Continua la nostra chiacchierata (il primo estratto – video – potete vederlo sotto) con Alessandro Cattelan. Questa volta “pungoliamo” il conduttore di X Factor sul vezzo della pay tv satellitare di rimarcare con estrema enfasi risultati e meriti. Ne approfittiamo altresì per cercare di scoprire cosa ne sarà di Alessandro nel periodo post talent…
Soddisfatto di questa edizione di X Factor?
Sì, di anno in anno c’è un leggero miglioramento, forse perché si pone rimedio ai piccoli errori degli anni precedenti. Il primo anno l’hanno visto in tantissimi, ci sembravano tantissimi allora però, perché rispetto a quelli che l’hanno seguito quest’anno è poca roba. Evidentemente sarà aumentato il passaparola. E’ un carro vincente sul quale di anno in anno la gente sale sopra.
X Factor ha un ottimo riscontro ma c’è bisogno di rimarcarlo con tanta insistenza?
Sei un po’ come il mio papà che diffidava dai film troppo pubblicizzati e non andava a vederli. Questa è comunicazione, non è un campo mio, ma credo che Sky abbia una capacità di usare un linguaggio contemporaneo che in questo momento pochi altri hanno e i risultati le danno quasi sempre ragione. L’Italia ha bisogna di essere sedotta, c’è gente a cui bisogna dire quanto sei bravo. Per anni siamo stati governati da uno che passava il tempo a dire quanto era bravo ed era benvoluto.
Sei d’accordo con chi governava?
Sono d’accordo con il metodo. Perché chi fa i record deve tenerli nascosti?
Ci sono record e record…
Però che una rete satellitare che superi per una giornata tutti i canali free esistenti in Italia è una roba impensabile, che non era mai successa prima (e infatti non è mai accaduto, probabilmente intendeva canali specializzati free, ndDM).
Parliamo però di un programma costoso che in partenza nasce per essere ambizioso…
Si potevano fare cose più brutte con gli stessi soldi. Non è mi è mai capitato di camminare per strada senza essere fermato per avere notizie sul programma. L’interesse è pazzesco. I miei colleghi che conducono programmi da 4 o 5 milioni sono sì fermati ma magari per fare le foto.
Non temi di rimanere intrappolato nel ruolo di conduttore di X Factor?
Sono ancora in una fase di follia adolescenziale, in questo momento non è un problema che mi pongo. Finchè mi diverto e sono contento, ci sarò.
Una piccola curiosità: ad X Factor non esiste il gobbo, né per il cantante, né per il conduttore…
Se hai il gobbo poi ti viene da leggere. Ma basta azionare il cervello, del resto è un programma dove il massimo che può succedere è che qualcuno canti.
Hai guardato “Dopotutto non è brutto”, lo show della Cucciari che ricorda il tuo “Potevo farlo anch’io”?
No, però lei mi piace molto. Mi hanno solo raccontato l’argomento, ma d’altronde non possiamo essere depositari di nulla. A me quella cosa lì all’inizio mi sembrava una cagata, invece, poi, è andata bene.
Qual è il tuo obiettivo?
Avere un programma mio, ci stiamo pensando e magari se siamo fortunati quest’anno ci sarà. Credo su Sky.
Cosa potresti fare?
A me piace la tv divertente con un briciolo di intelligenza. Sarebbe bello mettersi nella direzione di Fiorello, a volte c’è l’istinto di fare il passo più lungo della gamba ma bisogna procedere per gradi soprattutto per un determinato tipo di carriera.
Sanremo ti piacerebbe?
Per chi fa questo mestiere potrebbe essere un passaggio, ma non è un mio sogno. Se me lo chiedessero, naturalmente, lo farei volentieri.
Le sirene della tv generalista non ti attraggono?
Un’altra cosa che non vivo tanto è la differenza tra pay tv e tv generalista. Anche se Sky ha un bacino oggettivamente inferiore ti permette comunque di arrivare a tanta gente. Io farei tutto, l’importante è il progetto. Finchè non sarò in gravi difficoltà economiche non andrò in televisione tanto per.
1. anto ha scritto:
13 dicembre 2013 alle 15:59