Per essere un programma che in video non c’è mai arrivato, La Tribù – Missione India ha suscitato non poco clamore e continua a farlo ancora oggi, a quattro anni di distanza dalla data prevista di messa in onda e dalla successiva cancellazione definitiva dal palinsesto di Canale 5.
La storia è lunga, e ve l’abbiamo raccontata. La novità è che il Tribunale di Roma ha stabilito che Triangle Production, casa di produzione che doveva realizzare il reality show, condotto da Paola Perego, deve restituire a RTI gli 88.500 euro ricevuti per la cancellazione del programma e risarcire anche i due terzi delle spese processuali sostenute dalla società del gruppo Mediaset.
La colpa della debacle sarebbe infatti da imputare totalmente alla Triangle che non rispettò i tempi stabiliti per la consegna, nonostante una diffida scritta ricevuta da RTI, e che risulta dunque inadempiente agli obblighi contrattuali. La società invece, come disse a DM il CEO Silvio Testi, considerava responsabile RTI che aveva definito il cast troppo tardi.
Triangle Production, dal canto suo, come si legge in una nota Ansa, “esprime assoluto sbigottimento per la sentenza emessa dal Tribunale di Roma in merito alla vicenda del reality La Tribù che ci appare, già ad una prima lettura, profondamente ingiusta. Triangle production, piccola ma operosa e seria società di produzione televisiva, aveva adito le vie legali contro RTI (MEDIASET), come unica possibilità rimastale per vedere affermate verità e legalità. Malgrado tutto, questa convinzione vive ancora oggi in noi più forte che mai insieme all’assoluta fiducia negli strumenti di legge per continuare a chiedere che sia fatta giustizia. Per questo Triangle ha già dato mandato ai propri legali di proporre immediato appello“.
Ma ai danni subiti da (quelli che dovevano essere i) concorrenti ci ha pensato qualcuno?
1. NicolaDM ha scritto:
29 maggio 2013 alle 13:56