Volano gli stracci ed ora anche le diffide nella querelle per l’assegnazione dei diritti tv della Serie A per il triennio 2015-2018. Ieri la Lega Calcio si è riunita in consiglio dopo aver ricevuto una diffida da Sky; la pay tv di Rupert Murdoch, infatti, ha espressamente contestato nero su bianco quello che considera un mancato rispetto delle regole (l’asta dei diritti – sostengono i vertici Sky – deve andare a chi offre di più). La decisione finale è stata nuovamente rinviata (il consiglio si riunirà domani), mentre da Mediaset arriva una controdiffida per evitare che tutte le partite finiscano alla concorrenza.
Diritti tv Serie A 2015-2018: Sky diffida la Lega…
La questione diffide è partita da Sky con una lettera inviata alla Lega Calcio:
“Non possiamo accettare l’idea che l’assegnazione dei diritti della Serie A avvenga secondo principi e ipotesi non regolari e non previste dal bando, le cui linee guida sono state preventivamente approvate dalle Autorità indipendenti – si legge nella nota diramata ieri – E’ un passo a cui siamo stati costretti: noi abbiamo fatto le offerte più alte“.
… e Mediaset replica con una controdiffida
Il nodo da sciogliere sono sostanzialmente i pacchetti A e B, ovvero le partite di otto squadre (di cui quattro big) rispettivamente sul satellite e sul digitale. Sky ha fatto l’offerta più alta per entrambi, ma Mediaset contesta che sia un unico operatore a garantire i due pacchetti. E, temendo di restare a mani vuote, lancia una controdiffida a poche ore dall’”appello” che Sky ha inviato alla Lega Calcio.
“Inutile far finta di non capire: assegnare a un unico operatore pay le 248 partite delle otto squadre di Serie A che da sole rappresentano oltre l’86% dei telespettatori tifosi italiani è esattamente quello che la Legge, le autorità regolamentari e la stessa Lega Calcio Serie A hanno sempre voluto impedire a difesa dei consumatori e della concorrenza”
esordice il comunicato del Biscione, che punta sul fatto che il pacchetto riservato al digitale sia inaccettabile relegarlo ad una tv satellitare (che ora, però, sembra voler sbarcare sul dtt con nuovi canali), e viceversa.
“Mediaset ha presentato le proprie offerte rispettando scrupolosamente le regole e mai ha espresso la richiesta congiunta dei pacchetti A e B – si legge nella controffensiva – chi opera in regime di monopolio pay sul satellite e detiene circa il 78% del mercato complessivo della pay tv italiana non può rafforzare ulteriormente la propria posizione dominante [...] Non si capisce quindi perché un’attività espressamente vietata dallo Stato dovrebbe diventare improvvisamente lecita. Un’esclusiva sul contenuto pay più pregiato in assoluto annullerebbe ogni concorrenza dalla pay tv italiana a danno del calcio e soprattutto dei consumatori che non avrebbero più alcuna possibilità di scelta né editoriale né di prezzo. E’ evidente che se, grazie a campagne di disinformazione e a intimidazioni dei Club italiani a suon di diffide, un operatore di pay tv dovesse riuscire a stravolgere le regole e ottenere il monopolio delle squadre più allettanti, nessun altro concorrente potrebbe continuare a esercitare l’attività pay in Italia”.
Domani (forse) la decisione definitva su una vicenda il cui finale alla “vissero tutti felici e contenti” è praticamente da escludere.
1. griser ha scritto:
24 giugno 2014 alle 14:50