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Luisa Ranieri dal 12 gennaio diventa La Preside

L'attrice interpreta su Rai 1 una coraggiosa dirigente scolastica che cerca di salvare gli studenti a rischio. Il personaggio è liberamente ispirato a Eugenia Carfora, dirigente scolastica di Caivano

Stefania Stefanelli

di Stefania Stefanelli

22/12/2025 - 15:15

Luisa Ranieri dal 12 gennaio diventa La Preside

© US Rai

Il palinsesto di Rai 1 è invaso dagli spot che annunciano prossimamente l’arrivo de La Preside, tra le prime serie a partire nell’anno nuovo (sarà seconda solo a Prima di Noi, il cui debutto è previsto per domenica 4 gennaio 2026). Il ritorno di Luisa Ranieri sull’ammiraglia ha già una data: lunedì 12 gennaio, giorno in cui l’attrice si presenterà al pubblico in un ruolo diverso da quello di Lolita Lobosco.

La preside in questione si chiama Eugenia Liguori e non sarà una poliziotta, ma saprà farsi rispettare e far rigare dritto i suoi “sottoposti”, ovvero i ragazzi di cui si occupa con amore e dedizione. Il personaggio è liberamente ispirato a Eugenia Carfora, dirigente scolastica di Caivano divenuta simbolo di coraggio e determinazione nella lotta per il riscatto educativo e sociale.

La serie, nata da un’idea di Luca Zingaretti, è prodotta da Bibi Film TV e Zocotoco in collaborazione con Rai Fiction. Composta da quattro puntate dirette da Luca Miniero, vede nel cast Alessandro Tedeschi, Ludovica Nasti, Francesco Zekga, Pasquale Brunetti, Luigi D’Oriano, Alessandro De Martino, Aurora Venosa, Francesco Bellamoli, Tony Laudadio, Ivan Castiglione, Enzo Casertano e Daniela Ioia.

La trama de La Preside

Tutto nasce da una domanda: è possibile salvare i ragazzi da un destino di criminalità e analfabetismo attraverso la scuola, anche quando non vogliono essere salvati? Eugenia, quarantasettenne dall’entusiasmo travolgente e dall’assoluta incapacità ad arrendersi, crede di sì. Per questo, al suo primo incarico come preside, sceglie l’Istituto Anna Maria Ortese di Napoli, ovvero l’inferno in terra.

Posizionato al centro di una delle più grandi piazze di spaccio d’Europa, l’Ortese è tristemente famoso per l’assenteismo degli studenti e la totale mancanza di risorse. Ma quella che ad altri potrebbe sembrare una sfida impossibile, per Eugenia diventa una missione, perchè “quando le cose sono così brutte, è facile immaginarsele più belle”.

Per salvare i ragazzi, Eugenia fa di testa sua mettendosi continuamente in pericolo. L’unico a condividere i suoi metodi è Vittorio, insegnante di italiano appena arrivato dal nord perché attratto dalla storia dell’Ortese. Una vicenda potente e attuale, che restituisce valore al ruolo della scuola come presidio di legalità, speranza e futuro.

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