Pippo Baudo è tornato ancora una volta sul palco dell’Ariston, quel palco che ha rifuggito per tanto tempo, dopo la fine della sua era sanremese. Ci è tornato da ospite per la 68° edizione, creando nel corso della seconda puntata un momento amarcord che ha ripercorso alcuni eventi clou della sua carriera ma che, di fatto, ha ripercorso quella del Festival di Sanremo. Perchè, piaccia o meno, Pippo Baudo e il Festival sono stati per tanto tempo una cosa sola, e un po’ lo saranno sempre.
Baudo è arrivato con la voglia di prendersi in giro e giocare più del solito con quella sacralità che lo circonda, con l’autorevolezza che lo rende colui che ha inventato la televisione, e Baglioni, e la Hunziker, e la Pausini e forse, secondo lui, anche mezza platea. Ha giocato con Claudio Baglioni sul fatto di voler condurre quest’edizione del Festival e non si è risparmiato battute sull’età; “l‘età è un’invenzione, è un modo di dire“, ha detto, e il direttore artistico ha fatto notare tra le risate che “la vecchiaia è brutta ma l’alternativa è peggio“.
Baudo ci ha tenuto a sottolineare che non è l’unico over a non darsi per vinto, scherzando sull’età media alquanto alta dei partecipanti a questo Festival ed ironizzando sulla presenza di Beppe Vessicchio, stoico quanto e più di lui. Poi però tra il serio e il faceto ha condiviso con il pubblico una lettera aperta a Sanremo, al santo – che non esiste – ma che voleva ringraziare lo stesso per averlo aiutato a diventare quello che è. Ed è partito da lontano.
“Carissimo e amatissimo Sanremo, io ti ho conosciuto nel lontano 1958, allora mio padre ha ceduto alle insistenze di mia madre ed ha comprato un televisore. Ho assistito al festival e sono rimasto colpito perchè all’improvviso è arrivato un cantante che diceva: Volare, nel blu dipinto di blu. Che emozione, caro Sanremo. Ho detto: prima o poi in quella scatoletta devo entrarci. E tu, che sei generoso, hai capito che la mia richiesta era spontanea”
Dopo i ricordi salienti dei suoi tredici Festival di Sanremo, degli ospiti e dei momenti più intensi rimasti nella storia, nonché dopo aver detto un po’ provocatoriamente che “Sanremo è Sanremo se si canta sempre, non solo per una settimana“, è stata la volta di un commiato sentito ma non domo, per citare proprio Baglioni. Non domo perchè dopo aver detto “adesso io devo andare, devo lasciarti, ma devo dirti che gran parte della mia vita artistica la devo a te” ha dato appuntamento al Festival per il prossimo anno. “Arrivedorci all’anno prossimo“, ha detto riallacciandosi alla canzone degli Elio. Proprio il leader delle Storie Tese si è poi spazientito: si è ritrovato ad aspettare al centro del palco che Baudo salutasse la Hunziker e rimembrasse tutti i loro interminabili trascorsi, per poi sbottare in un sorridente (ma non troppo) “Continuate pure tranquillamente!“.
La lettera di #PippoBaudo a #Sanremo2018
Rivedila tutta su @RaiPlay ▶️ https://t.co/FU18lOYRgo pic.twitter.com/tpXKS6iHls— Festival di Sanremo (@SanremoRai) 7 febbraio 2018
1. Max ha scritto:
8 febbraio 2018 alle 09:21