A Canale 5 serpeggia da anni una passione morbosa per i titoli dicotomici: dopo L’Onore e il Rispetto, Il Falco e la Colomba, Il Sangue e la Rosa, Il Peccato e la Vergogna tocca adesso a Il Coraggio e la Passione (di Pupetta), la cui prima puntata è andata in onda ieri sera. Ma, a dispetto di questa divisione del mondo filmico in due fazioni che piace tanto a quelli del Biscione, bisognerebbe apportare una modifica e aggiungere al sottotitolo di Pupetta il terzo escluso. Così da renderlo trino, ma per niente divino: perché quell’elemento è L’Imbarazzo.
Non entriamo nelle questioni sociali e politiche che stanno attanagliando i quotidiani in queste ore, tra associazioni antimafia e critici che condannano l’esaltazione di una figura reale appartenente alla malavita. Vai a dargli torto, comunque: nelle intenzioni Pupetta non sarà un’eroina ma viene in ogni caso etichettata come coraggiosa e passionale, che non sono esattamente due difetti. Concentriamoci in ogni caso su alcuni aspetti meramente tecnici e d’immediato impatto televisivo, che è poi quello che ci interessa per definizione.
E il primo si racchiude in una semplice e sintetica domanda: non era meglio scegliere un’altra al posto di Manuela Arcuri? La fanciulla di Latina che presta il volto a Pupetta è bella, procace, piace al pubblico, sa sorridere alla telecamera, riempie con la sua vita pagine e pagine di gossip, è richiestissima come ospite nei salotti televisivi, è la testimonial perfetta di tanti e vari prodotti, ha mille qualità ma tra queste, diciamolo, non c’è una recitazione credibile, nonostante gli oltre dieci anni di esperienza e prove accumulate. Lei cerca di fare facce drammatiche, di apparire disinvolta, di dimostrare che ha studiato le battute e non le sta mica leggendo, ma non risulta mai naturale. Tantopiù se deve fare la ragazzina in un collegio quando ha 34 anni e dovrebbe sembrare coetanea del fidanzatino Bruno, il cui interprete Federico Maria Galante di anni ne ha ben dieci in meno.
Ma il problema del cast non si limita solo all’interprete principale bensì a gran parte del gruppo nel quale spiccano sì alcuni attori di rilievo quali Barbara De Rossi, Stefano Dionisi, Luigi De Filippo e Guia Jelo (qui la nostra ultima intervista) ma loro da soli non bastano a rendere verosimile la recitazione stentata del resto del cast, che si distingue soprattutto per il didascalico accento napoletano che trionfa e che anche un telespettatore nato e cresciuto a Bolzano riconoscerebbe come sbagliato. In questo contesto, una nota positiva va all’esordiente Massimiliano Morra che non ha solo la tipica bellezza alla Gabriel Garko, necessaria per prodotti come questo, ma da napoletano quantomeno parla come dovrebbe parlare.
Per il resto la trama, i costumi e le ambientazioni non sono male, ma l’insieme è talmente stridente da oscurare anche i punti di forza. E di certo la sceneggiatura non aiuta a mantenere su la baracca, visto l’abbondare di espressioni dialettiche, spesso vicine al turpiloquio, che sembrano messe lì a caso. Insieme anche a “strabilianti” battute al fulmicotone che in un contesto non globalmente drammatico risultano fuori luogo.
Il pubblico, che ama le serie sanguigne e dalle tinte forti come questa prometteva di essere, ha puntualmente (ma stavolta anche inspiegabilmente!) premiato questa fiction rimandata per mesi. Ma per capire se è stato un episodio isolato o un fallimento globale, occorre aspettare la prossima puntata.
Qui le schede di tutti i protagonisti
Qui la trama della prima e seconda puntata
Qui la trama della terza puntata
Qui la trama della quarta e ultima puntata
Qui la vera storia di Pupetta Maresca
Qui le frasi cult di Pupetta – il coraggio e la passione
1. Master ha scritto:
7 giugno 2013 alle 13:47