Tangenti



28
ottobre

RAI, TANGENTI E APPALTI TRUCCATI: ANCHE SANREMO, UNOMATTINA E BALLARO’ NELLE CARTE DEGLI INQUIRENTI

Festival di Sanremo

Bustarelle, favori e assunzioni pilotate in cambio di appalti tv. Le carte in mano ai pm fanno tremare funzionari e dirigenti di Viale Mazzini: sono infatti 38 i milioni di euro di provviste “in nero” che gli inquirenti hanno scoperto nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti Rai che sarebbero stati truccati.




21
giugno

I RACCOMANDATI… E LE TANGENTI: APERTA UN’INCHIESTA SU ALCUNI CAPISTRUTTURA RAI

Ciak Si Canta

La Rai non ha fatto in tempo ad uscire dall’impasse che ha determinato il lungo rinvio per l’approvazione dei palinsesti autunnali, che già una nuova tegola si abbatte sul tetto di viale Mazzini: la procura di Roma ha infatti aperto un’indagine per abuso d’ufficio, nella quale sono coinvolti alcuni capistruttura dell’azienda pubblica.

Tutto nasce dalla denuncia presentata da Pietro Di Lorenzo, ex presidente della società di produzione tv Ldm, nella quale si parla di alcune (presunte) somme di denaro a lui richieste prima sotto forma di prestiti e poi di vere e proprie tangenti dall’ex capostruttura di Rai 1 Giampiero Raveggi, la cui posizione è ora sotto verifica insieme a quella della moglie Chiara Cavagni, capostruttura dell’Ufficio Risorse Televisive. Oltre alle richieste economiche, secondo le affermazioni di Di Lorenzo, ci sarebbe stata anche una richiesta di assunzione per il figlio del responsabile palinsesti, che voleva oltretutto uno stipendio ben superiore a quello garantito dalla Rai per la sua qualifica.

Intervistato da La Stampa, Raveggi si difende affermando di essere oggetto di una vera e propria forma di stalking da parte di Di Lorenzo, e che ben due indagini interne Rai hanno appurato l’infondatezza delle accuse. Secondo il produttore, invece, il rifiuto alle richieste di Raveggi avrebbe portato ad una drastica riduzione di impegni per la sua società con conseguente danno economico: dal 2006 il fatturato con la Rai sarebbe sceso da 18 a 2 milioni di euro l’anno. Non solo: come leggiamo sul Corriere, Di Lorenzo afferma che i suoi format sono stati mandati in onda contro programmi di successo proprio per farli risultare un flop e che gli ospiti sono stati contrattualizzati soltanto all’ultimo momento e con cachet molto inferiori alle richieste. Dal suo sdegnato “no” sarebbero dipesi il “finire fuori i binari” de I RaccomandatiMettiamoci all’Opera nonché la mancata messa in produzione della terza serie della fiction Il Capitanodella seconda di Cugino & Cugino. Coinvolti anche Butta la luna e Punto su di te.

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