9
novembre

UNA GRANDE FAMIGLIA 2: L’ASSOCIAZIONE ITALIANA GENITORI CONTRO LA STORIA OMOSESSUALE DEL FIGLIO DI LAURA RENGONI

Una Grande Famiglia 2 - Flavio Pistilli e Luca Peracino

Una Grande Famiglia 2 sta crescendo puntata dopo puntata e, come per ogni successo che si rispetti, non poteva mancare la polemica. Ecco dunque che l’Associazione Italiana Genitori, nella figura del Presidente Fabrizio Azzolini, ha denunciato al Forum delle Associazioni familiari la storia d’amore omosessuale tra Nicolò (Luca Peracino), figlio di Laura Rengoni (Sonia Bergamasco), e Davide (Flavio Pistilli).

Una Grande Famiglia 2: è polemica per la storia omosessuale tra Nicolò e Davide

Di cosa parliamo? Nell’arco delle sei puntate della prima serie, Laura scopriva che suo figlio era omosessuale e che si stava innamorando di un operaio dell’azienda di famiglia. La madre non riusciva ad accettarlo, anche per le sue accese convinzioni religiose, e provava a nascondere la testa sotto la sabbia pur di non dover fare i conti con la realtà. In questa seconda stagione, giunta al quarto appuntamento e al 21.37% di share, Laura si sta invece sforzando di comprendere il figlio, che intanto è andato a vivere con Davide.

E per farlo frequenta l’associazione Agedo (Associazione Genitori di figli Omosessuali) consigliatale dal fratello Raoul (Giorgio Marchesi). Il confronto fra lei e gli altri genitori, per esempio Leonardo (Cesare Bocci), che a differenza della donna la prende con ironia e senza drammi eccessivi, secondo l’Associazione Italiana Genitori -come leggiamo su Libero- è stato imposto al pubblico a casa, senza dare ai telespettatori la possibilità di decidere se volevano o meno affrontarlo. Una posizione che a molti sembrerà retrograda e decisamente superata ma che, indipendentemente dalle convinzioni di ciascuno, arriva in ritardo rispetto ai passi (quasi da gigante) che la tv ha fatto negli ultimi tempi sul tema omosessualità.

Senza voler tornare troppo indietro nel tempo e sottolineare come nella serie cult Commesse uno dei personaggi principali era gay (il Romeo di Franco Castellano), basta citare Io e mio figlio, il cui fuoco della narrazione era proprio il difficile approccio di un padre all’omosessualità del figlio, per notare come il tema sia stato sdoganato anche in tv. Per non parlare, uscendo dall’ambito fiction ed entrando in quello talent, dell’abbraccio visto sul palco di The Voice tra la concorrente Silvia Capasso e la sua compagna.

L’interesse acceso dalla storia narrata in Una Grande Famiglia 2 deve dunque avere anche altre radici oltre alla sola questione “gay”. Ad infastidire pare sia stata la differenza di età tra i due protagonisti, definiti “un ragazzo di 18 anni e un uomo adulto” ma la differenza, a onor del vero, non è eclatante visto che parliamo comunque di due ragazzi giovani. Ma forse a colpire duro è stato anche il mettere in scena i limiti, a volte sottolineati da scrittura e recitazione in maniera anche troppo caricaturale, che una personalità cattolica come quella di Laura può tirar fuori al confronto del “problema”. Ci saranno strascichi?

Condivi questo articolo:
  • Facebook
  • Twitter
  • Digg
  • Wikio IT
  • del.icio.us
  • Google Bookmarks
  • Netvibes

, , ,



Articoli che potrebbero interessarti


Verdetto Finale
A VERDETTO FINALE LA STORIA DI UN PADRE GAY. LA RAI E’ DIVENTATA MATURA SUL TEMA OMOSESSUALITA’?


Nicolas Maupas e Damiano Gavino - Un Professore
Maria Pia Ammirati: «Un Professore 2 sarà meno frenato sull’omosessualità»


credits_ Arsenyco ROSA CHEMICAL - MADE IN ITALY0462 copia
Morgante (Fratelli d’Italia) chiede l’esclusione di Rosa Chemical da Sanremo e attacca: «Il Festival è diventato gender fluid, mina l’identità dell’uomo e della donna»


Casillas (da Instagram)
Iker Casillas rivela: «Sono gay». Poi cancella il tweet

15 Commenti dei lettori »

1. Nina ha scritto:

9 novembre 2013 alle 16:01

I vari comitati, associazioni ecc. (proprio tutti, a partire dai genitori per arrivare ai consumatori finendo con i no ponte no autostrada no elettrodotto ecc. ecc.) che pretendono di avere sempre qualcosa da dire hanno veramente rotto le scatole. Scusate lo sfogo.



2. Giovanni Marci ha scritto:

9 novembre 2013 alle 16:13

l’omosessualità non è una malattia da tutelare, ma un modo di vivere la vita. Queste associazioni hanno veramente stufato… la vera omofobia la creano loro che non accettano che gli altri la pensino diversamente come loro!!!



3. Marco89 ha scritto:

9 novembre 2013 alle 16:33

Cioè o sono tardo o non ho capito. Chi ha imposto qualcosa a chi? Vanno coi mitra a casa delle persone a imporre di seguire una o l’ altra fiction? Qualcuno impone di dover seguire una fiction in cui 2 uomini si baciano? Siamo alle comiche.
Nina sei scusata non preoccuparti, hai tutta la mia solidarietà.



4. Andrea ha scritto:

9 novembre 2013 alle 16:36

Non sia mai che si possa vedere una rappresentazione normale di una coppia omosessuale in TV! Potrebbe essere un’immagine troppo forte ed allettante per i nostri figli, il rischio che possano essere contagiati è troppo alto!

Per non parlare della differenza d’età, non sia mai che due persone adulte e mature si trovino bene assieme, indipendentemente da ciò che recita la loro carta d’identità! Che si inizi a girare con un’etichetta riportante la data di nascita legata al polso!



5. io88@hotmail.it ha scritto:

9 novembre 2013 alle 16:45

Chi ascolta più ste associazioni moralisti false e bigotte ???



6. Fiò ha scritto:

9 novembre 2013 alle 17:19

Ma cosa dicono? Mah…



7. Psquared ha scritto:

9 novembre 2013 alle 17:46

Io mi sono sempre chiesto se queste fantomatiche associazioni esistono davvero o sono composte tutte al massimo da 4 o 5 iscritti



8. Paul.0103 ha scritto:

9 novembre 2013 alle 17:54

Quest’evento è la prova “provata” (qualora ce ne fosse stato bisogno) che la tanto decantata libertà d’espressione, diritto inviolabile e garantito dalla costituzione, vale solo e soltanto a senso unico. Nel senso (unico), cioè, di coloro che vedono nell’omosessualità il male (o, peggio, la malattia) della società, da estirpare a qualunque costo per il bene della famiglia “naturale” e della serenità collettiva.

Secondo i signori di quest’associazione, l’autore di “Una grande famiglia” (o di altre fiction che trattano la tematica gay nella maniera più realistica e “normale” possibile) non dovrebbe avere il diritto di esprimere liberamente il suo genio creativo, inserendo nelle trame una love story tra persone dello stesso sesso.

Sempre in nome dei principi e valori (nei quali ovviamente non rientra l’Amore “non convenzionale” tra due uomini o due donne, declassato a ignobile perversione), inoltre, gli stessi telespettatori sarebbero privati della libertà di esprimere la propria preferenza, scegliendo di restare sul canale 1 durante la messa in onda della serie in quanto questa “costringe” a sorbirsi una storia che non è nelle loro corde.

Nel corso degli anni, un sacco di associazioni hanno cercato di ostacolare (o, comunque, metterci il naso) la prosecuzione di serie che trattano la trama omosessuale nella stessa maniera delle altre. Tutto ciò sempre in nome di quei principi, quei valori e quella libertà d’espressione (a senso unico) cui sopra.

Il problema vero non è la storia tra due uomini di età differenti (come se tra gli etero non ci fossero relazioni tra persone con decenni di differenza!), ma la storia d’amore tra due uomini in sé, vista come elemento di disturbo. Perché ciò che dà fastidio altro non è che il trattare in maniera del tutto naturale un modo d’amare che nel nostro Paese è visto ancora da molti (purtroppo) come deviazione.



9. Francesco ha scritto:

9 novembre 2013 alle 17:59

Ci sono una marea di canali tv al gg d oggi..se a questi signori rimasti al medioevo la fiction nn va giu possono benissimo guardare un altro canale senza rompere continuamente con questo arcaico moralismo!!!



10. mimi` ha scritto:

9 novembre 2013 alle 22:53

Basta con sti gay ovunque, non nulla contro loro, ma non se ne po piu` sembra che il mondo deve loro tutto, e` contro la legge di DIO, punto e basta! E` immoralita`! Sta Rai communista ma anche media set solo gay solo gay………………….BASTA!



11. andre ha scritto:

10 novembre 2013 alle 00:45

non capisco molto bene il ragionamento di mimi. che i “gay siano ovunque” e che “il mondo deve loro tutto” mi sembra discutibile, ma rendiamoci comunque conto che l’omosessualità, che piaccia o meno, è una realtà che esiste dovunque. che sia poi immoralità e che è contro la legge di dio… beh, gesù non diceva “chi è senza peccato, scagli la prima pietra?”



12. comare ha scritto:

10 novembre 2013 alle 02:35

Che palle ’sta gente. Ipocriti e ben felici di vivere nel loro piccolo mondo perbenista e fasullo. No, grazie. Preferisco vivere.



13. comare ha scritto:

10 novembre 2013 alle 02:38

mimì chiaramente sei un troll. Se non lo sei, auguri e tante cose belle. Ne hai bisogno. E ora una dedica: “I uomini sessuali sono gente tali e quali come noi.
Noi normali. Sanno ridere sanno piangere sanno battere le mani.
Proprio come alle persone sani”. (Checco Zalone)



14. Laura ha scritto:

10 novembre 2013 alle 03:05

Ma veramente queste associazioni non hanno di meglio da fare?! scandalizzarsi per una storia omosessuale in una fiction?! Dopo la levata di scudi per il finale aperto della prima serie adesso si parte con la crociata contro la storia omosessuale?!
Il medioevo è finito da un pezzo e mi sorprende che si dia ancora voce a questi trogloditi.

A quando qualcuno che si indigna perché i traffici di Edoardo Rengoni potrebbero invogliare alla truffa?! o il comportamento di Chiara Raul potrebbe dare il via alla moda di cornificarsi tra fratelli e cognati?!
Ma mi faccia il piacere, come diceva il grande Totò!



15. beppe ha scritto:

12 novembre 2013 alle 09:53

Sono queste associazioni che fanno restare il nostro paese nel medioevo,queste corporazioni di bigotti e moralisti che culturalmente e socialmente sono ferme al passato..mentre il mondo si evolve…



RSS feed per i commenti di questo post

Lascia un commento


Se sei registrato fai il login oppure Connetti con Facebook

Per commentare non è necessaria la registrazione, tuttavia per riservare il tuo nickname e per non inserire i dati per ciascun commento è possibile registrarsi o identificarsi con il proprio account di Facebook.