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GABRIEL GARKO HA IL SANGUE CALDO ANCHE IN VISO D’ANGELO
di Salvatore Cau
04/11/2011 - 16:29

L’esperienza e i fatti ci hanno insegnato che qualche punto in più di share alle fiction nostrane è spesso e volentieri ‘garantito’ dalla prestanza e avvenenza fisica di chi le interpreta, anche in assenza di una valida sceneggiatura. Ultima dimostrazione in ordine di tempo, l’imbarazzante Vanessa Hessler nei panni di Cenerentola, miniserie in grado di collezionare ascolti record e sbaragliare la tanto strombazzata concorrenza del Grande Fratello. Chi questa lezione dimostra di averla imparata per bene è sicuramente Ares Film. La prolifica casa di produzione di Alberto Tarallo si è da sempre distinta per l’arruolamento nelle proprie fiction di belle donne e aitanti ragazzi, spesso e volentieri coinvolti in inevitabili scene ad alto tasso erotico.
Non fa eccezione Viso D’angelo, la miniserie in 4 puntate in onda da venerdì scorso in prima serata su Canale5. Protagonista, neanche a dirlo, Gabriel Garko, volto di punta della fiction di casa Mediaset nonché artefice del successo di numerose fiction targate Ares. Al suo fianco Cosima Coppola, altra attrice di casa Tarallo, già partner di Garko nella fortunata serie L’onore e il rispetto.
I due, rispettivamente nei panni di un tenebroso commissario e di una poliziotta con problemi di droga, si ritrovano a dover dare la caccia ad un misterioso serial killer in un thriller a sfondo religioso, il cui appeal appare inversamente proporzionale a quello dei protagonisti.
Nessuno si aspettava certo di trovarsi di fronte un prodotto che potesse gareggiare con pellicole di successo internazionale come Il nome della Rosa, ma neppure di assistere ad una fiction capace di far rimpiangere La quindicesima epistola, miniserie del 1998 che vedeva tra i protagonisti una Deborah Caprioglio nel ruolo di una giovane e procace perpetua, Quintalina, alle prese con misteriosi omicidi in grado di turbare la quiete dell’attiguo convento di monache di clausura.
In Viso D’angelo, il regista e sceneggiatore Eros Puglielli, pur prestando particolare attenzione alla componente drammatica, ha dato vita ad una serie di situazioni inverosimili, create ad hoc per poter sviluppare una trama piuttosto prevedibile. I personaggi, dal canto loro, sono appena abbozzati e privi di qualsiasi caratterizzazione.
Ancora una volta, a fronte di un soggetto potenzialmente valido, è venuta a mancare una sceneggiatura di buon livello. Una storia che possa riuscire a catturare l’interesse di tutti coloro che da una fiction tv si aspetterebbero qualcosa di più del seducente Garko e dell’ormai immancabile scena di sesso bollente sotto la doccia.
Chissà che nella seconda puntata, in onda questa sera alle 21.10, qualcosa possa cambiare.
Di seguito le anticipazioni della seconda puntata:
L’ispettore Roberto Parisi (Gabriel Garko), in compagnia di Angela Garelli (Cosima Coppola), riesce ad identificare la berlina nera del serial killer, riuscendo anche a risalire alla sua prima vittima: una dottoressa che lavorava in un centro di cura. Successivamente, a casa della donna, trovano una foto di lei in compagnia di una donna con il viso completamente cancellato. Quando Parisi scopre che Gloria Maselli potrebbe riconoscere la misteriosa donna ritratta nella foto è ormai troppo tardi. Gloria cade infatti in una trappola del misterioso assassino.
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BlackD dice:
Ringrazio gli sceneggiatori di questo pseudo Thriller per aver confermato, ancora una volta, la mia opinione sul mondo della fiction italiana (che ritengo per lo più inguardabile) e per avermi insegnato cosa assolutamente un buon sceneggiatore non dovrebbe mai fare. Qualcuno vuole spiegare ai tre autori (Losito, Romano e Sabatino) che una buona sceneggiatura "mostra visivamente" la trama e non "spiega" al pubblico cosa succede? Altrimenti tanto vale scrivere un libro!! Perchè l'assassino deve raccontare al pubblico (con una voce da hot line) chi potrebbe essere tra i diversi personaggi? Cos'è un thriller for dummies? E poi un thriller non dovrebbe creare suspance? Perchè rovinare tutto facendo capire, molto prima, cosa sta per succedere (vedi omicidio di padre John)? Basterebbe davvero poco per fare un buon lavoro... Ed invece ci ritroviamo sempre con i soliti polpettoni, i soli attori... i soliti autori aggiungerei. Visto che le idee ormai arrivano per lo più dagli USA (vedi RIS versione italiana di CSI) sarebbe tanto difficile "copiare" (meglio sarebbe imparare) anche il loro stile?