#Cartabianca ha chiuso i battenti, ma non definitivamente, come invece qualcuno auspica. Quella di martedì è stata l’ultima puntata in stagione, ma l’appuntamento con il talk di Rai 3 tornerà il 6 settembre. E Bianca Berlinguer lo grida ai quattro venti, principalmente a chi – senza neanche troppi giri di parole – le ha remato contro.
“E’ stato un anno duro, faticoso, segnato anche da critiche e polemiche che sono arrivate quasi a mettere in discussione la continuità di questa trasmissione”
ha dichiarato la conduttrice in chiusura di programma, confermando quanto fossero concrete le possibilità di una cancellazione di #Cartabianca. D’altronde, Mario Orfeo – prima di essere rimosso dalla direzione dell’Approfondimento Rai – aveva lavorato ai palinsesti della prossima stagione tv e il talk della Berlinguer non era più previsto. A questo, non vanno dimenticati i continui dissapori con il direttore di rete Franco Di Mare, con il quale recentemente si è scontrata a mezzo stampa (leggi qui).
La Bianchina, come la chiama Mauro Corona, ha incassato colpi su colpi, cadendo alla fine in piedi. E’ anche per questo che l’ultimo affondo ricevuto – da parte di Aldo Grasso – lo rimanda piuttosto velenosamente al mittente. Il giornalista e critico televisivo in un editoriale per il Corriere della Sera nel quale boccia il modello di talk show del servizio pubblico, auspica la chiusura definitiva di #Cartabianca e scrive:
“E’ finita #Cartabianca e, in tutta sincerità, spero non torni più“.
La replica della Berlinguer, in un post su Facebook, è altrettanto spietata:
“Ma vi sembra normale che il critico televisivo del gruppo editoriale al quale appartiene la trasmissione mia diretta concorrente, DiMartedì, si auguri la chiusura d’autorità di #Cartabianca?“.
Il Corriere della Sera fa parte del gruppo Rcs MediaGroup di Urbano Cairo, che ricordiamo è anche patron di La7, la rete che ogni martedì sera trasmette DiMartedì condotto da Giovanni Floris, talk concorrente di #Cartabianca. La conduttrice non ci sta, sottolineando “che gli ascolti ci hanno costantemente premiato, ma per Aldo Grasso la risposta positiva del pubblico sarebbe un criterio valido solo per le tv commerciali perché i loro bilanci dipendono dagli ascolti, non per il servizio pubblico. Mentre la Rai finanziata in parte dal canone, cioè dai soldi dei cittadini, dovrebbe disinteressarsi del consenso degli ascoltatori”.
“Ma chi altri dovrebbe giudicare, se non quegli stessi cittadini che pagano il canone e gestiscono il telecomando, della qualità e del gradimento di una trasmissione? O a decidere del destino di un programma, della sua continuità o interruzione devono essere, in singolare sintonia, il critico televisivo del gruppo editoriale concorrente e una parte della classe politica?“
conclude la Berlinguer.
1. Marco ha scritto:
24 giugno 2022 alle 14:33