giovani di stasera. I testi delle nuove proposte tornano a respirare quell’eccesivo melodismo del passato, sembrano di un’altra dimensione rispetto all’avanguardia della serata precedente. Si qualificano Micaela Foti e Roberto Amadè.

Troppo chic per il televoto: Grandissima prestazione della Oxa che spicca ancora una volta per la particolarità delle sue atmosfere. Il vizietto nazionalpopolare riallinea al ribasso la competizione, per quanto nessuna canzone possa definirsi totalmente fuori luogo quest’anno. Passano i più popolari Albano e Anna Tatangelo.



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14 Commenti dei lettori »

1. Ciro ha scritto:

18 febbraio 2011 alle 12:54

Grandissimo momento di televisione, indubbiamente ma a me non piace questo sfoggiare la sapienza e quest’ atteggiamento di chi crede di avere la verità assoluta in tasca… Non è certamente l’unico in Italia a sapere certe cose… Ha parlato di personaggi …che hanno dato tanto al…l’Italia, di personaggi che si sono fatti ammazzare e di personaggi che volutamente non hanno ricevuto compenso….(con una morale sottintesa per i potenti)… ma forse si è dimenticato che lui si è preso 250mila euro per questa mezz’ora di CULTURA E SAPIENZA che ha voluto “regalare” agli italiani. Non dimentichiamo che per qualsiasi altra cosa che ha fatto in tv si è sempre fatto pagare profumatamente… e non certamente come gli operai, lui è dalla loro parte, che non arriverebbero a quelle cifre nemmeno se lavorassero per tutta la vita….Questa si chiama INCOERENZA. Non sono contrario a chi guadagna tanti soldi in quest’ambiente, sono solo contrario a chi va in televisione per fare politica, giudica credendosi migliore degli altri ma fa il loro stesso gioco.Mostra tutto



2. Davide Maggio ha scritto:

18 febbraio 2011 alle 12:57

Ciro: io ho preferito di gran lunga l’intervento a Vieni via con Me. E poi non gradisco questa esaltazione che trovo un pizzico fuori luogo. Un grande artista ma non esageriamo definendolo poeta. I poeti fanno altro.



3. Pape Satan ha scritto:

18 febbraio 2011 alle 13:13

Io non capisco perchè Benigni dovrebbe fare ospitate gratis.

Qualcuno di voi si è forse mai informato del cachet di qualche tronista in discoteca?
Per fare cosa? Per stare 5 minuti in discoteca, bere un cocktail e salutare con la manina.

Sono cose che sanno tutti? Magari. C’è tanta altra gente che lo sa? Ovvio. Ma bisogna saperlo raccontare, saper catturare l’attenzione di chi certi argomenti non li conosce e non vuole conoscerli.

Benigni ha trovato il modo di comunicare alla gente con un linguaggio semplice, frastagliato, “fisico”, alle volte ridondante

(l’uso ripetitivo del termine “spettacolare” e “memorabile”)

volto ad entrare nelle case e comunicare
che la storia,
la letteratura
e la poesia

non sono un patrimonio di pochi illuminati, ma di molti.

Vabbè, ma a noi piace fare i conti della serva a quei pochi che, almeno, hanno lavorato

(50 minuti non si improvvisano, c’è un lavoro dietro)

mentre non guardiamo certi cachet
e certe marchette

su cui davvero ci sarebbe da scandalizzarsi.

E non lo facciamo

Continuiamo così, facciamoci del male… (cit.)



4. Davide Maggio ha scritto:

18 febbraio 2011 alle 13:14

Pape Satan: sono d’accordo con te. Ma non lamentiamoci pero’ quando vengono giustamente compensati anche tutti gli altri. E’ giusto che ciascuno venga pagato per il proprio lavoro.



5. Ciro ha scritto:

18 febbraio 2011 alle 13:28

@Davide: Sono super d’accordo con te….Anche Vittorio Sgarbi, per esempio, ieri sera poteva fare la storia d’Italia a modo suo…

@Pape: Io non condanno i guadagni eccessivi. In quell’ambiente circolano miliardi di euro e va bene che un ARTISTA anche come Benigni guadagni tanto…Non va bene più, a mio parere, che un artista che fa politica, mettendosi dalla parte dell’operaio, sfacciatamente comunista che giudica il potere, che giudica Berlusconi e i soldi di Berlusconi, prenda cosi’ tanti soldi. Lui parla di ideali, dice agli italiani di SVEGLIARSI….chi segue certi ideali li segue sempre, non se ne dimentica quando poi deve incassare gli assegni…



6. Curiosity ha scritto:

18 febbraio 2011 alle 13:50

L’intellighenzia, e gli artisti in generale sono sempre stati,per la gran parte di sinistra. Il termine radical chic ti suggerisce qualcosa?
Pur apprezando Sgarbi quando parla di storia dell’arte, credo che non avrebbe avuto lo stesso effetto di Benigni raccontando la storia d’ Italia. Benigni appassiona chi lo ascolta, è questa la sua vera forza.
Poi chiaro che appena fà una qualsiasi cosa, pare che abbia rivelato un segreto di fatima. Ed è anche vero che sto oscar vinto anni fà, lo stiamo facendo passare come un Nobel per la letteratura.
De Sica, o Fellini cosa dovrebbero dire? Se fossero ancora vivi come li dovremmo trattare? Come Mahatma Gandhi?



7. Pape Satan ha scritto:

18 febbraio 2011 alle 14:13

Il termine radical chic mi fa orrore e ribrezzo.
E’ un termine take-away che non vuol dire assolutamente nulla.

Vincenzo, però non puoi fare così tanta confusione tra comunismo e socialismo.
Parli del socialismo e lo chiami comunismo.

Ormai il comunismo è diventato tutto ciò che è in antitesi con Berlusconi
E il socialismo e il comunismo sono diventati la stessa cosa.

Ma la più bella di tutte, è che in questo contesto Benigni non c’entra assolutamente nulla.

Per quanto riguarda l’oscar,
anche qui ci sono imprecisioni.

Il film di Benigni è stato l’unico film straniero (mi pare), nella storia degli Academy Awards
ad aver avuto una nomination come miglior film straniero, ma anche come miglior film in assoluto

(categoria riservata da sempre ai film di produzione americana)



8. Pape Satan ha scritto:

18 febbraio 2011 alle 14:13

Ho sbagliato, ho scritto Vincenzo, ma intendevo Ciro.

Moderatore puoi correggere?



9. frà ha scritto:

18 febbraio 2011 alle 14:16

Questa storia dei compensi troppo alti ha stufato: è strumentale. Il sistema è fatto in questo modo: più introiti porti, maggiore è il compenso che ricevi. Immaginate quanto abbia ricevuto la rai per trasmettere uno spot poco prima o poco dopo l’intervento di benigni. Sicuramente una cifra dieci volte superiore all’esborso fatto per benigni.
Benigni non è un poeta – è meglio – perchè arriva a tutti, cosa che non sempre riesce ai sommi poeti.



10. fra ha scritto:

18 febbraio 2011 alle 14:25

@Curiosity.
De Sica e/o Fellini probabilmente varranno più di Benigni come registi. Dico probabilmente perchè, pur essendo universalmente riconosciuti, conosco poco o nulla le loro opere e quindi non posso permettermi di giudicarle. Ciò non toglie che Benigni sia di straordinario impatto in televisione. Non campa di rendita, nel senso che se i suoi interventi fossero noiosi o scontati non reggerebbero alla legge dell’auditel.
Semplicemente è un comunicatore. Come Celentano, per esempio. Usa metodi diversi, ha idee diverse, ma resta un comunicatore.
E’ il suo modo di comunicare che piace, a destra come a sinistra, e credo sia innegabile. Quanto poi al contenuto delle sue comunicazioni, poi, è ovvio che si possa avere opinioni diverse.
Per quanto m riguarda ieri è stato elegante in ogni suo intervento. E’ riuscito a fare battute su Ruby senza diventare volgare. E non era per nulla facile……

ps geniale la stoccatina di Luca e Paolo a Masi quando lo hanno sorpreso a ridere su una battuta riferita non ricordo a chi mentre poco prima invece non lo aveva fatto su una battuta rivolta allo scalciante La Russa.



11. Zoro ha scritto:

18 febbraio 2011 alle 17:52

che dire, è stato semplicemente sublime!



12. Mari 611 ha scritto:

18 febbraio 2011 alle 17:57

per la cronaca … l’intero compenso di Benigni, 250 mila euro, è andato all’Ospedale Mayer per la costruzione di un intero padiglione pediatrico.



13. alex ha scritto:

18 febbraio 2011 alle 21:07

@davide maggio:hanno ripescato al bano e la tatangelo ,vedi che poi il mare porta tutto indietro?, la prox volta sul monte bianco questi due !!!!



14. zack71 ha scritto:

19 febbraio 2011 alle 09:37

Benigni è l’ unico attore italiano ad avere vinto l’ oscar , ma per questo non è il più grande attore italiano.
La vita è bella ha vinto l’ oscar come miglior film straniero ma forse ci sono altri film italiani che erano più belli.
Detto questo Benigni è uno dei pochi che ha saputo continuare la tradizione del grande cinema italiano (la Voce della Luna io lo vedo come un passaggio di testimone tra Fellini e Benigni)
In un Paese che non riesce più a fare qualcosa di bello è triste vedere come ormai non riesca più neanche a vedere nella cose la bellezza, anche quando questa bellezza sgorga dall’ ultimo dei grandi artisti italiani.



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