20
settembre

LA STORIA SIAMO NOI, QUANDO LA TV FA CULTURA: DA DOMANI LE NUOVE PUNTATE

La Storia Siamo NoiPortare la “cultura” in televisione, soprattutto in quella generalista, è da sempre un compito arduo e ingrato. Le leggi dell’auditel e le esigenze degli inserzionisti pubblicitari, spingono le aziende televisive a prediligere “gli aspetti economici”  rispetto a quelli “pedagogici” e questo significa spesso sacrificare iniziative e format in spazi e orari di nicchia, ignorati dal grande pubblico.  Succede così che mentre le pubblicità e le promozioni tartassano i telespettatori sui programmi più popolari e blasonati, passa invece sotto silenzio la rimessa in onda di autentiche “perle” televisive, che possono regalare a chi le segue, insegnamenti e valori. Una di queste “perle” è il prodotto di punta di Rai Educational e si chiama: “La storia siamo noi“.

“La storia siamo noi”, diretta e condotta da Giovanni Minoli (probabile futuro direttore di Raitre), riparte domani su Raidue in seconda serata con i suoi nuovi reportage. Tra tanti programmi e personaggi che spesso abusano e si cuciono addosso il termine “cultura”, il format Rai tiene fede a tutte le premesse che possono scaturire da uno slogan (come il suo) “la televisione da conservare“. 

Un piccolo scrigno di storia, cultura, approfondimento, proprio lì a portata di mano in seconda serata , “La Storia siamo noi” è  un’indagine nella memoria, un progetto editoriale e produttivo unico in Europa, con 240 ore di Storia all’anno (in onda su Rai Educational) che attingono per lo più dal grande archivio Rai. La riproposizione dei grandi fatti della storia, della politica e dell’economia, i gialli mai risolti, la cronaca che ha segnato intere generazioni:  ogni puntata affronta una tematica legata a fatti del XX secolo mediante documentari, filmati, interviste dell’epoca a cui  vengono a volte abbinate ricostruzioni.

Il bello di un programma come “La Storia siamo noi” risiede principalmente nella capacità di coniugare con i contenuti, uno stile che è comunque televisivo e scorrevole. Un bravissimo Minoli spiega e collega i filmati proposti, in una filosofia che è al contempo analitica e di riflessione; i fatti vengono di solito esposti in ordine cronologico, per dare a chi segue la possibilità di maturare un’idea propria sull’argomento e far percepire quello che è l’impatto sociale che ogni evento o personaggio, può avere sulle vite e sulla cultura delle persone. La scenografia è asciutta e moderna: uno studio buio e molti teleschermi con immagini frammentate, spiegate di volta in volta dalla voce narrante del conduttore.

E’ stata ieri presentata in anteprima a Torino per il premio televisivo ”Grand Prix”, una delle nuove puntate della prossima stagione: “Carlo Casalegno, il coraggio degli ideali” (di  Giovanna Cornaglia), il racconto emozionante di uno dei primi giornalisti uccisi durante “gli anni di piombo” ad opera delle Brigate Rosse, che sicuramente non deluderà i telespettatori che sceglieranno di seguirlo. Premiate (parzialmente) dagli ascolti anche le repliche di questa estate, la speranza è che “La storia siamo noi”  non continui a passare inosservato e poco valorizzato agli occhi dei più, e che la Rai impari ad accrescere e sdoganare (perchè no? anche in prima serata) un format che, mai come in questo caso, può essere definito “di qualità”.



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6 Commenti dei lettori »

1. Giovanna ha scritto:

20 settembre 2009 alle 15:41

Una trasmissione che permette a tutti di conoscere e comprendere alcuni aspetti della storia (non solo) italiana più recente, che, in taluni casi, non sono neppure inseriti nei programmi scolastici.
Contenta che riparta.



2. CarlaP ha scritto:

20 settembre 2009 alle 16:17

Un bellissimo programma



3. nomadus ha scritto:

20 settembre 2009 alle 18:49

Sono pienamente d’accordo con te DAVIDE, il programma di Giovanni Minoli è veramente l’unico che si possa fregiare del titolo “di informazione e cultura” nella sua rivisitazione accuratamente storica di personaggi ed eventi di rilievo nel corso dell’ultimo periodo. E meriterebbe davvero l’onore del prime time televisivo, altro che raffazzonati programmi spacciati per cultura o per informazione (e parlo sia della RAI che di Mediaset). Nel mio blog ho spesso “caricato” puntate della Storia siamo noi per supportare analiticamente un mio pensiero a proprosito di questo o quel personaggio (televisivo e non). Ancora complimenti, DAVIDE, per questo tuo oMAGGIO al programma di Minoli. Un caro saluto.



4. Aldo Aldo ha scritto:

27 settembre 2009 alle 10:10

I documentari che mi sono piaciuti di più sono stati quelli sulla salvaguardia delle opere d’arte in Italia durante la seconda guerra mondiale e sui campi di prigionia per alleati sempre in Italia durante la guerra. Curatissimi nei particolari e specialmente pieni di notizie curiose “attaccate a casa nostra”. Una grande produzione. C’è a mio parere, da parte della redazione, comunque un difetto. Si parla per nulla della Prima Guerra Mondiale e si pochetto della Seconda in Italia. Molti documentari di guerra sono inglesi e si parla troppo della storia della germania in guerra. Capisco non sia facile trovare nuovi argomenti… però! Altra pecca, comunque di una lodevole trasmissione, quel voler rendere un tono di “giallo” sullo speakeraggio… anche dove non c’è.



[...] In questa puntata Minoli ricostruirà la storia della vita pubblica e privata di Albino Luciani, il futuro Giovanni Paolo I. Il suo pontificato, durato solo 33 giorni, è tanto breve quanto misterioso. Nella puntata si scandagliano testimonianze e documenti del Papa del sorriso scoprendo un Luciani probabile innovatore di una Chiesa ormai vecchia. Info sul programma qui [...]



[...] storica, e di assolvere ad un ruolo “pedagogico” affatto trascurabile. Qualche mese fa avevamo auspicato che format come “La storia siamo noi” passassero meno inosservati agli occhi del grande pubblico e magari trovassero maggiore spazio nei palinsesti televisivi. Oggi [...]



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