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LA7 CHIARISCE: SANTORO VOLEVA MODIFICARE IL PROGRAMMA SENZA PREAVVISO

di Marco Leardi

03/07/2011 - 19:48

LA7 CHIARISCE: SANTORO VOLEVA MODIFICARE IL PROGRAMMA SENZA PREAVVISO

Michele Santoro

Michele Santoro voleva fare il diavolo a quattro e La7 non c’è stata. Spuntano nuovi particolari sulla mancata firma del contratto tra il giornalista più ‘scomodo’ del piccolo schermo e l’emittente di Telecom Italia Media. Dettagli che si aggiungono a quelli riportati nei giorni scorsi dal conduttore e che in parte li smentiscono. Il paladino della libera informazione aveva infatti dichiarato di aver abbandonato le trattative perchè La7 non intendeva assumersi responsabilità legali e voleva interferire sulla sua attività giornalistica. Colpa di pressioni esterne e del conflitto di interessi, si era detto. Oggi la società del Gruppo Telecom Italia proprietaria della rete terzopolista replica a quella versione. Dice la sua.

La rottura delle trattative è dovuta alla richiesta continua e perentoria effettuata dal dott. Michele Santoro di riservarsi il diritto, una volta individuato il tema della trasmissione, di modificare, anche in senso profondo, l’ eventuale ‘premessa’, gli ospiti in studio, la scaletta, i filmati da trasmettere e quanto altro fosse necessario per gestire in totale autonomia il programma da Lui condotto, senza alcun ragionevole preavviso (erano stati concessi solo alcuni minuti)” ha scritto l’editore in una nota. Secondo La7, dunque, il conduttore avrebbe tirato troppo la corda e lì sarebbero iniziati i problemi sul contratto. 

Le richieste esigenti di Santoro sarebbero state infatti in contrasto con “le regole interne che presiedono i rapporti con tutti i volti della rete” e varebbero esposto l’editore a “ingiustificati rischi legali di natura penale e civile“. Ecco dunque spiegato una volta per tutte il significato di quella formuletta incomprensibile e laconica con cui La7 annunciava di aver interrotto le trattative con il divin Michele per “inconciliabili posizioni riguardo alla gestione operativa dei rapporti fra autore ed editore“. 

Nella nota di spiegazione, La7 ha voluto anche sgombrare il campo da “illazioni” riportate dal Fatto Quotidiano lo scorso 2 luglio. Secondo il giornale diretto da Antonio Padellaro, il giorno del “No” a Santoro, il Governo avrebbe magicamente fatto scomparire dalla manovra finanziaria una norma per il diritto di accesso a internet che avrebbe penalizzato Telecom Italia. “Le opinioni delle parti sulla gestione operativa dei rapporti fra l’Autore e l’Editore, così come rappresentato in precedenza, sono risultate inconciliabili ben prima che fosse emessa la bozza di finanziaria” ha scritto l’emittente.

Confermata invece l’offerta “generosa” avanzata da Enrico Mentana per “includere il programma del dott. Santoro nella testata giornalistica, al fine di alleviare i rischi dell’ Editore“. Una proposta che  però “è stata dallo stesso rifiutata poiché considerata artificiosa“. Dunque è vero: Mentana aveva fatto di tutto per portare a La7 il paladino della libera informazione, ma qualcosa è andato storto.

Ora il direttore del Tg La7 si trova accusato dallo stesso Santoro di voler nascondere il grande conflitto d’interessi, il complotto ordito per impedirgli di accedere al terzo polo (leggi qui). Qualcosa non torna nel gran bailame dell’appasionante telenovela santoriana.

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73 commenti su "LA7 CHIARISCE: SANTORO VOLEVA MODIFICARE IL PROGRAMMA SENZA PREAVVISO"

  1. @45 Ma esattamente di cosa non si è sicuri? Prima la legge è apparsa, poi è saltato il contratto e la legge è scomparsa. Punto. Non è che ci sia da accertare la correlazione per arrivare a cogliere e giudicare il problema. Il giornalismo inglese ultragarantista non va per la maggiore, perlomeno stando ai periodici che leggo. Fareste bene poi a verificare i fatti, aggiungerei io considerando cosa è più o meno rilevante. E dunque, in questa vicenda, per un giornalista cosa è più o meno rilevante? Quel che è successo in parlamento o quel che dicono le due parti in causa? Perché a me pare che ci si stia soffermando solo sulla seconda cosa, quando la prima mi pare leggermente (ma solo leggermente, per carità) più rilevante. Inoltre non sono io a dare o meno la patente a qualcuno: è la natura, la specificità e la tempistica delle vicende a permettere un giudizio sulla tua sintesi. E questo, a differenza del resto, non è secondo me. Una vicenda si può ricostruire, totalmente o parzialmente, punteggiando le parti che più si ritengono rilevanti senza tralasciare nulla di ciò che potrebbe far comprendere meglio la vicenda. Ecco, posto tutto questo, la sintesi che facevi era assolutamente fuorviante. E per le evidenze e per le argomentazioni. Stavi addirittura citando l'AGCOM partitica a favore del tuo argomentare. Per il resto questo hai detto tu: "per caso santoro ha smentito quel punto che ho citato? no. ha iniziato a sparare a zero su tutti, accusando di essere servi del potere. si vede che a la7 lerner, ferrara, telese, costamagna (che era una pupilla di santoro), mentana, d’amico ecc ecc…sono tutti servi, come lo sono quelli di rai e di mediaset e sky e tutti quelli che non gli danno ragione. perche` per santoro l’unico giornalista libero e` santoro. E questo gia` ti dovrebbe far capire quale interesse ha principalmente a cuore santoro: SANTORO!" Cioè se tu dovessi commentare questa notizia la commenteresti in questo modo? No, dimmi se sbaglio, magari alla BBC si fa così ...

  2. La "telenovella" di Santoro è tipica di una società dove i conflitti di interesse continuano a rimanere irrisolti. E' logico che un editore privato non ricaverebbe nessun vantaggio nel lasciare mano libera a qualunque suo dipendente. E Santoro sa benissimo che senza lo spazio che aveva nella Rai è come se avesse in mano una matita spuntata. Non riuscirebbe a combinare niente se si facesse editore di se stesso perchè ci vogliono mezzi che lui non ha e perché dovrebbe adottare anche lui una logica imprenditoriale. Da qui la necessità di un servizio pubblico sganciato non solo dalle logiche partitiche ma anche da quelle meramente commerciali. Con una Rai governata da criteri di professionalità e qualità tutto questo "gran bailame" non avrebbe avuto ragione d'essere. E forse risulterebbe un po' ridimensionato l'impatto del giornalismo alla Santoro.

  3. Si, scusa Maggio. Se per quello che ho scritto ci son problemi, al limite dirò che sono stato mal interpretato ;-)

    1. Pippo76: se si discute civilmente sono il primo a leggere con interesse.

  4. @Pippo76: esattamente. Per cui c’è poco da stupirsi del fatto che Santoro ricorra a degli escamotage per mandare in onda il suo prodotto. La collaborazione esterna, sebbene adatta per lui, non gli permette di avere la protezione dagli attacchi totalitari di chi è attualmente al governo.

  5. Marco Leardi dice:

    Non escludo che Santoro possa tornare in Rai da collaboratore esterno.. anche perchè i cosiddetti canali 'minori' (sul satellite, ad esempio) non dispongono dei mezzi e delle finanze necessarie ad accogliere un professionista come Michelone. Altra ipotesi, quella che si rivolga ad una piattaforma satellite-web, magari con l'appoggio della società di produzione che gestisce assieme alla moglie ..

  6. @Pippo76: esattamente. Per cui c'è poco da stupirsi del fatto che Santoro ricorra a degli escamotage per mandare in onda il suo prodotto. La collaborazione esterna, sebbene adatta per lui, non gli permette di avere la protezione dagli attacchi totalitari di chi "piagne e fot*e" (cito Antonio Padellaro).

    1. Pippo e Revolt: per favore utilizzate un indirizzo email esistente.

  7. Ma io penso che non sia in discussione la santità o meno di Santoro. Sarà che sono una persona semplice, ma non capisco a noi pubblico televisivo cosa interessi fare una dissertazione su questo tema. Nel merito io ritengo più plausibile la tesi del conflitto d'interessi piuttosto che quella delle divergenze contrattuali. Sarò pazzo? Non saprei, forse il tempo mi darà ragione. Facciamo così: quello che è accaduto in parlamento è banale amministrazione. Alla presentazione del palinsesto hanno scherzato con azionisti ed inserzionisti: Santoro già era un capitolo chiuso da tempo come dice sua santità TI MEDIA. In questo paese per dire qualcosa che risulterebbe evidente a chiunque bisogna aspettare le intercettazioni messe sui giornali. Adesso che ci penso stiamo parlando di Telecom: loro di intercettazioni se ne intendono :)

  8. WHITE-difensore-di-vieniviaconme dice:

    boh non saprei. si vociferava di una discussione in settimana tra i vertici rai sul caso santoro. se discutono ancora di un suo ritorno in rai sono davvero scemi. io dopo la richiesta di lavoro ad 1 euro, gli avrei inviato per direttissima un contratto annuale da firmare con un guadagno netto di 1 euro a puntata. lì si che avremmo riso!

  9. Non vorrei entrare in temi politici che non competono questo post ma in 20 anni abbiamo assistito a come un Presidente del Consiglio proprietario di 3 televisioni e con interessi dal calcio alle assicurazioni passando per giornali e quant'altro, abbia Fatto leva sul suo potere per ottenere quello che lui voleva (ricattare non il termine adatto). Dalle leggi ad personam ai divertimenti più spiccioli.....

  10. Quindi se facesse il collaboratore esterno in Rai cadrebbero miseramente le parole del "signor la7" Cmq In queste vicende la ragione al 100% non ce l'ha nessuno. Atteniamoci ai fatti perchè i comunicati-scaricabarile arriveranno da una parte e dall'altra ( son curioso di leggere la replica di Mentana domani sulle pagine del Corriere)

    1. Pippo76: no, da collaboratore esterno non credo ci siano alternative molto diverse da quelle prospettate da La7. Credo che l'anno scorso decadde tutto anche per questo. Ma non ne ho la certezza, mi pare di ricordare cosi'.