The Voice


27
marzo

RAI 1 E IL PUBBLICO GIOVANE DA INTERCETTARE: PERCHE’ NON INIZIARE DA THE VOICE?

The Voice

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Svecchiare, svecchiare e ancora svecchiare. I piani alti di Viale Mazzini da anni non hanno altro in mente per la prima rete pubblica: il vice Direttore Generale della Rai Antonio Marano ha confermato a TvTalk che vi è l’assoluta necessità di “abbassare” l’età media del pubblico di Rai1 e il Consiglio di Amministrazione in una recente seduta ha addirittura approvato un “riordino” a cui potrebbe anche seguire un cambio ai vertici della rete.

Il problema è che – fino ad oggi – alle parole non sono mai seguiti i fatti, e il futuro non si prospetta affatto più roseo. Allargare la propria platea con un pubblico più giovane è una vera e propria mission impossible – e l’invasione di canali free sul digitale terrestre non aiuta – ma l’azienda pubblica non ha mai realmente studiato – eventi come Fiorello e il Festival di Sanremo e fiction come Tutti pazzi per amore e Un Medico in Famiglia a parte - una programmazione atta a convincere un pubblico volatile, difficile da intercettare (e intrattenere) e piuttosto esigente.

L’intenzione c’è, ma nessuno ai piani alti pare voglia prendersi la patata bollente e rischiare. Le occasioni buone in passato non sono mancate, e stavolta l’azienda potrebbe tentare proprio con quel talent che su tutte le reti ammiraglie del mondo che lo trasmettono sta ricevendo consensi bulgari (qui gli ascolti della première su BBCOne, qui quelli su TF1 in Francia) . Parliamo ovviamente di The Voice, che dalla prossima stagione televisiva sbarcherà anche in Italia.

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26
marzo

THE VOICE SBANCA ANCHE NEL REGNO UNITO E IN SOVRAPPOSIZIONE SURCLASSA BRITAIN’S GOT TALENT

The Voice UK

The Voice UK

Che The Voice sia un format di successo lo confermano gli ottimi ascolti che il programma sta collezionando sulle emittenti dei paesi in cui va in onda. In Francia ha letteralmente sbancato – la première ha infatti raggiunto 9.1 milioni di telespettatori con uno share del 37.9% – mentre negli States, fortino di American Idol, ha raggiunto anche i 16 milioni di spettatori, mantenendo salda la leadership nel prezioso target commerciale. Un successo che non poteva che ripetersi anche in Gran Bretagna, dove spadroneggiano i format di Simon Cowell, X Factor e Britain’s Got Talent.

Il talent show ideato dal papà del Grande Fratello, John De Mol, in onda dal 24 marzo sulla pubblica BBC One, ha debuttato con ben 8.4 milioni di telespettatori e un incredibile 37.6% di share, con un picco di 9.6 milioni e il 42.3% di share. Numeri che, se confermati nelle prossime settimane, potrebbero creare qualche problemino a Cowell, che nella stessa serata va in onda su ITV 1 con il suo Britain’s Got Talent, la cui sesta edizione ha debuttato assieme a The Voice con un risultato tutt’altro che negativo: 9.4 milioni di spettatori e il 39.2% di share, confermandosi programma più visto.

In realtà i due colossi televisivi oltremanica si danno battaglia “solo” per qualche minuto: The Voice è infatti in onda dalle 19 alle 20:20 mentre Got Talent dalle 20 alle 21:20. Ma è proprio in quei venti minuti di “scontro diretto” che è emersa la forza del format di Talpa Media: dalle 20 alle 20:20 BBC ha totalizzato una media di 8.9 milioni di spettatori con il 36.2% di share, mentre ITV si è dovuta accontentare del 27.3% di share con 6.7 milioni.

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5
marzo

THE VOICE SPOPOLA ANCHE IN FRANCIA. RIUSCIRA’ A CONQUISTARE L’ITALIA?

The Voice: la plus belle voix

Dopo aver creato il genere reality show con Grande Fratello, croce e delizia delle televisioni di tutto il mondo, John de Mol è riuscito nell’impresa di dare nuova linfa al talent. L’ex numero 1 di Endemol è  il papà di The Voice, lo show dove conta solo la voce che, in attesa di sbarcare su Rai2 dal prossimo autunno, continua a macinare ascolti record in tutto il mondo. L’ultima nazione in cui il format olandese ha sbancato è la Francia: sabato 25 febbraio, il canale transalpino TF1 ha lanciato in prima serata (20,50) The Voice: la plus belle voix.

Eccezionale il riscontro dell’audience: ben 9,1 milioni di telespettatori (picco alle 22.30 di 10,3 milioni di spettatori) hanno seguito il primo appuntamento col talent show, regalandogli uno share del del 37,9%; numeri superiori ai debutti di tutti gli altri talent-reality mai andati in onda Oltralpe come Star Academy (vero e proprio fenomeno di costume in onda su TF1), The X Factor (M6), Idol (M6) e Got Talent (M6).  The Voice ha battutto sonoramente la concorrenza, staccando il secondo programma più seguito (Le Plus Grand Cabaret du Monde on France 2) del 133%, raddoppiando i ratings dello slot: +102% rispetto a Les enfants de la télé (il nostro Tutti pazzi per la Tele aveva ottenuto 4,5 milioni di telespettatori), in onda nello stesso slot la settimana precedente. Come metro di paragone, l’ultima serie di Ballando con le Stelle, in onda nello stesso slot (sempre TF1), che ha totalizzato una media di 4,9 milioni di telespettatori.

Lo show ha ottenuto risultati straordinari sul target commerciale: 55% sul target donne adulte 35-54, 62% sul target 15-24, 61% sul target 15-34.  Anche il dopo-show, The Voice: au au cœur des coulisses, in onda in seconda serata, ha stracciato la concorrenza: 37% di share con 6 milioni di telespettatori. Il consenso plebiscitario verso il programma si è ripetuto nella seconda puntata che, pur non potendo contare sull’effetto curiosità, ha destato l’attenzione di ben 8.388.000 spettatori (35.2%).

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25
febbraio

THE VOICE OF ITALY: MARANO CONFERMA LO SBARCO SU RAI 2 DAL PROSSIMO AUTUNNO

The Voice

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La conferma arriva tra le righe da Antonio Marano, ospite d’eccezione di TvTalk: per la prossima stagione autunnale, dopo il flop di Star Academy e l’addio di XFactor (in mano a Sky), Rai2 ha messo in cantiere The Voice Of. Il talent nato in Olanda, che si conferma una terra di grandi menti televisive, ed esportato in oltre 35 paesi del mondo, tra cui anche gli Stati Uniti, dove viene trasmesso da NBC, dovrebbe quindi essere pronto per sbarcare finalmente anche nel Belpaese.

Ideato da John De Mol, lo stesso del Grande Fratello, il format – in mano per il mercato italiano alla Toro Produzioni di Pasquale Romano (qui la nostra intervista), che per la Rai produce attualmente Attenti a quei due – è suddiviso in tre fasi. La prima consiste nella famosa audizione al buio, una novità importante che lo distingue nettamente dagli altri talent, dei potenziali concorrenti: i quattro giudici (in America sono: Christina Aguilera, Cee Lo Green, Blake Shelton e Adam Levine) possono solo ascoltare, ma non vedere, gli aspiranti cantanti e scegliere quindi esclusivamente in base alle potenzialità vocali.

Una volta formate le varie squadre, i componenti sono chiamati a scontrarsi in sfide a due sullo stesso pezzo: anche in questo caso il concorrente che passa alla fase successiva, quella finale in diretta, viene decisa dai giudici stessi in base alla canonica votazione a maggioranza. Solo nella fase finale interviene il pubblico da casa con il meccanismo del televoto, grazie al quale ha quindi la possibilità di scegliere il nuovo “The Voice of…”.