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PAGELLE DEL 2013: GLI ADDETTI AI LAVORI

Mattia Buonocore

di Mattia Buonocore

03/01/2014 - 16:08

PAGELLE DEL 2013: GLI ADDETTI AI LAVORI
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marinella soldi
Marinella Soldi

10 a Marinella Soldi (Amministratore Delegato Discovery Italia e General Manager Southern Europe Discovery Communications). Il 2013 ha sancito definitivamente la consacrazione e l’ascesa di Discovery che, complice l’acquisizione di Switchover Media, è diventato il terzo editore italiano alle spalle dei colossi Rai e Mediaset. E nel 2014 gli obiettivi si fanno ancora più ambiziosi con l’arrivo di Amici su Real Time e il 6 Nazioni di Rugby su Dmax.

9 a Ilaria Dallatana (AD Magnolia). Fremantle incalza, Endemol è sempre là ma rimane Magnolia la miglior casa di produzione per l’intrattenimento, anche se costretta a rinunciare a format identitari (Isola dei Famosi e X Factor).

8 a Carlo Freccero (ex Direttore Rai4). Un doveroso saluto ad un eccellente professionista della nostra tv, pensionato dalla Rai, che ha dovuto dire addio al suo gioiellino Rai4. Lucide e condivisibili pure le sue analisi sul mezzo televisivo.

8 a Lorenzo Mieli (AD Fremantle Media Italia). Da X Factor a Ginnaste, passando per il sempreverde Un Posto al Sole, Fremantle sa come confezionare buoni prodotti. Manca però ancora la consacrazione nazionalpopolare (Italia’s got talent, coprodotto con Fascino, è un caso a parte).

7 a Nils Hartmann (Direttore produzioni originali Sky Italia e canali cinema). Sky ha scelto di scelto di concentrarsi su pochi prodotti da eventizzare, cassando i progetti più piccoli, e il manager d’origine teutonica ha dimostrato di saperci fare. Grosso neo sono le troppe produzioni culinarie in cantiere (su cinque progetti ambiziosi, tre sono tra i fornelli). Proprio come la tv generalista il satellite sembra cedere al desolante mood di “battere il ferro finchè caldo”.

6 a Maria De Filippi (Comproprietaria Fascino pgt) e a Sabina Gregoretti (Produttrice Fascino pgt). Nel 2013 si è deciso l’epocale sbarco del daytime di Amici su Real Time; una scelta con cui il duo di Fascino mira a far di necessità virtù. Se Canale 5 non deve essere, piuttosto che rimanere nelle “paludi” dei canali tematici del gruppo, meglio il piccolo canale 31 che, oltre al denaro che fa felice Mediaset, potrebbe valorizzare a livello comunicativo e d’immagine il prodotto. Per il resto, opportuna la scelta di far riposare C’è Posta Per Te mentre l’ennesimo tentativo di affrancarsi dalla De Filippi conduttrice, con il Music Summer Festival, non si è rivelato proficuo. Tuttavia rimaniamo convinti che Fascino debba cercare di aprirsi al mercato e al confronto. Da rivedere anche l’operazione Witty.

6 a Alberto Rossini (Vice president, head of entertainment Fox Channels Italy). Al di là delle considerazioni sulle troppe repliche e sui pochi rischi assunti dai canali, probabilmente troppo legati agli ascolti (che arrivano a singhiozzo), l’impressione è che all’attraente mondo Fox manchi qualcosa per fare il grande salto. Interessante sarà scoprire come un prodotto orizzontale, quale Project Runway, possa condizionare l’audience di Fox Life. PS. Ecco quello che dichiarava Rossini a DavideMaggio.it nel maggio 2013 a proposito del programma modaiolo: “E’ un bellissimo format, tuttavia mi sembra che il tema “moda” sia un po’ in secondo piano. Qualche anno fa era più centrale, probabilmente tornerà a esserlo. Non sono certo che sia quello che la gente voglia ora“.

6 a Andrea Vianello (Direttore Rai3). Consapevole del “portafoglio squilibrato” in dotazione alla sua rete, accesa a metà da grandi cavalli di battaglia che hanno ascolti di gran lunga superiori alla media, l’ex volto di Agorà sceglie di rischiare. Del resto, meglio un flop originale, di un insuccesso banale. Tuttavia l’ostinazione su alcune proposte, come The Newsroom, sono parse eccessive.

5 a Giancarlo Leone (Direttore Rai1). E’ lodevole il numero di nuovi programmi lanciati da Rai1, peccato, però, che siano stati quasi tutti degli insuccessi al pari della maggior parte degli show varati dalla defunta Direzione Intrattenimento.

4 a Giancarlo Scheri (Direttore Canale 5, La5, Mediaset Extra, Mediaset Italia). Rispetto al “desaparecido” Massimo Donelli, qualche barlume di cambiamento c’è stato. Stretto tra le ingerenze degli alti vertici Mediaset e Publitalia da un lato, e tra i “desiderata” di De Filippi, Presta e Ricci dall’altro, dubitiamo, comunque, che abbia ampi margini di scelta su una Canale 5 sempre più low cost. Maggiori risultano, invece, quelli su La5 dove la nuova strategia “tendente al Real Time” è stata un fallimento con programmi realizzati per lo più male e programmati ancor peggio.

4 a Urbano Cairo (Editore La7). E’ stato più difficile del previsto il passaggio di Urbano Cairo dalla carta stampata alla tv. Il patron taglia i rami secchi ma fa nuovi acquisti, forse troppi, salvo poi “pentirsene” alimentando nuovi sprechi. Lo sbaglio, forse, è quello di voler applicare il modello di business utilizzato con i giornali alla televisione

4 a Angelo Teodoli (Direttore Rai2). Rai2 non è costretta ad inseguire i giovani ma in quanto seconda rete dovrebbe farsi incubatrice di nuovi contenuti e linguaggi. Stupisce che paradossalmente reti più tradizionali come Rai1 e Rai3 abbiano osato di più nel 2013. Qual è la funzione di programmi come Un Minuto per Vincere che stentano negli ascolti e di nuovo non hanno niente?

3 a Luca Tiraboschi (Direttore Italia1). Le restrizioni di budget non possono giustificare la pochezza di idee di Italia1. In più c’è da registrare il continuo bistrattamento delle serie tv, un tempo preziosa risorsa del canale. Sul fronte Italia2 le cose vanno appena meno peggio rispetto al passato.

2 a Antonio Ricci (ideatore Striscia La Notizia e Paperissima). Oltre al calo di Paperissima, sempre uguale da oltre 20 anni, il regista e autore ligure deve fare i conti con la crisi di Striscia la notizia, bisognosa di nuovi stimoli e cambiamenti.

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27 commenti su "PAGELLE DEL 2013: GLI ADDETTI AI LAVORI"

  1. @lele canale 5 ha un pubblico più esigente rispetto alla prima rete Rai ... e lo si capisce chiaramente vedendo il trattamento riservato alle repliche da una rete e dall'altra

  2. Il 4 a Cairo mi sembra ingeneroso: in 8 mesi ha riportato il conto economico di La7 (che era rosso di 100mln ogni anno) quasi in pareggio con un contestuale aumento delle share medio, specialmente al mattino ed in prima serata.