Qualcuno avrà rimpianto Otto e Mezzo e le domandine sornione di Lilli Gruber. Reazione comprensibile dopo aver assistito allo sgangherato esordio della nuova edizione di In onda, avvenuto ieri nell’access prime time di La7. Il programma d’approfondimento estivo, guidato quest’anno da Gianluigi Paragone e Francesca Barra, ha riacceso i motori con un grande rombo e con ospiti che annunciavano faville, ma si è ingolfato dopo i primi metri di diretta, svelando delle carenze nella scaletta e nella conduzione.
D’accordo: era pur sempre la prima puntata, tuttavia non possiamo soprassedere sulla mancata sinergia tra i due conduttori, che sin da subito ha influenzato il programma. Gianluigi Paragone, abituato alle vivaci scorribande de La Gabbia, ha immediatamente afferrato le redini del talk show e ha marcato il territorio con le sue tesi su Grecia e immigrazione, mettendo in secondo piano la collega. Il giornalista è apparso insofferente al format e alla conduzione in tandem (cui dovrà comunque abituarsi); ad un tratto si è pure alzato in piedi, come a volersi liberare dal vincolo della scrivania al centro dello studio. Privato di un’arena vociante, però, Gianluigi era fuori dal suo habitat.
Praticamente assente, invece, Francesca Barra, la quale ha assistito silenziosa al confronto, sovrastata dal compagno d’avventura e ancora piuttosto impettita. Per l’intera puntata, i conduttori si sono quasi ignorati e hanno interagito solo sul finale, punzecchiandosi su una questioncina marginale proprio mentre scorrevano i titoli di coda. Fuori tempo massimo, insomma. Altro punto debole della trasmissione è stata la scarsa evoluzione del dibattito, dovuta alle troppe voci sovrapposte e ad una scaletta con troppa carne al fuoco, più adatta ai tempi lunghi di una prima serata che ad un access prime time.