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TUTTI PAZZI PER AMORE 3: ELOGIO DELLA SURREALTA’

di Cristian Tracà

23/11/2011 - 00:39

TUTTI PAZZI PER AMORE 3: ELOGIO DELLA SURREALTA’

La bambina emo di Tutti Pazzi per Amore

La nonna, una fantastica Piera Degli Esposti, che all’annuncio dell’arrivo di nuovi nipotini prenota una crociera in giro per il mondo al grido: ”Non mi avrete”, la coppia delle zie pie, pettegole e zitellone alle prese con la svolta emo della piccoletta di casa, fratello e sorella che in bagno si giocano a sorte l’ultimo preservativo a disposizione in casa, i genitori sorpresi ad amoreggiare nella casa dei figli, gli inserti da musical di cui spesso si è parlato e che tanto hanno contribuito al marchio.

Tutti pazzi per Amore, nonostante il peso della serialità che si allunga come il proverbiale rotolone delle pubblicità, può contare ancora su una sceneggiatura brillante. Se ne confrontiamo le dinamiche con il resto dell’intrattenimento che più o meno avvolge i palinsesti della vecchia tv generalista il tocco straniante, quel brechtismo pop, sembra proprio una grandissima boccata d’aria. Quale altra fiction italiana chiuderebbe con una rappresentazione degli spermatozoi del protagonista che causa pensionamento giocano a scacchi?

Il tema dell’omosessualità ad esempio è portato al grande pubblico in punta di piedi, tra una sorta di vignetta onirica e un surreale confronto tra ragazzi non proprio glamour che sfoggiano un lessico da Vanity Fair. Erotismo frizzantino ma mai sguaiato, uno sguardo non convenzionale su un’Italia che rimane spesso fuori dagli schermi, ma esiste, tanto quanto quella iper rappresentata di coatti, tradizionalisti o truffaldini.

Se si pensa alla linea editoriale del Grande Fratello che abbina costantemente la sua idea di reality a uno stereotipo di iperreale autoreferenzialità (Signorini ha correttamente paragonato il programma Mediaset a un Uomini e donne elevato alla potenza e frainteso per realtà) sembra di essere in un altro mondo.

La scelta della surrealtà che apre sprazzi molto divertenti, e per nulla banali, sul reale acquista un ulteriore tono di grande originalità se si considera l’identità della rete che ospita la spassosa epopea della famiglia allargatissima di Solfrizzi e della Liskova. Niente mamme, figlie e nonne che si struggono accarezzando i portafotografie dei figli manigoldi ma piuttosto un’immagine dirompente di eterne ragazze, ma sessualmente emancipate.

Dall’altro lato nessun machismo, uno spiraglio ampio sulla transizione della figura maschile nel mondo delle donne giornaliste che ammiccano a Sex and the city e Il diavolo veste Prada. Niente chiagne e fotte e famiglie patriarcali da film di Olmi, ma un simpatico coacervo di metrosexuality e underground intelligentemente avvicinati ad un pubblico non proprio di nicchia.

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16 commenti su "TUTTI PAZZI PER AMORE 3: ELOGIO DELLA SURREALTA’"

  1. Cenzo/Bermuda dice:

    Io avevo abbandonato la serie, dopo le prime puntate dell'assurda seconda serie. Ma questa terza serie mi ha riconquistato. Non sarà la serie del secolo, ma è una serie divertente e fresca, la trovo ben fatta. Trovio divertenti i personaggi e anche le storie, la pensata della quotidianità mi piace, e il ritmo non nè risente. nella sua surrealità, però a delle cose bisognerebbe far attenzione. Cristina trova ogni giorno un lavoro nuovo, ok la surrealità, ma un pizzico di attinenza alla situiazione reale, ci vuole :)

  2. A me sta piacendo questa terza serie!

  3. a me non sta convincendo... a parte i guizzi di sceneggiatura elencati la trama in generale fa acqua... ormai le storie sanno di già sentito e non ha aiutato il nuovo ciclo temporale, che dà l'idea di un telefilm molto schematico (colazione, giornata di lavoro e sera)

  4. marcello walker dice:

    La terza serie non mi sta convincendo del tutto, comunque scrivi veramente in maniera impeccabile :-D

  5. A parte la battuta geniale "la scena primaria!!!" e poco altro, quest'anno non mi piace molto.. Tra la surrealtà ed il macchiettismo c'è una linea sottile sottile, questa stagione ha decisamente virato sul secondo.

  6. non concordo con il post, purtroppo questa terza stagione la sto trovando molto al di sotto delle aspettative!

  7. In qualche passaggio la surrealtà diventa proprio quasi banale e macchiettistica ad esempio il personaggio di Martina Stella è una caricatura all'ennesima potenza della svampita mettendo in luce tutti i limiti dell'attrice, così come anche i monologhi interiori di Monica ( Carlotta Natoli) sovraccaricano molto il gioco.

  8. scusami tracà, ma per te questa "surrealtà" è il punto forte della fiction? No. A me sembra che la fiction stia facendo la fine di "caterina e le sue figlie". Il comedic device ha preso il sopravvento sulla fiction e così non è un suggeguirsi di battute e momenti improbabili, esattamente come in "caterina e le sue figlie", il che non è che mi piaccia più di tanto.

  9. ero uno uno dei più grandi sostenitori di tutti pazzi. ero,perchè questa terza serie la trovo ben poco brillante,al confronto delle precedenti. l'assenza del suo storico regista,riccardo milani,si fa sentire pesantemente. ha perso molta brillantezza e dinamismo. anche i dialoghi sanno di già sentito. direi che vale lo stesso discorso dell'articolo di ieri di davide maggio su fiorello,ovvero che per il semplice fatto che le altre fiction siano molto peggio,non vuol dire che questa terza serie sia da elogiare. se qualcuno l'ha persa,si guardi la prima,quello si che è un autentico gioiello.

  10. Bellissimo articolo e analisi impeccabile su una delle più belle fiction della tv italiana, anzi, forse la più bella in assoluto...! :-)